SABATO 14 SETTEMBRE 2019 18.37.50
>>>ANSA/ Cameron, sulla Brexit ho fallito ma Boris fu orribile
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>>>ANSA/ Cameron, sulla Brexit ho fallito ma Boris fu orribile
In arrivo le memorie dell'ex premier che convoco' il referendum
(di Anna Lisa Rapana')
(ANSA) - ROMA, 14 SET - "Ho fallito". L'ex premier Tory David
Cameron verra' ricordato per aver indetto il referendum sulla
Brexit e, perdendolo, per aver innescato una delle crisi piu'
gravi di sempre del sistema politico britannico. A piu' di tre
anni di distanza da quel momento, Cameron riconosce il
fallimento politico, se ne rammarica, e in un'intervista al
Times racconta che le conseguenze di quel voto sono nei suoi
pensieri "ogni singolo giorno" e di essere "disperatamente"
preoccupato da cio' che accadra' in futuro. Pero' difende ancora la
sua decisione di tenere quel referendum che, sostiene, era
"inevitabile".
Se lo saranno chiesto in molti dove fosse finito l'uomo che
ha condotto il Paese in questo pasticcio salvo poi lasciare
Downing Street - e la patata bollente - fischiettando persino.
Cosa stesse pensando mentre il negoziato con i 27 si faceva
sempre piu' intricato e le piazze della protesta si riempivano.
Mentre l'estremo stoicismo della premier Theresa May che gli e'
succeduta s'infrangeva contro mille ostacoli che continuavano a
spuntare dal nulla come in un video game. E durante le lotte
interne al partito Conservatore, con tanto di colpi bassi e
tradimenti, che hanno rivelato la crisi ormai conclamata nel
mondo Tory. Silenzioso (e a ragione) Cameron osservava a
distanza, ma adesso in un libro di memorie dal titolo 'For the
Record' ('Per la cronaca') in uscita il 19 settembre racconta la
sua verita'. Piu' che altro spiega le sue ragioni: troppe
previsioni non ne azzarda ma esplicita la sua preoccupazione,
mentre si toglie l'inevitabile sassolino dalla scarpa.
Il dito e' infatti puntato dritto contro gli ex amici Boris
Johnson e Michael Gove, che accusa di essersi comportati "in
modo orribile" nella campagna referendaria "facendo a pezzi il
governo di cui erano parte" e di aver lasciato "a casa la
verita'". Cameron racconta come Johnson e Gove, compagni di
gioventu' con annesse scorribande universitarie e oggi
rispettivamente primo ministro e ministro addetto ai preparativi
di un'ipotetica Brexit no deal, nel 2016 lo tradirono passando
dall'altra parte della barricata sulla Brexit, e da quella
posizione hanno cavalcato esagerazioni e bugie sull'immigrazione
come su un fantomatico ingresso futuro della Turchia nell'Ue.
L'ex capo del governo non nasconde nemmeno di essere rimasto
"enormemente abbattuto" da quel comportamento, con conseguenze
durature anche sui rapporti d'amicizia personale, e mentre a
Johnson arrivato adesso a Downing Street augura comunque
successo, non manca di criticarne le scelte piu' controverse,
dalla sospensione del Parlamento all'espulsione dalle file Tory
dei 21 dissidenti moderati di spicco dissociatisi da lui sulla
Brexit.
"Dalla tempistica del voto alle aspettative che ho consentito
si creassero sulla rinegoziazione, sono molte le cose che farei
in maniera diversa - ha sottolineato l'ex primo ministro al
Times -. Non sono stato capace di prevedere la potenza dei
sentimenti che si sarebbero rivelati durante e dopo il
referendum e sono sinceramente dispiaciuto di aver visto da
allora il Paese che tanto amo soffrire incertezza e divisioni".
Ma "sulla questione se fosse giusto rinegoziare il rapporto del
Regno Unito con l'Ue e dare la possibilita' alle persone di
esprimersi a riguardo, la mia opinione rimane che era la cosa
giusta da fare".(ANSA).
RP
14-SET-19 18:37 NNNN
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