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venerdì 24 settembre 2021

MAFIA: LILLO (IL FATTO), 'PERCHE' LA TRATTATIVA E' REATO PER I MAFIOSI MA NON PER I CARABINIERI?'** =

 

VENERDÌ 24 SETTEMBRE 2021 12.39.18


**MAFIA: LILLO (IL FATTO), 'PERCHE' LA TRATTATIVA E' REATO PER I MAFIOSI MA NON PER I CARABINIERI?'** =

ADN0617 7 CRO 0 ADN CRO NAZ **MAFIA: LILLO (IL FATTO), 'PERCHE' LA TRATTATIVA E' REATO PER I MAFIOSI MA NON PER I CARABINIERI?'** = Roma, 24 set. (Adnkronos) - "La domanda che bisogna porsi è perché l'avvenuta trattativa/minaccia allo Stato è reato per i mafiosi, e invece non costituisce reato per i carabinieri". A dirlo all'AdnKronos è Marco Lillo, giornalista del Fatto Quotidiano. "Premesso - spiega Lillo - che vanno lette le motivazioni per capire meglio la sentenza, il verdetto va necessariamente spiegato, perché da un lato conferma l'esistenza del fatto, e il fatto, così come ricostruito nel capo di imputazione, era la minaccia allo Stato portata avanti dai corleonesi negli anni che vanno dal 1992 al 1994. Minaccia trasferita allo Stato, anche secondo quanto dice questa sentenza di appello, almeno per la prima fase della trattativa, vale a dire ai governi Amato e Ciampi e nei primi mesi del 1994". "Con riferimento a questo periodo è data per avvenuta la minaccia al corpo dello Stato, e per questo vengono condannati a 12 anni il 'postino' della trattativa, il medico Cinà, e il mandante, il reggente di Cosa nostra dopo l'arresto di Riina, vale a dire Leoluca Bagarella". Che, prosegue Lillo, "è stato condannato non a 28 anni ma a 27, perché nella sentenza non si parla più di minaccia ma di tentata minaccia, non riuscita, per la seconda fase della trattativa, cioè quella del 1994 durante il governo Berlusconi. Quindi la minaccia mediante stragi e attentati per cambiare l'azione dello Stato non sarebbe arrivata a destinazione, ma sarebbe stata solo tentata dai boss Brusca e Bagarella che, secondo il capo di imputazione, avrebbero cercato di far pervenire questa minaccia tramite Vittorio Mangano. Si è ritenuto, dunque, visto che Marcello Dell'Utri è stato assolto per non aver commesso il fatto, che questa minaccia da Palermo non sia arrivata ad Arcore o a Palazzo Chigi, dunque a Berlusconi". (segue) (Lro/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 24-SET-21 12:39 NNNN

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**MAFIA: LILLO (IL FATTO), 'PERCHE' LA TRATTATIVA E' REATO PER I MAFIOSI MA NON PER I CARABINIERI?'** (2) =

ADN0618 7 CRO 0 ADN CRO NAZ **MAFIA: LILLO (IL FATTO), 'PERCHE' LA TRATTATIVA E' REATO PER I MAFIOSI MA NON PER I CARABINIERI?'** (2) = (Adnkronos) - Dunque, sottolinea LILLO, "la prima domanda a cui si dovrà rispondere con le motivazioni è questa: perché l'avvenuta trattativa/minaccia allo Stato è reato per i mafiosi e invece non costituisce reato per i carabinieri? Poi c'è una seconda domanda: perché la tentata minaccia di Bagarella viene ritenuta non attuata e per questa ragione non viene condannato Dell'Utri? Le possibili risposte due: non viene ritenuto esserci nell'animus dei carabinieri che andarono a trattare con Vito Ciancimino lo scopo ipotizzato nella sentenza di primo grado, vale a dire di fare una trattativa politica per far cessare le stragi, con mandanti politici che temevano per la loro vita. Viene, invece, ritenuta veritiera la tesi difensiva dei carabinieri, i quali hanno sostenuto che sono andati a cercare Ciancimino per arrivare ad arrestare Riina". "L'altra ipotesi è che i giudici non hanno ritenuto reato andare a trattare ove anche avessero trattato per far finire le stragi. Questa è la tesi di Giovanni Fiandaca, che diceva che ove anche fossero andati a trattare, il loro scopo era far finire le stragi e non rafforzare Riina e la mafia. Secondo questa tesi, dunque, non è reato trattare con la mafia per far finire le stragi, perché affinché ci sia reato ci deve essere anche la volontà di rafforzare la mafia. Queste sono le domande a cui dovranno rispondere le motivazioni". (segue) (Lro/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 24-SET-21 12:39 NNNN

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**MAFIA: LILLO (IL FATTO), 'PERCHE' LA TRATTATIVA E' REATO PER I MAFIOSI MA NON PER I CARABINIERI?'** (3) =

ADN0619 7 CRO 0 ADN CRO NAZ **MAFIA: LILLO (IL FATTO), 'PERCHE' LA TRATTATIVA E' REATO PER I MAFIOSI MA NON PER I CARABINIERI?'** (3) = (Adnkronos) - Quanto all'ipotesi che, alla luce delle molte assoluzioni anche nei processi paralleli, i magistrati abbiano commesso degli errori, LILLO spiega: "Calogero Mannino, indicato come colui che avviò la trattativa, è stato assolto in via definitiva; la sentenza emessa ieri a me sembra diversa. E' vero che si tratta in entrambi i casi di assoluzione, ma nella sentenza di ieri si stabilisce che il fatto non costituisce reato, dunque questa sentenza dà per esistente un fatto che invece la sentenza Mannino non dà per esistente. La sentenza Mannino è addirittura più ampia, perché dice che l'ipotesi della trattativa è illogica, sottolinea che non c'è stato un cedimento dello Stato. Dunque ora, per capire se i magistrati hanno commesso degli errori, bisognerà intanto attendere per vedere se la Cassazione, in caso di ricorso, confermerà questa sentenza, e poi se questa sentenza dice le stesse cose che sostiene la sentenza Mannino". Infine, LILLO afferma: "Le sentenze sono un'espressione della giustizia dello Stato, quindi vanno rispettate. Mannino è stato assolto perché, sulla base delle prove esistenti, i giudici lo hanno ritento innocente; allo stesso modo, questa sentenza ritiene che sulla base delle prove esistenti vadano assolti anche i carabinieri e Dell'Utri, dunque in questo senso giustizia è stata fatta. Secondo me, però, ma non è colpa dei giudici, non è stata fatta chiarezza sulla storia, su quello che è accaduto, ma questo non è compito dei giudici, spero sarà compito dei giornalisti, degli storici, di chi è deputato a ricostruire la verità storica che è cosa diversa rispetto alla verità giudiziaria". (Lro/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 24-SET-21 12:39 NNNN

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