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mercoledì 17 giugno 2020

LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI


MERCOLEDÌ 17 GIUGNO 2020 08.32.32


LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI

9CO1077780 4 CRO ITA R01 LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI (9Colonne) Roma, 17 giu - L'epidemia da Covid-19 ha ucciso più americani di quanti ne siano morti sui fronti della prima GUERRA mondiale. Per gli Stati Uniti l'incubo del nuovo coronavirus ha infranto nella notte un'altra importante barriera psicologica, dopo che a fine aprile la nazione aveva registrato con sgomento un numero di decessi più GRANDE di quello provocato alle truppe a stelle e strisce dal conflitto in Vietnam. Ma purtroppo la corsa del nuovo coronavirus da allora, pur essendo ormai rallentata, non si è fermata e proprio l'ultimo bollettino, reso noto una manciata di ore fa, ha fatto registrare un considerevole incremento dei decessi dopo due giornate nel segno di un forte ribasso. I morti in America nelle ultime 24 ore sono stati infatti 740 contro i 382 e i 385 dei giorni immediatamente precedenti, per un totale adesso giunto a contare 116.963 nomi, ovvero 463 in più di quanti, secondo i dati del dipartimento degli ex combattenti degli Stati Uniti, sarebbero stati i caduti nella GRANDE GUERRA. Gli Usa si confermano dunque il paese di gran lunga più colpito al mondo dalla pandemia, che dalla sua apparizione ha infettato nei cinquanta stati 2,13 milioni di persone, di cui più 583.500 dichiarate fuori pericolo e che ormai sembra essersi spostata dai primi focolai di New York e del nord-est verso una larga banda che comprende il sud e l'ovest dell'immensa nazione. (SEGUE) 170832 GIU 20

MERCOLEDÌ 17 GIUGNO 2020 08.34.09


LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI (2)
9CO1077782 4 CRO ITA R01 LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI (2) (9Colonne) Roma, 17 giu - A preoccupare gli specialisti è soprattutto la crescita dei nuovi contagi, registrata in seguito alla ripresa in certi casi totale delle attività economiche e sociali nonché alla ventata di proteste che negli ultimi giorni hanno portato in strada centinaia di migliaia di persone per manifestare contro il barbaro assassinio di George Floyd. Un richiamo alla prudenza è dunque giunto dal più noto virologo statunitense, Anthony Fauci, per il quale gli Usa si trovano ancora nel pieno della prima ondata pandemica. Lo scienziato ha inoltre ribattuto a distanza - cosa non nuova dall'inizio dell'epidemia - a quanto dichiarato dal presidente Trump che aveva in precedenza minimizzato le preoccupazioni per un numero crescente di casi di coronavirus negli Stati di tutto il Paese, indicando che l'aumento era dovuto a ulteriori test, una teoria secondo Fauci in buona parte campata per aria. Spostandoci in Cina, diventa di ora in ora più allarmante la situazione a Pechino, dove da circa una settimana sono stati identificati dei nuovi focolai di Covd-19 e dove sono stati da poco diagnosticati altre 31 nuove infezioni dopo le 27 del giorno precedente che portano il totale di questa "nuova ondata" a 137 positività. È di poco fa la notizia della decisione delle autorità cinesi di annullare 1.255 voli, ovvero il 70% di quelli previsti, da e per la capitale nel tentativo di arginare il diffondersi dell'epidemia. Il comune di Pechino ha esortato i suoi 21 milioni di abitanti a evitare viaggi "non essenziali" fuori città. Molte altre città dell'immenso paese asiatico impongono ormai ai propri cittadini in provenienza da Pechino un periodo di quarantena. (SEGUE) 170834 GIU 20
MERCOLEDÌ 17 GIUGNO 2020 08.36.17


LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI (3)
9CO1077783 4 CRO ITA R01 LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI (3) (9Colonne) Roma, 17 giu - Mentre la Cina si mobilita per evitare una potente ripresa dei contagi da Sars Cov-2, che proprio da qui si è diffusa in tutto il mondo ma che proprio da qui sembrava essere stata ormai eradicata, l'America Latina continua a rappresentare, al momento, il più virulento focolaio a livello planetario della patologia. In particolare la situazione in Brasile non accenna a migliorare, e anzi l'ultimo bilancio - divulgato quando in Italia era ancora notte - ha fatto registrare il record di nuovi contagi, ben 34.918 in 24 ore, che ne hanno portato il totale a 923.189 (di cui 490.005 guariti). Altissimo anche il numero dei morti: 1.282 nell'arco della giornata, che hanno fatto lievitare la conta totale a 45.241 decessi da Covid-19, il dato più pesante al mondo alle spalle di quello americano. Come detto, però, in tutto il Sudamerica (dove ha globalmente fatto più di 80mila morti) il virus sta imperversando duramente. Tra i paesi più colpiti figura il Cile dove sono stati aggiunti 31.412 nuovi casi di contagio sfuggiti a una prima recensione, che portano il totale delle infezioni a 215.861, ovvero subito alle spalle del Perù, che ne dichiara 237.156. Con 21 nuovi decessi nelle ultime 24 ore, il numero totale delle vittime in Cile è invece di 3.383. (SEGUE) 170836 GIU 20
MERCOLEDÌ 17 GIUGNO 2020 08.44.15


LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI (4)
9CO1077787 4 CRO ITA R01 LA SITUAZIONE / USA: PIÙ MORTI CHE NELLA GRANDE GUERRA. PECHINO: STOP AI VOLI (4) (9Colonne) Roma, 17 giu - Se l'America Latina rappresenta il tragico "presente" dell'epidemia, l'Asia meridionale rischia di diventarne l'apocalittico futuro. Il nuovo coronavirus si sta infatti diffondendo a macchia d'olio in alcune delle aree maggiormente abitate del pianeta, che al contempo non possono contare su un adeguato sistema sanitario. È il caso dell'India dove sono stati registrati duemila nuovi decessi da Covid nelle 24 ore, che ne hanno portato il totale a 11.903 a fronte di 354.065 infezioni diagnosticate dall'apparizione dell'epidemia. Va detto che si tratta di dati sottostimati proprio per la difficoltà delle autorità sanitarie, cronicamente povere di materiali diagnostici, a intercettare la totalità dei casi riferibili alla nuova patologia. Con l'arrivo della stagione dei monsoni, in particolare, gli ospedali indiani potrebbero arrivare al collasso. In effetti, più di mezzo milione di persone ogni anno sono coinvolte in maniera severa dalle malattie favorite dalle piogge, quali la dengue e la malaria, in un periodo che va da quello attuale fino a settembre. Si tratta di patologie che presentano sintomi pressoché identici a quelli del Covid-19: febbre, difficoltà respiratoria, perdita dell'appetito, tanto che diversi medici di prestigio del subcontinente hanno evidenziato il rischio, o meglio la necessità, di dover trattare ogni paziente come potenziale portatore di coronavirus: una prospettiva che pone il fragile sistema sanitario indiano di fronte a un compito impossibile. (deg) 170844 GIU 20    

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