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giovedì 7 novembre 2019

SCHEDA = Mafie: da Messina Denaro a Morabito, chi sono i superlatitanti

GIOVEDÌ 07 NOVEMBRE 2019 14.46.33


= SCHEDA = Mafie: da Messina Denaro a Morabito, chi sono i superlatitanti =

(AGI) - Roma, 7 nov. - Matteo Messina Denaro, Giovanni Motisi, Rocco Morabito, Renato Cinquegranella. Sono due mafiosi, uno 'ndranghetista e un camorrista i primi quattro superlatitanti inseriti nella lista dei "most wanted" stilata dal Viminale. Lista che - dopo l'arresto del camorrista Marco Di Lauro il 2 marzo scorso a Napoli - comprende anche un quinto e ultimo nome, quello di Attilio Cubeddu: niente mafie per lui ma un ruolo da protagonista nell'Anonima sequestri sarda. Il piu' conosciuto, e pericoloso, di tutti resta Messina Denaro, "u siccu", "il magro", letteralmente sparito nel nulla nel '93, l'anno delle bombe a Milano, Firenze e Roma, dopo una vacanza a Forte dei Marmi con i fratelli Graviano: e' ricercato in campo internazionale - precisa la scheda della Direzione centrale della Polizia criminale - per "associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto ed altro". Figlio di Francesco, capo della cosca di Castelvetrano e del relativo mandamento, nell'ultima tranche dei suoi 57 anni ha visto farsi "terra bruciata" intorno a colpi di arresti e sequestri di beni ma continua a restare imprendibile. Protagonista di un numero imprecisato di esecuzioni e tra gli organizzatori del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo - rapito per costringere il padre Santino a ritrattare le rivelazioni sulla strage di Capaci e poi strangolato e sciolto nell'acido dopo 779 giorni di prigionia - Matteo Messina Denaro secondo molti inquirenti non sarebbe il capo di Cosa nostra ma sicuramente continua a rivestire un ruolo di assoluto rilievo: la rivista "Forbes" lo ha incluso tra i dieci latitanti piu' pericolosi del mondo. (AGI) Bas (Segue) 071446 NOV 19 NNNNGIOVEDÌ 07 NOVEMBRE 2019 14.46.57


= SCHEDA = Mafie: da Messina Denaro a Morabito, chi sono i superlatitanti (2)=

(AGI) - Roma, 7 nov. - Difficile distinguere il vero e il falso in quello che di Messina Denaro raccontano informatori e pentiti: che, beffando chi lo bracca da anni, vivrebbe in Sicilia, spostandosi di continuo; che si sarebbe sottoposto in Bulgaria (o in Piemonte) a una plastica ai polpastrelli e al viso; che avrebbe seri problemi agli occhi e ai reni, tanto da aver bisogno della dialisi; che godrebbe della protezione dalla 'ndrangheta. Di volta in volta, c'e' chi lo ha collocato sulle tribune del "Barbera" per un Palermo-Sampdoria, chi su una spiaggia greca, in vacanza con la compagna Maria, chi in una casa di Baden, in Germania. Ma la caccia resta aperta. A lui come a Giovanni Motisi, "u pacchiuni", "il grasso", 59 anni, palermitano doc, ricercato dal '98 per omicidio, dal 2001 per associazione di tipo mafioso e dal 2002 per strage: quattro anni fa e' finito anche nella lista dei criminali piu' ricercati dall'Europol. Ha l'ergastolo da scontare, il killer di fiducia di Toto' Riina, secondo un collaboratore di giustizia presente anche quando si parlo' per la prima volta di ammazzare il generale Dalla Chiesa. Nel '99, durante la perquisizione della sua villa di Palermo, spunta una fitta corrispondenza tra lui e la moglie Caterina, bigliettini recapitati da 'postini' fidati assieme a vestiti e regali. Ed e' dello stesso anno l'ultima 'apparizione' certa in Sicilia di "u pacchiuni", alla festa di compleanno della figlia: nelle foto ritrovate diversi anni dopo risaltano le pareti coperte con lenzuola bianche per non far riconoscere il posto. Da allora, piu' niente o quasi tanto da alimentare il sospetto - ricorrente nelle grandi latitanze - che Motisi possa essere morto. Un'altra ipotesi e' che abbia cercato, e trovato, riparo in Francia: l'esattore del racket Angelo Casano ha raccontato che nel 2002 Motisi 'perse' la reggenza di Pagliarelli a vantaggio di Nino Rotolo e che per un paio d'anni si nascose nell'Agrigentino, 'terra' di Giuseppe Falsone. Boss arrestato nel 2010 dalla Gendarmeria francese a Marsiglia. (AGI) Bas (Segue) 071446 NOV 19 NNNNGIOVEDÌ 07 NOVEMBRE 2019 14.46.57


= SCHEDA = Mafie: da Messina Denaro a Morabito, chi sono i superlatitanti (2)=

(AGI) - Roma, 7 nov. - Difficile distinguere il vero e il falso in quello che di Messina Denaro raccontano informatori e pentiti: che, beffando chi lo bracca da anni, vivrebbe in Sicilia, spostandosi di continuo; che si sarebbe sottoposto in Bulgaria (o in Piemonte) a una plastica ai polpastrelli e al viso; che avrebbe seri problemi agli occhi e ai reni, tanto da aver bisogno della dialisi; che godrebbe della protezione dalla 'ndrangheta. Di volta in volta, c'e' chi lo ha collocato sulle tribune del "Barbera" per un Palermo-Sampdoria, chi su una spiaggia greca, in vacanza con la compagna Maria, chi in una casa di Baden, in Germania. Ma la caccia resta aperta. A lui come a Giovanni Motisi, "u pacchiuni", "il grasso", 59 anni, palermitano doc, ricercato dal '98 per omicidio, dal 2001 per associazione di tipo mafioso e dal 2002 per strage: quattro anni fa e' finito anche nella lista dei criminali piu' ricercati dall'Europol. Ha l'ergastolo da scontare, il killer di fiducia di Toto' Riina, secondo un collaboratore di giustizia presente anche quando si parlo' per la prima volta di ammazzare il generale Dalla Chiesa. Nel '99, durante la perquisizione della sua villa di Palermo, spunta una fitta corrispondenza tra lui e la moglie Caterina, bigliettini recapitati da 'postini' fidati assieme a vestiti e regali. Ed e' dello stesso anno l'ultima 'apparizione' certa in Sicilia di "u pacchiuni", alla festa di compleanno della figlia: nelle foto ritrovate diversi anni dopo risaltano le pareti coperte con lenzuola bianche per non far riconoscere il posto. Da allora, piu' niente o quasi tanto da alimentare il sospetto - ricorrente nelle grandi latitanze - che Motisi possa essere morto. Un'altra ipotesi e' che abbia cercato, e trovato, riparo in Francia: l'esattore del racket Angelo Casano ha raccontato che nel 2002 Motisi 'perse' la reggenza di Pagliarelli a vantaggio di Nino Rotolo e che per un paio d'anni si nascose nell'Agrigentino, 'terra' di Giuseppe Falsone. Boss arrestato nel 2010 dalla Gendarmeria francese a Marsiglia. (AGI) Bas (Segue) 071446 NOV 19 NNNNGIOVEDÌ 07 NOVEMBRE 2019 14.47.03


= SCHEDA = Mafie: da Messina Denaro a Morabito, chi sono i superlatitanti (4)=

(AGI) - Roma, 7 nov. - Anche di Attilio Cubeddu, l'"ultimo bandito" di Ogliastra non ci sono piu' tracce da tempo, e anche di lui si dice che sia passato a miglior vita, forse ucciso. Nato nel 1947 ad Arzana, in provincia di Nuoro, brucia le tappe della carriera criminale e partecipa in Toscana ed Emilia Romagna ai rapimenti di Cristina Peruzzi, Ludovica Rangoni Machiavelli e Patrizia Bauer: arrestato nell'aprile dell''84 a Riccione e condannato a 30 anni, si guadagna diversi permessi premio con la sua condotta da detenuto modello. Peccato che il 7 febbraio del '97 al carcere di Badu 'e Carros attendano invano che rientri da uno di questi permessi: e da latitante cede presto al vecchio 'vizietto', restando coinvolto nel sequestro di Giuseppe Soffiantini (e' lui il custode dell'ostaggio). E' ricercato in campo internazionale, ma chi tuttora gli da' la caccia e' convinto che viva protetto dalla sua terra e da una rete di fiancheggiatori: la moglie 63enne e la seconda figlia abitano ancora nella casa di Arzana confiscata dal Ros, un edificio di quattro piani che un anno prima era stato passato al setaccio dallo stesso Ros, insieme con altri due appartamenti del paese. Cercavano Cubeddu, i carabinieri. E si cercano i vivi, non i morti. (AGI) Bas 071446 NOV 19 NNNN

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