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venerdì 31 gennaio 2020

Coronavirus: panico e video fake corrono in chat e sul web =


VENERDÌ 31 GENNAIO 2020 14.13.39


Coronavirus: panico e video fake corrono in chat e sul web =

(AGI) - Roma, 31 gen. - La conferma dei primi due casi di persone infette da coronavirus in Italia ha avuto immediate ripercussioni nella chat e sui social degli italiani sui quali, gia' dalle prime ore del mattino hanno iniziato a diffondersi messaggi di allarme, bufale ma anche tanta ironia e goliardia. I canali social e soprattutto quelle di messaggistica i queste ore sono letteralmente prese d'assalto da video, meme, messaggi audio e screenshot di conversazioni social in cui si parla del coronavirus. C'e' un po di tutto. Per esempio, quello piu' virale e' un messaggio audio in perfetto stile "Squallor" del napoletano che affitta un cinese che tossisce per fare prima nelle file o trovare posto al ristorante, oppure sempre sul filo dell'ironia c'e' chi crea messaggi di nuovi casi nelle vicinanze e ne approfitta per inserire link che rinviano a pagine con foto ose'. Non mancano poi i messaggi audio ben confezionati, come quello che e' diventato molto virale che riporta la presunta testimonianza di un italiano che si troverebbe a Wuhai proprio nel centro dell'epidemia in corso dove "i militari hanno l'ordine di sparare a vista" a chi volesse uscire dalla citta'. Sempre sulla Cina in questi giorni girano moltissimi video che mostrano pipistrelli bolliti, e persone che mangiano topi vivi. Questo continuo martellamento contribuisce di certo a creare una vera e propria psicosi contro i cinesi che molti, attraverso i propri profili social stanno denunciando. Come per esempio Selvaggia Lucarelli che ha pubblicato lo screenshot di una conversazione in cui una mamma dice di una bambina cinese che non e' mai stata in Cina affetta da influenza "che il suo dna e' diverso". Una psicosi che e' ben rappresentata dal cartello esposto in un negozio di Roma la cui foto e' diventata immediatamente virale che chiede ai cinesi di "non entrare" e che ha scatenato, dall'altra parte la campagna social "Je ne suis pas un virus" lanciata da un ragazzo cinese residente in Francia e subito condivisa da molti suoi connazionali che vivono in Europa. (AGI) PgiRed/ 311413 GEN 20 NNNN   

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