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martedì 17 novembre 2020

Generale della Guardia di Finanza Umberto Rapetto: "Ho indossato un’uniforme per una quarantina d’anni, fino a sentirmela incollata. L’ho portata con orgoglio e l’ho lasciata per non veder calpestata la mia dignità."

 





Generale della Guardia di Finanza Umberto Rapetto: <<Ho indossato un’uniforme per una quarantina d’anni, fino a sentirmela incollata. L’ho portata con orgoglio e l’ho lasciata per non veder calpestata la mia dignità.
A distanza di oltre otto anni dal mio sofferto congedo anticipato, incarno il cittadino medio e provo a guardare “il mio mondo” con terzietà, quasi non ci avessi vissuto e speso ogni mia energia.
Le performance televisive di Cotticelli (prima su Rai Tre e poi a La7) e la sbalorditiva esibizione del “ciondolo anti-Covid” di Tiani sono entrate nelle case della gente qualunque con inevitabile sorpresa di chi civilmente credeva nelle Istituzioni.
Se ci si chiede come la politica abbia potuto affidare la salute dei calabresi e il progresso tecnologico della Puglia a vere e proprie macchiette, è facile trovare risposta nel naturale istinto – tipico degli individui di basso calibro e pochi principii – di circondarsi di personaggi a propria immagine e somiglianza.
Le scelte inopportune di infilare proverbiali incapaci nei più delicati posti di responsabilità non turba la mia fin troppo cauterizzata sensibilità, ma riconoscere nel buffo ruolo di “soggetti perculati” (ossia unanimemente presi per il …) persone che – come me – erano “in montura” mi addolora e mi indigna.
L’opinione pubblica non fa certo esercizio di clemenza. È abbastanza facile pensare che Saverio Cotticelli sia il “normotipo” dell’Arma dei Carabinieri o Giuseppe Tiani il classico esempio di poliziotto. Anzi le famiglie – impressionate dalla loro brillante carriera – sono portate a pensare che i due costituiscano la migliore espressione delle Forze dell’Ordine.
E se qualcuno va ad approfondire scopre che entrambi hanno effettivamente rappresentato i rispettivi colleghi, non in modo occasionale, ma proprio negli organismi incaricati di far valere i diritti di chi lavora in un comparto così delicato.
Il Generale Cotticelli, infatti, è stato il Presidente del CoCeR, ovvero del Consiglio Centrale di Rappresentanza dell’Arma. (...) Giuseppe Tiani, invece, Presidente del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia SIAP (...) Entrambi gli illustri colleghi avevano certamente una discreta familiarità con chi li ha insediati in posizioni apicali di realtà delicatissime per il futuro di quelle porzioni del nostro Paese. Molti “sbirri” (termine tutt’altro che spregiativo e che vado orgoglioso di essermelo sentito appioppare) rincorrono il consenso dei superiori e il plauso della classe politica nella speranza di trarne vantaggio (...) mi auguro che certe “investiture” non si abbiano a ripetere. E se non se ne avrà la forza, si abbia la faccia di ammettere di aver premiato i fedelissimi anche se immeritevoli, gli inetti ma devoti, i capaci di mostrare riconoscenza e di fare quello che altri non avrebbero mai accettato di eseguire. E si precisi che nulla hanno a che vedere con quelli che ogni giorno si ostinano a perseguire il bene comune.

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