GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2020 12.44.50
Scoperto il primo animale che ha perso le sue parti inutili
ZCZC3929/SXB XSP81912_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Scoperto il primo animale che ha perso le sue parti inutili (EMBARGO ALLE 17,00)Si chiama Facivermis, visse 518 mln anni fa (EMBARGO ALLE 17,00) (ANSA) - ROMA, 27 FEB - Scoperto il primo animale che si e' evoluto perdendo le parti che non gli servivano piu'. Si chiama Facivermis, visse 518 milioni di anni fa, e il suo fossile era noto da 30 anni, ma solo adesso e' stato studiato. E' descritto sulla rivista Current Biology, dai ricercatori coordinati da Richard Howard, dell'universita' britannica di Exeter. Il mistero ha a lungo circondato Facivermis, una creatura simile a un verme che visse nel periodo cambriano. Aveva un corpo allungato e cinque paia di zampe spinose vicino alla testa e questo aveva suggerito che potesse essere l'anello mancante tra i vermi senza zampe e un gruppo di animali chiamati "lobopodi", che avevano arti lungo tutto il corpo. Lo studio rivela che Facivermis apparteneva ai lobopodi, ma poiche' viveva sul fondo del mare, ancorato con una sorta di bulbo posto all'estremita' del suo corpo, si e' evoluto per perdere gli arti inferiori. L'animale era inoltre avvolto da una sorta di sacca, simile a un tubo, dalla quale spuntavano solo testa e zampe spinose, e di cui i ricercatori non hanno ancora compreso la funzione. "La maggior parte dei suoi parenti - ha detto Howard - aveva da tre a nove serie di zampe per muoversi, ma i nostri risultati suggeriscono che Facivermis vivesse ancorato al fondale. Vivendo in questo modo, i suoi arti inferiori non erano utili e nel tempo la specie ha smesso di averli. Gli arti superiori invece gli servivano per filtrare il cibo dall'acqua". Il periodo cambriano e' visto come l'alba della vita animale e i ricercatori sono stati sorpresi di trovare una specie considerata primitiva in evoluzione gia' in questa fase. "Conosciamo questa specie da circa 30 anni, ma solo ora abbiamo compreso quale era il suo posto nell'albero evolutivo" ha osservato uno degli autori Xiaoya Ma, dell'universita' cinese di Yunnan. "Studi come questo - ha concluso - ci aiutano a comprendere la forma dell'albero della vita e a capire da dove provengono gli adattamenti che vediamo ora nelle specie". (ANSA). Y75-NAN 27-FEB-20 12:44 NNNN
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