MARTEDÌ 19 OTTOBRE 2021 13.19.38
##Polonia, Morawiecki: noi non usciamo, è l'Ue che deve cambiare
##Polonia, Morawiecki: noi non usciamo, è l'Ue che deve cambiare ##Polonia, Morawiecki: noi non usciamo, è l'Ue che deve cambiare Premier difende sentenza polacca contro primato diritto Ue Bruxelles, 19 ott. (askanews) - Con un interminabile discorso oggi a Strasburgo, più volte interrotto dal presidente di turno dell'Assemblea che lo sollecitava invano a concludere, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha difeso davanti alla plenaria del Parlamento europeo le posizioni del Tribunale costituzionale polacco e del suo governo contro il primato del diritto comunitario sul diritto primario nazionale, accusando la Corte europea di Giustizia di allargare in modo illegittimo le competenze Ue, con una "rivoluzione silenziosa" operata attraverso "interpretazioni creative delle norme" decise "a porte chiuse, senza basi nei Trattati e senza alcun controllo". Per l'occasione, Morawiecki ha anche rilanciato la vecchia accusa dei sovranisti contro la Commissione di voler creare un "super Stato" a spese della sovranità degli Stati membri. Ma nonostante questo, il primo ministro polacco ha anche confermato che il suo paese non ha alcuna intenzione di lasciare l'Ue, "L'integrazione europea è la nostra scelta, il nostro destino. Un progetto di civiltà. L'Europa è il nostro posto, siamo qui e non andremo da nessuna altra parte", ha detto all'inizio del suo discorso. Con un artificio retorico, Morawiecki ha poi citato una serie di argomentazioni simili a quelle del Tribunale costituzionale polacco ("Il primato del diritto Ue non può essere al di sopra delle costituzioni nazionali"; "La Corte costituzionale nazionale può verificare se vi siano state decisioni 'ultra vires'", ossia oltre le proprie competenze da parte dell'Ue, "e verificare se siano applicabili sul territorio nazionale"; "Il trasferimento all'Ue di competenze nazionali può violare il principio della superiorità della costituzione nazionale"), per poi rivelare che si tratta, in realtà, di citazioni da sentenze pronunciate in passato delle corti costituzionali di diversi paesi: Francia, Danimarca, Germania, Spagna, Italia. E alcune di queste sentenze, ha segnalato, sono successive al 2005, quando la Polonia entrò nell'Ue. "Oggi - ha chiesto il premier polacco - noi diciamo sì o no a tutte le decisioni prese fuori dal Trattato, a questo strisciante ampliamento delle competenze da parte della Corte europea di giustizia a questa rivoluzione silenziosa che non si basa su decisioni democratiche? Se volete creare un super Stato europeo - ha sottolineato - dovete innanzitutto chiedere agli Stati e alle popolazioni europee se questo che vogliono". "Il Tribunale costituzionale polacco - ha continuato Morawiecki - non ha mai detto che le norme del trattato Ue siano del tutto inconciliabili con la Costituzione polacca. Ha detto che ci sono della una specifiche interpretazione del diritto comunitario che sono incompatibili" con la costituzione nazionale. "Secondo la Corte europea di giustizia - ha insistito - i giudici polacchi dovrebbero applicare il primato del diritto Ue non solo sulle leggi ordinarie ma spingendosi anche a violare la Costituzione", e questo "sarebbe contro l'indipendenza della magistratura". Dire di sì a questo "significherebbe dire che l'Ue è non è più una unione libera di paesi allo stesso livello, ma un super Stato centralizzato in cui le istituzioni europee possono imporre è proprio piacere quello che ritengono più opportuno". Bisogna dire basta - ha aggiunto Morawiecki -, le competenze Ue hanno dei limiti non si può più continuare a tacere quando questi limiti vengono oltrepassati. Diciamo sì all'universalismo europeo e no al centralismo europeo". (Segue) Loc 20211019T131933Z
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