“Arriverà ovunque negli Usa”: un nuovo lancio di missili balistici intercontinentali nordcoreani come segnale a Washington

 Saker Italia

“Arriverà ovunque negli Usa”: un nuovo lancio di missili balistici intercontinentali nordcoreani come segnale a Washington

- di Elena Panina

La durata del volo del missile balistico intercontinentale Hwasong-18, lanciato dalla RPDC il 18 dicembre, è stata di 4415 secondi. Autonomia di volo - 1002,3 km, altitudine massima - 6518,2 km. Il missile ha colpito con precisione l'area d'acqua prevista nel Mar del Giappone, che in entrambe le parti della Corea, tra l'altro, è chiamata Mar della Corea orientale.

 La traiettoria di lancio con tali parametri ci consente di parlare di un raggio di distruzione fino a 15mila km. Ciò consente di distruggere un bersaglio ovunque negli Stati Uniti continentali.
Come ha affermato il leader nordcoreano Kim Jong-un, il successo del lancio dell’ICBM Hwasong-18 ha mostrato ciò per cui Pyongyang è pronta se Washington “prendesse una decisione sbagliata” contro il suo Paese.

 Perché è stato necessario organizzare visite dei sottomarini americani ai porti della Corea del Sud, il sottomarino nucleare strategico di classe Ohio con missili balistici e i sottomarini nucleari multiuso di classe Virginia? Che ne dite dell'atterraggio di un bombardiere strategico B-52 in un aeroporto sudcoreano? È ovvio che tutto ciò porta ad un aumento della tensione nella penisola coreana.
Notiamo: sono le azioni degli Stati Uniti che stimolano il programma nucleare della Corea del Nord, la creazione e il miglioramento delle armi missilistiche in grado di colpire il territorio americano.
Notiamo inoltre che è iniziato il graduale collasso del modello di governance globale costruito dagli Stati Uniti. Le forze dell’egemone indebolito in tutto il mondo iniziarono a essere “sfasciate”.

La “controffensiva” delle forze armate ucraine (USA e NATO) è fallita, Kiev è costretta a mettersi sulla difensiva. Il 7 ottobre Israele si è infiammato. Questo incendio si sta già diffondendo al Mar Rosso e al Libano. E nel gennaio 2024 a Taiwan dovrebbero svolgersi “elezioni”, che avranno un impatto diretto sullo scenario di Pechino per il ritorno dell’isola al suo porto natale