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martedì 13 ottobre 2020

NEWS PSICOLOGIA. I tweet discriminatori di Trump dannosi per il cervello

 

MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2020 08.16.27


NEWS PSICOLOGIA. I tweet discriminatori di Trump dannosi per il cervello

DIR0067 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS PSICOLOGIA. I tweet discriminatori di Trump dannosi per il cervello Ricerca: Intaccano funzionamento esecutivo in gruppi storicamente emarginati (DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 13 ott. - I tweet negativi e discriminatori di Donald Trump potrebbero fare male al cervello. Questa l'intuizione dello studio, a firma Sarah M. Tashjian e Adriana Galva'n, dell'Universita' della California: 'Dorsolateral prefrontal cortex response to negative tweets relates to executive functioning', recentemente pubblicato su Social and Affective Neuroscience. Al vaglio delle scienziate, dunque, le conseguenze neurocognitive della lettura di tweet negativi o discriminatori pubblicati dal presidente degli Stati Uniti. I risultati parlano chiaro: questo tipo di contenuti "hanno effetti deleteri sul funzionamento esecutivo degli individui appartenenti a gruppi storicamente emarginati per etnia, identita' di genere e orientamento sessuale". Si sa ancora molto poco delle conseguenze neurali "del consumo di contenuti emotivamente eccitati sui social media", dallo studio, pero', emerge un risultato piuttosto certo: la sottoposizione a contributi negativi sui social networks puo' portare "a una ridotta attivazione della corteccia prefrontale e a disturbi del funzionamento esecutivo". I tweet del Tycoon, poi, parlano chiaro a quanto riportano le ricercatrici: degli 11.000 'cinguettii' da quando e' presidente, oltre la meta' (5.889) sono "attacchi o aggressioni", e di questi, quasi 1.500 "sono rivolti contro gruppi minoritari e immigrati", illustrano Tashjian e Galva'n. Lo studio sperimentale e' stato portato avanti su 57 individui adulti, di eta' compresa tra i 18 e i 29 anni, di cui 38 donne. Tutti i partecipanti, spiegano le studiose, facevano parte di un gruppo considerato "storicamente emarginato" per ragioni etniche o legate al genere e all'orientamento sessuale. I soggetti sono stati divisi in modo casuale a "condizione negativa di tweet" oppure a "condizione neutra": a un gruppo e' stato chiesto di leggere alcuni tweet reali di natura discriminatoria, del presidente Trump, mentre all'altro sono stati sottoposti una serie di 'cinguettii', sempre reali ma di argomento neutro, che sembravano provenire pero' da un account fittizio. Gli individui sono stati sottoposti a una risonanza magnetica funzionale dell'intero cervello (RMF) con 30 prove di ragionamento spaziale, ripetute prima e dopo la lettura dei tweet. "I partecipanti alla condizione negativa- spiegano dunque le studiose- hanno riportato un peggioramento in termini di effetti e hanno dimostrato un'interferenza sulle prestazioni post-tweet rispetto a quelli nella condizione neutra". Inoltre, gli individui hanno anche valutato gli effetti dei tweet attraverso diversi stati emotivi tra cui "rabbia, depressione, disgusto, paura e ansia". Se da un lato, quanti sono stati sottoposti agli argomenti neutri hanno mostrato, con il susseguirsi delle prove, miglioramenti nell'attivita' di rotazione mentale, dall'altro per i lettori dei cinguettii discriminatori del presidente "non e' stato registrato alcun miglioramento durante i processi successivi all'esposizione ai tweet". A conti fatti le ricercatrici stimano, in sostanza, "un'assuefazione neurale, cioe' un decremento maggiore della risposta nel corso della presentazione degli stimoli", e le scansioni celebrali hanno dimostrato "una diminuzione dell'attivazione nella corteccia prefrontale dorsolaterale (dlpfc) durante l'esposizione al tweet". La dlpfc e' associata "alla cognizione e al controllo delle emozioni", percio', sebbene le ricercatrici si siano concentrate sul versante negativo, "riconoscono che anche le emozioni positive possono influenzare il funzionamento esecutivo". Percio' i tweet "letti da molte persone", concludono Tashjian e Galva'n, "possono avere effetti deleteri su un ampio segmento della popolazione": i gruppi identitari, gia' di per se' storicamente emarginati. (Wel/ Dire) 08:15 13-10-20 NNNN

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