MARTEDÌ 27 AGOSTO 2019 10.52.24
*Xylella, Coldiretti: ecco primo olio da ulivi resistenti
*Xylella, Coldiretti: ecco primo olio da ulivi resistenti Segnale speranza da Salento piante innestate tornano a produrre
Roma, 27 ago. (askanews) - Una speranza per il futuro arriva dal
primo olio ottenuto dalle olive raccolte dagli ulivi immunizzati
dalla Xylella che ha devastato 21 milioni di piante deturpando il
patrimonio paesaggistico e mettendo in ginocchio il settore
olivicolo del Salento. E' quanto afferma la Coldiretti in una
nota in occasione della spremitura delle prime olive ottenute
grazie all'innesto di piante malate con varietà resistenti di
Leccino che dopo tre anni sono tornate a produrre in Salento a
Gagliano del Capo, dove grazie al clima c'è stata una molitura
anticipata.
"Un segnale di rinascita per la provincia di Lecce che grazie
alle varietà resistenti alla Xylella e agli innesti dovrà
recuperare un patrimonio inestimabile, andato perso per colpa di
ritardi, scaricabarile e della mancata volontà di affrontare con
determinazione la lotta al batterio che ha già causato un danno
stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro" ha spiegato Savino
Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. La prima spremitura di
olive ha aperto idealmente la raccolta di olive in Puglia, dove
si produce oltre la metà dell' olio Made in Italy, con la
produzione regionale di extravergine stimata nel 2019 in aumento
del 70-80% - spiega Coldiretti - dopo il drastico crollo
registrato l'anno scorso a causa delle calamità, con una ripresa
straordinaria delle aree di Bari, BAT e Foggia con quantità
tornate nella media e qualità eccellente, ottime performance di
Taranto e Brindisi al netto degli ulivi improduttivi per la
Xylella, con un aumento produttivo che oscilla a macchia di
leopardo tra il 40 ed il 60%. Incontrovertibile lo scenario
produttivo a Lecce, dove si stima un calo del 90-95% rispetto
alle medie storiche, perché sia nell'area Ionica che
nell'Adriatica la produzione di cellina e ogliarola è azzerata e
- riferisce Coldiretti - risultano produttive solo le piante di
leccino.
"Il consorzio olivicolo Unaprol consegnerà ad ottobre 100mila
piante di ulivo leccino resistenti alla Xylella che verranno
affidate ai nostri olivicoltori, un impegno per non condannare
alla desertificazione l'area infetta che riguarda 183mila ettari"
ha annunciato il presidente dell'Unaprol David Granieri.
A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse quasi 3 olive
su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione
di olio di oliva nell' ultimo anno, secondo un'analisi elaborata
da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo
Agricolo Nazionale (SIAN) che non sarà certamente recuperata
nell'annata 2019 - 2020.
L'avanzata della malattia ha lasciato milioni di ulivi secchi
dietro di sé, molti dei quali monumentali, mano mano che la
Xylella avanzava sul territorio spostandosi verso nord a una
velocità di più 2 chilometri al mese con conseguenze economiche,
produttive e sociali: 5mila posti di lavoro persi nella filiera
dell'olio extravergine di oliva con i frantoi svenduti a pezzi in
Grecia, Marocco e Tunisia. Un trend che rischia di diventare
irreversibile se - continua la Coldiretti - non si interviene con
strumenti adeguati per rilanciare la più grande fabbrica green
italiana con la Puglia che ha garantito fino ad ora quasi la metà
dell'olio Made in Italy.
Serve chiarezza e semplificazione dell'iter dei reimpianti e una
strategia condivisa tra governo e unione europea per far fronte
alla strage che dall'autunno 2013, data in cui è stata accertata
su un appezzamento di olivo a Gallipoli, si è estesa - conclude
Coldiretti - senza che venisse applicata una strategia efficace
per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi in
provincia di Lecce, ha intaccato il patrimonio olivicolo di
Brindisi e Taranto, con effetti disastrosi sull'ambiente,
sull'ambiente, l'economia e sull'occupazione.
BOL 20190827T105208Z
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