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domenica 28 novembre 2021

= SCHEDA = Covid: cosa sappiamo e non sappiamo su Omicron

 



DOMENICA 28 NOVEMBRE 2021 11.55.12


= SCHEDA = Covid: cosa sappiamo e non sappiamo su Omicron =

= SCHEDA = Covid: cosa sappiamo e non sappiamo su Omicron = (AGI) - Roma, 28 nov. - La variante B.1.1.529 del Sars-Cov-2 e' stata isolata per la prima volta in Sudafrica il 23 novembre e tre giorni dopo e' stata ribattezzata Omicron dall'Oms che ha avvertito come dai test preliminari presenti "un rischio accresciuto di reinfezione". Le mutazioni si sarebbero sviluppate in un paziente immunodepresso perche' malato di Aids e la variante si e' poi diffusa con un significativo aumento dei contagi nella provincia sudafricana del Guateng, quella di cui fanno parte Pretoria e Johannesburg. Il primo campione, pero', sarebbe quello raccolto l'11 novembre nel Botswana. - LE MUTAZIONI: La variante presenta 32 mutazioni nella proteina spike con un profilo genetico sfavorevole, piu' del doppio di quelle della variante delta. Il sistema immunitario potrebbe quindi non riconoscere la proteina spike modificata da Omicron, 'bucando' cosi' l'azione protettiva degli anticorpi sollecitati dal vaccino. - CONTAGIOSITA': Non e' ancora chiaro se si tratti di una variante piu' facilmente trasmissibile ma i primi dati sembrano indicarlo: in Sudafrica si e' passati dai 273 casi giornalieri del 16 novembre agli oltre 6mila del 27 novembre, oltre l'80% dei quali nella provincia di Gauteng dove l'indice Rt e all'1,93%. (AGI)Red/Sar (Segue) 281155 NOV 21 NNNN

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= SCHEDA = Covid: cosa sappiamo e non sappiamo su Omicron (2)=

= SCHEDA = Covid: cosa sappiamo e non sappiamo su Omicron (2)= (AGI) - Roma, 28 nov. - - PERICOLOSITA': Non e' chiaro a oggi se questo ceppo avra' maggior capacita' di provocare una malattia grave. Abbiamo di fronte una mutazione a piu' rapida diffusione e, anche se non fosse piu' letale, moltiplicando i contagi provocherebbe matematicamente un aumento dei casi gravi e dei decessi. - I VACCINI: La presenza di mutazioni nelle regioni della proteina Spike riconosciuta dagli anticorpi o dalle cellule T linfocitarie potrebbe ridurre parzialmente l'efficacia dei vaccini, ma serviranno ulteriori studi. Sara' comunque possibile aggiornare i vaccini sfruttando la maggiore versatilita' di quelli nuovi, costruiti a partire da virus inattivati (Salk) o attenuati (Sabin). Un aggiornamento richiede circa sei mesi. - LE CURE CONTRO IL COVID: Gli scienziati ritengono che gli antivirali recentemente approvati come la pillola Merck saranno efficaci anche contro la nuova variante perche' non prendono di mira la proteina spike ma impediscono al virus di replicarsi. Maggiori rischi per gli anticorpi monoclonali come la cura Regeneron, che prendono di mira parti del virus che potrebbero essere mutate. (AGI)Red/Sar 281155 NOV 21 NNNN

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