MERCOLEDÌ 12 GIUGNO 2024 15.42.31
Salute: ricostruita l'origine e la diffusione della malaria =
Salute: ricostruita l'origine e la diffusione della malaria = (AGI) - Roma 12 giu.- (Notizia con EMBARGO ore 17:00) - Ricostruiti gli antichi genomi dei due parassiti piu' letali della malaria, il Plasmodium vivax e il Plasmodium falciparum. A compiere l'impresa, descritta su 'Nature', una squadra internazionale di ricercatori. La malaria, una delle malattie infettive piu' letali al mondo, e' causata da diverse specie di parassiti unicellulari che vengono trasmessi attraverso la puntura di zanzare Anopheles infette. Nonostante i grandi sforzi di controllo e di eradicazione, quasi la meta' della popolazione mondiale vive ancora in regioni in cui e' a rischio di contrarre la malaria e l'Organizzazione Mondiale della Sanita' stima che la malaria causi ogni anno circa 250 milioni di infezioni e piu' di 600mila morti. Al di la' di questo enorme impatto moderno, la malaria ha plasmato fortemente la storia evolutiva umana. "Sebbene oggi sia in gran parte una malattia tropicale, solo un secolo fa il raggio d'azione dell'agente patogeno copriva meta' della superficie terrestre del mondo, comprese parti degli Stati Uniti settentrionali, del Canada meridionale, della Scandinavia e della Siberia", ha spiegato Megan Michel, ricercatrice di dottorato presso il Centro di ricerca Max Planck-Harvard per la collaborazione di ricerca tra l'Istituto Max Planck per l'antropologia evolutiva (Mpi-Eva), e l'Iniziativa per la scienza del passato umano dell'Universita' di Harvard. "L'eredita' della malaria e' scritta nel nostro stesso genoma: si pensa che le varianti genetiche responsabili di devastanti disturbi del sangue come la malattia falciforme persistano nelle popolazioni umane perche' conferiscono una parziale resistenza all'infezione malarica", ha continuato Michel, che e' anche autrice principale. Nonostante questo impatto evolutivo, le origini e la diffusione delle due specie piu' letali di parassiti della malaria, Plasmodium falciparum e Plasmodium vivax, rimangono avvolte nel mistero. Le infezioni da malaria non lasciano tracce visibili nei resti scheletrici umani e gli scarsi riferimenti nei testi storici possono essere difficili da decifrare. Tuttavia, i recenti progressi nel campo del dna antico hanno rivelato che i denti umani possono conservare tracce di agenti patogeni presenti nel sangue di una persona al momento della morte, offrendo l'opportunita' di studiare malattie normalmente invisibili nei documenti archeologici. Per esplorare l'enigmatica storia della malaria, un gruppo internazionale di ricercatori, in rappresentanza di 80 istituzioni e 21 Paesi, ha ricostruito i dati relativi all'antico genoma del Plasmodium di 36 individui infettati dalla malaria in un arco di tempo di 5.500 anni di storia umana nei cinque continenti. Questi antichi casi di malaria offrono un'opportunita' senza precedenti per ricostruire la diffusione mondiale della malaria e il suo impatto storico su scala globale, regionale e persino individuale. (AGI)Sci/Oll (Segue) 121542 GIU 24 NNNN
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