ma nell'era dell'apparenza e del consumo, il pensiero è stato declassato da strumento per comprendere la complessità del reale ad ingombrante ostacolo da eliminare,
attraverso i tanti mezzi di distrazione
specialmente per le giovani generazioni.
Ne consegue che nessuno o quasi si domanda da chi sono controllati e finanziati i canali attraverso cui "ci informiamo". Diversamente, sarebbe noto ai più che essi sono a tutti gli effetti il braccio destro del potere, un potere tanto occulto quanto autoreferenziale e antidemocratico, che si trincera nella segretezza di incontri privati ai quali partecipano ovviamente
anche i direttori e i principaliesponenti dell'apparato mediatico.
Le democrazie diventano ingovernabili nel momento in cui minacciano la "governance", nel momento in cui mettono in dubbio, o meglio contestano, la subordinazione dei valori al materialismo, che si traduce, nel paradigma del nuovo autoritarismo plutocratico, nel dissenso e l'insubordinazione verso le strutture chiave del capitalismo finanziario che hanno sottomesso la politica, adattando le regole e i principi del mercato allo stato di diritto e trasformando le società in una massa di individui disgregati "governati" dai tecnocrati.
Per risolvere la "crisi della democrazia", ossia il fatto che il demos pretenda una partecipazione attiva alle decisioni della vita pubblica, non si può prescindere dai media come strumenti di costruzione del consenso. Proprio a tal fine sono state elaborate, ben prima del rapporto redatto dai membri della Trilaterale, delle vere e proprie tecniche per alterare la percezione dei fatti, che consistono in una sistematica mistificazione della realtà, nella creazione di slogan, nella rigida selezione delle notizie da diffondere e nell'inculcare agli spettatori passivi gli pseudo valori funzionali alla classe dominante che controlla i mezzi di comunicazione.
https://www.giorgiaudiello.it/il-potere-dei-media-dalla-propaganda-alle-big-five/
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Subendo l'imperialismo Usa cerchiamo di capire la contemporaneità, resistendo.
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Ne consegue che nessuno o quasi si domanda da chi sono controllati e finanziati i canali attraverso cui "ci informiamo". Diversamente, sarebbe noto ai più che essi sono a tutti gli effetti il braccio destro del potere, un potere tanto occulto quanto autoreferenziale e antidemocratico, che si trincera nella segretezza di incontri privati ai quali partecipano ovviamente
anche i direttori e i principaliesponenti dell'apparato mediatico.
Le democrazie diventano ingovernabili nel momento in cui minacciano la "governance", nel momento in cui mettono in dubbio, o meglio contestano, la subordinazione dei valori al materialismo, che si traduce, nel paradigma del nuovo autoritarismo plutocratico, nel dissenso e l'insubordinazione verso le strutture chiave del capitalismo finanziario che hanno sottomesso la politica, adattando le regole e i principi del mercato allo stato di diritto e trasformando le società in una massa di individui disgregati "governati" dai tecnocrati.
Per risolvere la "crisi della democrazia", ossia il fatto che il demos pretenda una partecipazione attiva alle decisioni della vita pubblica, non si può prescindere dai media come strumenti di costruzione del consenso. Proprio a tal fine sono state elaborate, ben prima del rapporto redatto dai membri della Trilaterale, delle vere e proprie tecniche per alterare la percezione dei fatti, che consistono in una sistematica mistificazione della realtà, nella creazione di slogan, nella rigida selezione delle notizie da diffondere e nell'inculcare agli spettatori passivi gli pseudo valori funzionali alla classe dominante che controlla i mezzi di comunicazione.
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IL POTERE DEI MEDIA: DALLA PROPAGANDA ALLE "BIG FIVE" - Giorgia Audiello - blog
Non si esagera se si afferma che i mezzi di comunicazione di massa rappresentano oggi i nuovi oracoli della contemporaneità. La loro veridicità e la loro affidabilità è r..
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