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venerdì 18 febbraio 2022

-VIDEO - Convegno SILF - INSIEME PER DIRE NO quali strategie per la prevenzione dei suicidi nelle forze di polizia Il contributo di Francesca Fabrizi in video e quello di un forestale che descrive sé stesso come "anomalia"

 







Convegno SILF - INSIEME PER DIRE NO quali strategie per la prevenzione dei suicidi nelle forze di polizia
Il contributo di Francesca Fabrizi in video e quello di un forestale che descrive sé stesso come "anomalia"
A parte quanto ho subito in prima persona, ci sono in diverse parti d’Italia molte situazioni di disagio dovute al passaggio e alla cattiva gestione della riforma, porto la testimonianza che un collega ha voluto condividere definendo sé stesso
L’ANOMALIA
L’anno 2016 volge al termine, sono un ispettore responsabile dell’Aliquota del Corpo Forestale dello Stato in una Sezione di Polizia Giudiziaria, per la mia Amministrazione sono un Comandante e mi occupo quasi esclusivamente di reati ambientali, edilizi e paesaggistici, le nostre materie. Stanno arrivando al mio indirizzo e-mail, i decreti di assegnazione che riguardano me ed i miei collaboratori, inizio a pormi delle domande: stiamo per essere militarizzati tramite file pdf trasmessi neanche via pec eppure non mi sorprende che la Legge 241/90 per noi non valga. Sono nella Pubblica Amministrazione e lavoro tra le leggi da 24 anni, so che “L'Italia è la culla der diritto e, come diceva il Professore poi Giudice costituzionale Virgilio Andrioli, er diritto ce s'è cullato così bene che s'è addormito e nun se sveja più”.
Tra poche ore il nostro Corpo Forestale non esisterà più, con il mio amico Sovrintendente stacchiamo dalla porta del nostro ufficio la targa che ci identifica, c’è scritto Sezione di P.G. – Aliquota Corpo Forestale dello Stato. Rientreremo al lavoro il 2 gennaio e saremo militari, non sarò più un comandante e la mia anzianità da ispettore mi relegherà ad ultimo maresciallo dell’ufficio. Contrariamente alle migliaia di colleghi confluiti in una Specialità appositamente creata nella nuova Amministrazione militare io ne rimarrò fuori, inserito in altra struttura; ...inizia a non piacermi, da sbirro, vedo un futuro opaco.
Sono di nuovo un militare, come nel 1989 (ero un bersagliere); ci vengono consegnate le nuove uniformi; strano però, mi consegnano i distintivi della Specialità pur essendo stato estromesso dalla stessa. La mia vocina mi dice “non bene”, sospetto mi collochino nella terra di mezzo, metà di qua e metà di là e come si dice, l’asino di tanti padroni muore di fame, per ora è solo un presentimento…
Perviene un ordine di servizio, dobbiamo sostenere un corso di formazione militare. Viene a salutarci un generale; l’ufficiale ci dice: “se avete dei dubbi chiedete, non abbiate timore” onestamente sono profondamente amareggiato perché privato del comando senza possibilità di scelta ed escluso dalla specialità di cui sarei teoricamente un componente, non voglio più rimanere in quel posto anche perché a 70 km da dove risiedo, troppi per un demansionato, quindi mi alzo, mi presento e chiedo: “sono un militare ex Forestale, ma contrariamente ai colleghi qui presenti faccio parte della struttura che lei comanda…vorrei avanzare istanza di trasferimento, a chi la devo indirizzare? A lei o alla mia Specialità?”
Qualche secondo di silenzio poi risponde: ”Lei è un’anomalia…faccia la domanda!”
Alla parola anomalia sorrisi bonariamente; dopo qualche mese, ripensando all’episodio, non avrei sorriso più.
Siamo alla metà di gennaio 2017, presento l’istanza, ho anche avvisato il Procuratore con cui ho sempre avuto un buon rapporto, ho sempre fatto ciò che mi ha chiesto, credo mi rispetti, ha detto che acconsentirà ma previa sostituzione. Dai, almeno ci avviciniamo a casa, due ore in meno che sto perdendo in viaggio, ho due figli che allora avevano 8 e 6 anni ed il tempo è prezioso. Non resta che aspettare un po’, le norme per il trasferimento nella nuova Amministrazione, che mi dicono essere trasparente, prevedono al massimo 180 giorni.
Il mio impiego è mutato, non arrivano più deleghe della materia ambientale ma quasi totalmente altri reati, eppure il decretaccio che mi ha smaltito in altra struttura parlava chiaro. Non voglio fare il rompiscatole tanto a breve dovrei sbaraccare, i 180 giorni sono quasi trascorsi, sono stato privato dell’incarico di comando e la nuova amministrazione militare con i suoi solitamente non lo fa, non ho fatto niente di male anzi le ho fatto fare un figurone con un'attività per la quale siamo finiti in prima pagina…sono fiducioso che mi accontenteranno.
Sto aspettando un po’ troppo, i 180 giorni sono inutilmente trascorsi, forse la L.241/90 per i militari non vale, paziento ancora un po’…sono fiducioso, mi accontenteranno.
A 11 mesi dalla presentazione dell’istanza faccio una telefonata ad una brava persona, un ufficiale ex Forestale in servizio nella Specialità di cui teoricamente sarei un componente. Chiedo notizie del mio trasferimento.
Il mio comandante mi dice che la mia telefonata ha creato un po’ di trambusto, sta arrivando un preavviso di diniego al trasferimento, Roma era convinta che me l’avessero notificato ma io non ne sapevo nulla. A metà dicembre 2017 mi notificano l’atto emesso nell’agosto precedente. Prof. Andrioli, quanto avevi ragione!
Sono interessanti le motivazioni: nel comando forestale non c’è posto, nell’altro comando scelto che si occupa di ambiente non è previsto un forestale, e nel comando di terza scelta, dove è previsto dalla manovra, dicono non esserlo.
Nel frattempo la mia collega forestale ex Assistente, che aveva inoltrato istanza di trasferimento 15 gg dopo di me, prima della fine del 2017 è stata trasferita. Anche per lei il Procuratore aveva chiesto il contestuale avvicendamento che invece arriverà circa un anno dopo la sua dipartita…
Percepisco il fatto come grave disparità…qualche notte “semi insonne” per questo, poi la resilienza e la speranza mi stabilizzano.
Fornisco le memorie al preavviso di diniego: rilevo la privazione dell'incarico di comando, l'impiego in materie in conflitto con il decreto che prevede che dovrei occuparmi di reati ambientali, l’estromissione dalla specialità e che una delle tre posizioni d'impiego richieste risulta disponibile.
Siamo ormai nel 2018, il provvedimento non arriva; produco istanza di accesso agli atti evidenziando che dei 6 mesi previsti ne sono passati 14
Dopo 15 mesi arriva il respingimento dell'istanza, motivazione: per due delle tre posizioni richieste “non è previsto l'inserimento di personale”, mentre per la terza “non è previsto l'inserimento di personale proveniente dal Corpo forestale dello Stato” non viene menzionato altro.. evidentemente è tutto a posto.
A meno di un mese dal diniego l'Amministrazione emana un interpello per: “n. 1 ispettore proveniente dal Corpo Forestale dello Stato per il posto che ho chiesto 16 mesi prima e per il quale avevano dichiarato non essere previsto l’impiego.
Provo sensazioni contrastanti, la sera crollo ma tra le due e le tre di notte mi sveglio, non dormo più e penso: ma ce l'hanno con me?...e perché, non ho fatto niente di male...sarà l'anomalia che rappresento, il sistema è talmente rigido che non riesce a gestirla, eppure non l'ho creata io, perché devo pagare io per la deviazione creata?
Aderisco all'interpellanza.
Luglio 2018, il mio comandante mi manda un messaggio: “il procuratore non ha dato l'assenso perché ha detto che sei indispensabile”.
Ricapitoliamo...chiedo un posto libero, il capo da parere favorevole, il mio datore di lavoro dice di no con motivazione incongruente... chiedo nuovamente e per il capo divento indispensabile, per fare altro rispetto a quello che la legge prevede che io faccia.
Mentre leggo il messaggio sono con colleghi, mi tengo la rabbia dentro, poi rimango da solo, inizio a pensare, la rabbia aumenta, inizio a sudare, fitte intense allo stomaco, qualche ora al pronto soccorso per sospetto infarto...mi liberano con la diagnosi “discomfort epigastrico in seguito a notizia negativa”.
Il documento arriva dove deve arrivare...psicologo, colloquio...10 gg a casa ma dopo 10 gg?..
Comunque la pratica è a posto.
Il parere dell'Autorità torna nuovamente favorevole con contestuale avvicendamento ed intanto siamo ad agosto 2018.
A novembre 2018 mi notificano la determinazione di trasferimento...ma...acquisterà efficacia “a sostituzione avvenuta”
L'interpellanza per il mio posto viene pubblicata a gennaio 2019... si verifica uno strano fenomeno...benché non mi occupi più di materie ambientali, per sostituirmi si deve trovare un ex forestale che dev'essere scelto tra tre nomi.
Due colleghi avanzano l'istanza per poi ritirarla perché improvvisamente trasferiti dove avevano chiesto mesi prima. Le loro istanze giacevano “congelate” ma, chiedendo di prendere il mio posto il Comando Forestale per non perderli in Procura li ha accontentati...ho il potere di rendere felici i colleghi ma io rimango fermo. Mi fa male soprattutto che in questi “giochini” siano protagonisti ex funzionari/dirigenti forestali siti in Roma Capitale.
Essere prigioniero dell'anomalia non mi permette quasi di dormire, sono sempre arrabbiato...un pomeriggio me la prendo eccessivamente con la mia bambina che all'epoca aveva 7 anni...temo anche che la prolungata deprivazione di sonno possa causarmi problematiche organiche...mi rivolgo al mio curante che è molto attento...scriverà “insonnia da ansia reattiva per riferite problematiche in ambito lavorativo”. il documento andrà dove doveva andare...la pratica viene sistemata con 20 gg a casa. Riprendo servizio come nulla fosse ad aprile 2019.
I tre nomi tra i quali il capo dovrà scegliere il mio sostituto tardano ancora ad arrivare...inoltro altro accesso agli atti evidenziando che sto subendo un danno ingiusto
Da gennaio 2017 l'anomalia verrà finalmente trasferita a dicembre del 2019.
Ora sto meglio...il lavoro che svolgo non è più forestale, onestamente non mi piace, ma me lo faccio andare, con i colleghi tutto bene come del resto è sempre stato, cerco di guadagnarmi onestamente lo stipendio. Contrariamente ad altri meno fortunati ho due figli sani ed una moglie paziente. C'è una frase che mi piace molto e che si addice a quanto vissuto negli ultimi anni: “Non aver paura di legarti con una donna forte. Può arrivare il giorno in cui lei sarà il tuo unico esercito”.
A cinque anni da quella maledetta riforma, che ha emotivamente destabilizzato la maggior parte dei forestali, è ora che l’amministrazione smetta di fingere che il loro malessere non esista, smetta di fidarsi dei neo ufficiali forestali, ascolti i sindacati e si renda conto che far applicare la disciplina militare a chi l’ha solo letta sul COM e sul TUROM sta devastando i lavoratori senza portare benefici al servizio.
L’amministrazione deve rendersi conto che se l’anno scorso 3 forestali su 6177 hanno scelto di togliersi la vita, con un’incidenza oltre che doppia rispetto a quella già impressionante dell’arma, c’è un problema grave di cui hanno sia responsabilità morale come comandanti che giuridica in qualità di datore di lavoro.
Ai colleghi in difficoltà dico chiedete aiuto, soprattutto fuori dall’amministrazione che al momento dimostra di non essere in grado di fornirne, non abbiate timore di rivolgervi a un professionista per recuperare quella serenità che dobbiamo a noi stessi e alle nostre famiglie. Sempre.

fonte: https://www.facebook.com/silftoscana/videos/538678304020880

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