A Messina sfila il fronte del No al Ponte sullo Stretto: “Un’opera che guarda al passato e non al futuro”
- Mimmo Lucano e Renato Accorinti sfilano in testa al corteo uno accanto all’altro. Sono gli ex sindaci di Riace e di Messina a guidare il corteo più partecipato da quando Matteo Salvini ha rilanciato il progetto del Ponte sullo Stretto. È il segno dell’unione delle due sponde, e della politica fatta sul territorio che protesta contro “lo sperpero di risorse”: “Bisogna vivere i nostri territori per comprendere che non servono i grandi affari, serve un recupero a costo zero di quel che è nell’abbandono”, sottolinea Lucano. La
politica dal basso, quella dei territori si intesta non solo
simbolicamente il nuovo corteo contro la grande opera, al quale
partecipano più di 5 mila persone.
Di queste, in 400 arrivano dalla sponda calabrese, perché “questa è la
madre di tutte le battaglie, per l’arroganza con la quale viene proposta
la questione del Ponte, per la sua stupidità. Siamo stati 15 giorni senz’acqua, mancano le risorse idriche: c’è bisogno di altro, non di quest’ennesima buffonata”, dice Maurizio Mazzolla del movimento No Ponte calabrese. Questa
è una mega opera che guarda al passato e non al futuro. I miliardi
impegnati per la grande opera servono al Sud per la linea ferroviaria,
le strade, per la sanità pubblica: non è possibile che migliaia di
persone debbano andare a curarsi al Nord. Da oltre 20 anni il nostro territorio è sotto ricatto del
Ponte, dato come unico volano di sviluppo. Nel frattempo sprofondiamo
in una crisi economica e demografica che pare inarrestabile. C’è anche Rifondazione comunista, la Cgil, il Wwf, Legambiente, i Verdi:
C’è la Politica e c’è la politica di contrasto ed è importante che ci
sia perché dobbiamo difendere le basi democratiche di questo Paese,
l’art. 9 della Costituzione, il codice Appalti e le concessioni, solo
per citarne alcuni.
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