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martedì 3 maggio 2022

FORZE DELL'ORDINE, SINDACATI CARABINIERI: GIUNTI A DIFFAMAZIONE PUBBLICA

 

MARTEDÌ 03 MAGGIO 2022 15.47.00

FORZE DELL'ORDINE, SINDACATI CARABINIERI: GIUNTI A DIFFAMAZIONE PUBBLICA

9CO1280860 4 CRO ITA R01 FORZE DELL'ORDINE, SINDACATI CARABINIERI: GIUNTI A DIFFAMAZIONE PUBBLICA (9Colonne) Roma, 3 mag - "Il direttore del giornale Affari Italiani, Angelo Maria Perrino, ospite di Milo Infante sulle reti Rai, nell'analizzare dolorosi casi di cronaca tenta maldestramente di addossare la responsabilità della cattiva gestione della giustizia sulle forze di polizia, descritti ed irrisi come ignoranti e incapaci di rappresentare le situazioni alla magistratura. Direi che si è giunti alla diffamazione pubblica in programmi Rai". Così Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo Sindacato Carabinieri commenta le dichiarazioni rilasciate dal giornalista ieri alla trasmissione di Rai 2 "Ore 14". "Un attacco gratuito e senza contraddittorio di chi, in una trasmissione pubblica, è abituato a non veder reagire le forze di polizia dal 1814. Affermare che gli operatori siano analfabeti funzionali del diritto - prosegue Zetti - lo trovo davvero di pessimo gusto e da paese da terzo mondo. Tutti sanno che oggi il carabiniere o il poliziotto ha una preparazione professionale paritetica agli operatori del settore. Non dimentichiamoci che il sistema legislativo lo sottolinea quando per il codice rosso ritiene che l'ufficiale di PG possa sostituire, nell'esame della vittima, il magistrato. Abbiamo dato mandato nostro legale, avvocato Giorgio Carta, per valutare se sussistono gli estremi per una querela. Quanto alla trasmissione, ci aspettiamo un invito al contraddittorio, per poter dimostrare, in pari spazio e visibilità, che quanto detto dal giornalista Perfino, è solo l'ennesima pala di fango su un corpo oggi più preparato e professionale che mai". Antonio Tarallo, segretario generale dell'Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC) commenta: "Il 'chiacchiericcio' da talk show non ci appartiene e poco ci interessa. Ma questa volta crediamo che si sia oltrepassato il limite additando le donne e gli uomini delle forze di polizia come ignoranti e quindi incapaci di rappresentare alla magistratura le situazioni che poi sfociano, purtroppo, in dolorosi casi di cronaca nera", "un attacco vergognoso, lesivo per l'immagine dei corpi di polizia sferrato in una televisione pubblica che non può non essere condannato e passare sotto silenzio" e "dispiace, in ultimo, che il servizio pubblico permetta a chicchessia di affermare tali stupidaggini senza contraddittorio, o quantomeno senza una presa di posizione forte dello stesso conduttore". In una nota il SIM, sindacato dei Carabinieri, prende le distanze da quella che definisce una "narrazione offensiva, surreale e priva di fondamento" e chiede che il cda della Rai e il conduttore Milo Infante "prendano le distanze da quanto asserito sulla rete pubblica", "abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni dei nostri iscritti indignati (per dirla con un eufemismo)", "come ormai soventemente assistiamo, la mancanza di competenza e conoscenza specifica viene barbaramente soppiantata dall'offesa, dal becero qualunquismo da osteria, retaggio di preconcetti ingiustificati e - peraltro - oggettivamente inesistenti". E ricorda che "tutti i marescialli in servizio dall'anno 2000, hanno la laurea triennale, i nostri Ufficiali da tantissimo tempo terminano il ciclo di studi nelle accademie con la laurea quinquennale. I giovani Carabinieri sono tutti diplomati. Se pensiamo poi alla TV pubblica pagata con il nostro canone, alla presenza totalmente assente e silenziosa del conduttore Milo Infante, ci è dispiaciuto assistere ad un umorismo di barzellette (per dirla alla Giorgio Faletti) da teatrino di terz'ordine". (red) 031546 MAG 22 

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