MARTEDÌ 01 FEBBRAIO 2022 15.45.14
Covid: Cimo, medici ospedalieri stanchi, 72% pronto a lasciare =
Covid: Cimo, medici ospedalieri stanchi, 72% pronto a lasciare = (AGI) - Roma, 1 feb. - Stanchi, demoralizzati, rassegnati, abbandonati. E' l'identikit dei medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale che, dopo due anni di emergenza Covid-19, non ne possono veramente piu'. E hanno sfogato le loro frustrazioni rispondendo in massa al sondaggio lanciato nei giorni scorsi dalla Federazione CIMO-FESMED, il sindacato che rappresenta oltre 18mila camici bianchi. Un'iniziativa adottata dal Presidente Guido Quici per sondare l'umore del personale che lavora in corsia, cui hanno aderito 4.258 medici di tutta Italia. In particolare, dall'indagine emerge un diffuso desiderio di fuggire dall'ospedale pubblico. Un dato che dovrebbe allarmare Istituzioni e pazienti: infatti, se da una parte il 72% dei medici partecipanti, potendo tornare ai tempi della fine del liceo, risceglierebbe la stessa professione, solo il 28% continuerebbe a lavorare in una struttura pubblica. Gli altri preferirebbero trasferirsi all'estero (26%), anticipare il pensionamento (19%), lavorare in una struttura privata (14%) o dedicarsi alla libera professione (13%). L'attaccamento al camice, dunque, e' fuori discussione. E' tutto il resto, dalla considerazione sociale alle retribuzioni, dall'organizzazione aziendale alle aspettative di carriera, dal carico di lavoro alle responsabilita', che porta sempre piu' medici dipendenti del SSN a cercare nuove opportunita' lavorative. Il rischio? Il fenomeno delle corsie deserte, gia' annunciato ma mai realmente combattuto, con pazienti costretti a curarsi in strutture private. E pazienza per chi non ha le possibilita' economiche per farlo. (AGI)Pgi (Segue) 011545 FEB 22 NNNN
MARTEDÌ 01 FEBBRAIO 2022 15.45.20
Covid: Cimo, medici ospedalieri stanchi, 72% pronto a lasciare (2)=
Covid: Cimo, medici ospedalieri stanchi, 72% pronto a lasciare (2)= (AGI) - Roma, 1 feb. - Analizzando le cause di tale insoddisfazione, emerge con forza la rabbia per essere costretti a far fronte alle carenze del sistema sacrificando la qualita' della propria vita privata (ritenuta "insufficiente" o "pessima" dal 30% dei medici): il 73% degli intervistati lavora piu' di quanto previsto dal contratto (38 ore a settimana); il 20% di questi e' addirittura costretto a lavorare piu' di 48 ore a settimana, violando in modo evidente la normativa europea sull'orario di lavoro. Una richiesta di lavoro crescente, anche per far fronte alla carenza degli organici, che si rispecchia altresi' nell'impossibilita' di godere delle ferie accumulate: il 43% dei medici che hanno risposto al sondaggio ha tra gli 11 e i 50 giorni di ferie accumulate; il 24% tra i 51 e i 100 giorni; il 18% ha accumulato piu' di 100 giorni di ferie. E anche le attivita' svolte nel corso dei turni la dicono lunga sull'insoddisfazione dei medici ospedalieri: il 56% ritiene eccessivo il tempo dedicato alla compilazione degli atti amministrativi mentre il 40% ritiene insufficiente il tempo dedicato all'atto medico e all'ascolto del paziente. Non pervenuta la possibilita' di aggiornarsi continuamente: solo il 4% dei medici riesce a dedicare molto tempo alla propria formazione. Di particolare interesse anche l'analisi del confronto delle aspettative dei medici tra l'inizio della propria carriera ed oggi, soprattutto se si prende in considerazione il numero di anni trascorsi in ospedale: appena assunti, il 70% dei giovani che lavorano da meno di 5 anni aveva alte aspettative per la professione, ma solo il 38% ed il 32% si aspettavano molto, rispettivamente, per la propria carriera e per la retribuzione. Oggi, a pochi anni di distanza, le percentuali scendono drammaticamente all'11% per quanto riguarda la professione, al 2% in merito alle prospettive di carriera e al 3% se si parla di retribuzione. Un calo molto piu' netto rispetto alle risposte date da chi lavora da oltre 15 anni nel SSN: all'inizio della professione, l'83% dei medici meno giovani aveva alte aspettative per la professione, il 50% puntava su un avanzamento della propria carriera ed il 47% su un aumento della retribuzione. Oggi, a distanza di almeno 15 anni, se il 24% conferma di avere alte aspettative per la professione, solo il 14% ed il 2% continuano a sperare in carriera e stipendi piu' alti. (AGI)Pgi (Segue) 011545 FEB 22 NNNN
MARTEDÌ 01 FEBBRAIO 2022 15.45.26
Covid: Cimo, medici ospedalieri stanchi, 72% pronto a lasciare (3)=
Covid: Cimo, medici ospedalieri stanchi, 72% pronto a lasciare (3)= (AGI) - Roma, 1 feb. - Immancabile, infine, una finestra sulle conseguenze del Covid-19 sulla professione. Per il 69% dei medici la pandemia ha avuto un impatto importante sul proprio stress psicofisico e per il 55% ha messo a repentaglio la sicurezza della propria famiglia. Il 64%, inoltre, reputa "alto" il rischio professionale corso negli ultimi due anni. E quando si chiede ai medici ospedalieri chi ritengono li abbia realmente aiutati ad affrontare questo periodo complesso, il 57% risponde "i colleghi", il 24% "familiari e amici", l'8% "nessuno", solo il 5% "la societa' e le Istituzioni". Quici: "Ora nuovo contratto di lavoro e riforma della rete ospedaliera" "Se non si fa qualcosa per arginare il malcontento dei medici dipendenti del SSN - commenta il Presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici -, ci troveremo impossibilitati a tutelare la salute di tutti i cittadini e, quindi, a rispettare l'art. 32 della Costituzione che dovrebbe continuare ad illuminare l'azione di Governo e Regioni. Ormai non c'e' scusa o giustificazione che tenga: ora e' compito della politica impedire che l'attuale contesto allontani, sempre di piu', i medici dalla sanita' pubblica". "Ci auguriamo allora - aggiunge - che venga inaugurato il processo di riforma dell'organizzazione ospedaliera, e non solo dell'assistenza territoriale, assumendo a tempo indeterminato medici e sanitari. Auspichiamo che i medici partecipino attivamente al governo clinico delle attivita'. E ci aspettiamo che venga aperto al piu' presto il tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale della dirigenza medica: i medici dipendenti del SSN meritano finalmente delle risposte concrete e dei segnali chiari di riconoscimento per il ruolo ricoperto all'interno della nostra societa', non solo negli ultimi due anni. La prima occasione utile per farlo non potra' che essere il processo di rinnovo del CCNL, cui la Federazione CIMO-FESMED offrira' come sempre il proprio attento e risoluto contributo, lottando per ottenere stimoli professionali, economici e di carriera". "In ballo - conclude Quici - non ci sono solo la soddisfazione e l'entusiasmo di una categoria che tanto ha sofferto per il bene della comunita', dimostrando uno spirito di abnegazione senza precedenti; ma c'e' il futuro stesso del Servizio Sanitario Nazionale". (AGI)Pgi 011545 FEB 22 NNNN
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