LA STALLA
Ieri sera anche Marco da Milano è finito nella stalla democratica; illuminato dal giallo verde della statua del cavallo RAI ammaestrato da Zelensky. Costui ha “commemorato l’anniversario dell’inizio della guerra Ucraina/Russia“; in verità avviata nel 2014 con l’aggressione di inermi cittadini d’etnia russa da parte dei battaglioni filonazisti Azov; che in breve tempo hanno lasciato sul terreno 14.000 cadaveri, come punizione per aver votato al 92% non la scissione dall’Ucraina; ma solamente per l’autonomia speciale per quelle regioni; come in Italia già si fa in Alto Adige; in Trentino e in Valle d’Aosta.
Tutto in nome della libertà per i benestanti e la povertà per i lavoratori da istupidire con programmi idioti (Umberto Eco, Federico Fellini, Massimo Troisi, Renato Zero, ecc…), per l’ennesima volta la Rai ha ignorato la causa scatenante della guerra; per di più, la solita passerella degli Ucraini questa volta è stata accompagnata da una prezzolata scrittrice russa palesamene nostalgica dell’antisovietismo. Questa signora Ylena Belorusse, su istigazione provocatoria del da Milano ha sostenuto che la guerra può finire solo con l’arresto di Putin e il trionfo militare dell’Ucraina.
Anziché “il cavallo e la torre; si propone di chiamare il titolo della trasmissione “l’asino e la stalla “; confacente all’intelligenza del quadrupede dalle lunghe orecchie e al luogo di ricovero adatto per gli esseri non umani; in virtù del quale non sono più gli utenti televisivi quelli che devono pagare il canone.
Enrico Corti
25 febbraio 2023
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