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sabato 12 marzo 2022

TUMORI: LEUCEMIA, VIA ITALIANA CONTRO RICADUTE POST TRAPIANTO MIDOLLO =

 

LUNEDÌ 07 MARZO 2022 17.43.19

TUMORI: LEUCEMIA, VIA ITALIANA CONTRO RICADUTE POST TRAPIANTO MIDOLLO =

ADN1389 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RLO TUMORI: LEUCEMIA, VIA ITALIANA CONTRO RICADUTE POST TRAPIANTO MIDOLLO = Studio San Raffaele Milano-Airc, un 'silenziatore' nasconde il cancro all'immunità ma un farmaco potrebbe contrastarlo Milano, 7 mar. (Adnkronos Salute) (EMBARGO ALLE 22.00) - La ricerca italiana apre nuove speranze contro le ricadute che colpiscono circa la metà dei malati di leucemia mieloide acuta sottoposti a trapianto di midollo osseo. In quasi un caso su due, queste recidive sono dovute a un 'silenziatore' molecolare chiamato Prc2 che rende il tumore invisibile al sistema immunitario. Scienziati del San Raffaele di Milano, sostenuti da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, sono riusciti a comprendere a fondo questo meccanismo e hanno utilizzato un farmaco sperimentale anti-Prc2 per contrastarlo. L'approccio è descritto in uno studio pubblicato su 'Cancer Discovery', rivista dell'American Association for Cancer Research; mostra "ottimi risultati di efficacia in cellule in coltura e in animali di laboratorio", e gli autori confidano in "un rapido ingresso in clinica". La ricerca è stata coordinata da Luca Vago, professore associato di Ematologia all'università Vita-Salute San Raffaele e group leader della Divisione di Immunologia, Trapianti e Malattie infettive dell'Irccs ospedale San Raffaele, e da Raffaella di Micco, group leader dell'Istituto San Raffaele Telethon per la terapia tenica (Sr-Tiget) di Milano e New York Stem Cell Foundation Robertson Investigator. La leucemia mieloide acuta è un tumore del sangue molto rapido ed estremamente aggressivo, che è più frequente negli uomini over 60 pur non risparmiando i bambini, e origina nelle staminali del midollo osseo. La terapia più efficace per molti pazienti è il trapianto di midollo da donatore, che funziona per la parziale e reciproca incompatibilità tra il sistema immunitario del donatore e le cellule del paziente, tumorali comprese. Queste presentano infatti in superficie una diversa classe di proteine dette Hla, elemento che facilita il lavoro dei linfociti del donatore nel riconoscere il cancro come un nemico da attaccare ed eliminare. Nel 50% circa dei casi, però, "il tumore si ripresenta a distanza di tempo e non è più riconoscibile dai linfociti trapiantati, perché le proteine Hla normalmente presenti sulle cellule leucemiche - spiega Vago - sono state nascoste per sfuggire al sistema immunitario". E' su questo che il nuovo studio ha fatto luce, indicando una possibile strategia di cura. (segue) (Opa/Adnkronos Salute) ISSN 2465 - 1222 07-MAR-22 17:43 NNNN

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