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venerdì 8 aprile 2022

Istat: eccesso mortalità si sposta a Sud. Più uomini e anziani

 

VENERDÌ 08 APRILE 2022 11.38.46

Istat: eccesso mortalità si sposta a Sud. Più uomini e anziani

Istat: eccesso mortalità si sposta a Sud. Più uomini e anziani Istat: eccesso mortalità si sposta a Sud. Più uomini e anziani Dati 2021: tempi di propagazione della pandemia tra le spiegazioni Roma, 8 apr. (askanews) - Nel 2021 si riscontra un aumento dell'eterogeneità territoriale, sotto forma di crescita delle distanze di sopravvivenza tra Nord e Mezzogiorno. In quest'ultima ripartizione, infatti, la speranza di vita alla nascita totale scende a 81,3 anni, evidenziando una perdita di 6 mesi che vanno a cumularsi ai 7 mesi ceduti nel 2020. Inoltre, l'eccesso di mortalità sempre nel 2021 interessa più gli uomini e gli anziani. Lo rileva l'Istat nel rapporto "Indicatori demografici - Anno 2021". Una spiegazione possibile del fenomeno, spiega il dossier, riguarda i tempi di propagazione della pandemia. La prima ondata del 2020 ha colpito soprattutto il Nord mentre il Mezzogiorno è stato maggiormente coinvolto solo a partire dalla seconda, ossia nell'ultima parte dell'anno. Cosicché è verosimile che le persone più fragili residenti al Nord abbiano pagato il prezzo della vita prevalentemente nel 2020, quelle del Mezzogiorno nel 2021, con la terza e quarta ondata. Sotto tale punto di vista è esemplare il caso di molte province del Nord-ovest, le più colpite dalla prima ondata pandemica, che nel 2021 conseguono straordinari recuperi di sopravvivenza. La provincia di Bergamo, ad esempio, recupera nel 2021 ben 43 dei 44 mesi di speranza di vita ceduti nel 2020, così come Cremona (37 su 44), Piacenza (31 su 39) e Lodi (31 su 44). Al contrario, molte realtà del Mezzogiorno che nel 2020 sono state minimamente o affatto toccate dalla pandemia, nel 2021 arretrano di molte posizioni. Illuminante è il caso della provincia di Agrigento, che al mese di vita guadagnato nel 2020 se ne vede sottrarre 19 nel 2021, al pari di quella di Caltanissetta che a un risultato positivo di 2 mesi in più contrappone una perdita di 14 mesi l'anno successivo. Non mancano nemmeno situazioni nelle quali a un quadro critico già emerso nel 2020 si assiste a un peggioramento l'anno dopo. Ad esempio, la provincia di Campobasso, con 15 mesi persi nel 2021 in aggiunta agli 11 già ceduti l'anno prima, e la provincia di Enna con 13 mesi di perdita in aggiunta agli 11 lasciati nel 2020. Un'ulteriore chiave di lettura di questi andamenti è connessa al tasso di vaccinazione. Secondo i dati messi a disposizione dal Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 sulla somministrazione dei vaccini, risulta che al 31 dicembre 2021 l'86,7% della popolazione vaccinabile avrebbe ricevuto almeno una dose, l'83,3% anche una seconda (o un richiamo dopo la prima infezione) e, infine, il 36,2% la dose addizionale booster. Il tasso di vaccinazione sul territorio, tuttavia, risulta diversificato soprattutto con riferimento alle seconde e terze dosi. Nel Nord il tasso di vaccinazione per seconde dosi è dell'84,2% a fronte dell'81,6% nel Mezzogiorno. Per la dose booster il Mezzogiorno si ferma al 33% mentre il Nord è al 37,9%. Su base regionale quest'ultimo indicatore presenta valori relativamente più bassi in Sicilia (25,9%) e Calabria (30%). Tra le regioni del Nord, il fatto che nel Friuli-Venezia Giulia la speranza di vita si sia ulteriormente ridotta nel corso del 2021 può essere posto in relazione al fatto che in tale regione si riscontri un tasso di vaccinazione più contenuto con riferimento alla terza dose (33%). (Segue) Sav 20220408T113827Z

VENERDÌ 08 APRILE 2022 11.38.54

Istat: eccesso mortalità si sposta a Sud. Più uomini e anziani -2-

Istat: eccesso mortalità si sposta a Sud. Più uomini e anziani -2- Istat: eccesso mortalità si sposta a Sud. Più uomini e anziani -2- Roma, 8 apr. (askanews) - Secondo l'Istat, inoltre, l'eccesso di mortalità interessa più gli uomini e gli anziani. Secondo il Sistema di Sorveglianza Nazionale integrata dell'ISS, nel corso del 2021 sono stati registrati 58.705 decessi attribuibili a Covid-19, in calo rispetto ai 77.165 del 2020. Tuttavia, nel 2020 una quota addizionale minima di decessi (16 mila) può essere attribuita ad altre patologie concorrenti o a una parziale sottocopertura di casi Covid-19 letali. Tale conteggio, che complessivamente dà luogo a un eccesso di mortalità pari a 93 mila unità nel corso del 2020, lo si evince ipotizzando rischi di morte costanti pari a quelli osservati nel 2019 (647 mila decessi attesi rispetto a 740 mila rilevati) 4. Applicando il medesimo metodo di calcolo ai dati 2021 emerge con maggior chiarezza un quadro generale di miglioramento della sopravvivenza, già documentato attraverso le precedenti analisi della mortalità assoluta e della speranza di vita. Infatti, con rischi di morte pari a quelli del 2019, nel 2021 i morti sarebbero stati 651 mila. Il surplus accertabile, rispetto ai 709 mila decessi totali, è dunque pari a circa 58 mila casi, pressappoco la stessa quantità di eventi di decesso attribuiti a Covid-19, senza ulteriore surplus come avvenuto nel 2020. Delle 58 mila unità stimate come eccesso di mortalità, circa 32 mila sono uomini e 26 mila donne, confermando che la pandemia colpisca letalmente soprattutto il genere maschile. In base all'età le perdite umane in eccesso si concentrano tutte dopo i 50 anni e risultano maggiori all'avanzare dell'età. Si registra un eccesso di mortalità nelle età più fragili, che per gli uomini interessa soprattutto le classi 80-94 anni (oltre 16 mila decessi in più), mentre per le donne prevale nella classe 85-99 anni (circa 18 mila). A livello nazionale l'eccesso di mortalità rappresenta l'8% della mortalità riscontrata nell'anno (13% nel 2020) ma la situazione è molto varia sul piano territoriale. Nel Nord rappresenta il 7%, nel Centro l'8% e nel Mezzogiorno il 10% del totale. A livello regionale i valori variano dal 5% della Liguria al 17% del Molise, confermando un'immagine letteralmente capovolta rispetto al 2020. Sav 20220408T113834Z

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