Offensiva ucraina, il parere dei giuristi: “Siamo oltre la difesa legittima. Costituzione e Onu sono ignorate”:
A novecento giorni dall’inizio della guerra, la pace è sempre più lontana. Le forze armate ucraine sono entrate nelle regioni russe di Kursk e Belgorod: “La causa principale di qualsiasi escalation, bombardamento, azione militare, evacuazione forzata e distruzione di normali forme di vita, anche all’interno dei territori della Federazione russa è esclusivamente l’aggressione della Russia”, ha detto ieri Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky. A luglio il nuovo Parlamento europeo ha votato una risoluzione che “sostiene fermamente l’eliminazione delle restrizioni all’uso dei sistemi di armi occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari su territorio russo”. Due partiti su tre della maggioranza – FdI e FI – hanno votato a favore e pure il Pd (salvo Cecilia Strada e Marco Tarquinio), eppure sia il governo sia il Pd avevano escluso categoricamente la possibilità che l’Ucraina potesse usare le nostre armi per colpire in territorio russo.
Una linea rossa, nemmeno troppo sottile, è stata oltrepassata: siamo in una situazione di co-belligeranza? “Si parla di legittima difesa”, spiega Domenico Gallo – ex presidente di sezione della Corte di Cassazione – “perché c’è stata un’aggressione da parte della Russia. La carta dell’Onu legittima il diritto naturale di resistenza quando venga compiuta un’aggressione armata contro un altro Stato, ma non una guerra senza fine e senza limiti. Si sostiene ora la perfetta legittimità di un’azione che trasforma una guerra di resistenza in una contro-aggressione per regolare i conti con lo Stato nemico e riprendersi territori persi in precedenza. Siamo palesemente fuori dal perimetro della legittima difesa: c’è una guerra tra due nazioni che cercano di distruggersi a vicenda. L’Italia, quindi, è quasi in una situazione di cobelligeranza perché si trova tra i Paesi che istigano e aiutano una parte a combattere contro l’altra, al di fuori dei confini che l’articolo 11 della Carta e lo Statuto dell’Onu hanno messo per frenare il ricorso all’uso della forza nelle relazioni fra gli Stati”. Anche Gaetano Azzariti, costituzionalista della Sapienza, torna sulle numerose violazioni del diritto internazionale: “Dobbiamo, ancora una volta, fare l’angoscioso elenco delle risoluzioni Onu non rispettate, degli articoli della Carta dell’Onu non rispettati. E naturalmente anche della Costituzione, perché ci sono diverse questioni che riguardano anche noi come Paese. L’invio delle armi italiane in Ucraina è un buco nero, non solo perché le armi si inviano, ma perché sono ancora incredibilmente secretate. Eppure non è questo il maggiore problema: l’urgenza è una politica nazionale, europea e mondiale che imponga la pace. Kelsen diceva che l’unica possibilità di uscire dall’incubo delle guerre è la via del diritto. Ma oggi il diritto è superato dalla logica bellicista, la Costituzione e la carta dell’Onu totalmente messe da parte. È una tendenza tragica e non riguarda solo il conflitto in Ucraina: le decisioni di due tribunali dell’Aja sulla carneficina in atto a Gaza vengono completamente ignorate. Come se non esistessero”.
“Mentre Putin raccomanda moderazione all’Iran, Zelensky mostra di essersi investito del ruolo opposto, sacrificando il suo stesso popolo”, dice Raniero La Valle, giornalista e saggista, candidato alle ultime elezioni europee. “L’Italia si ritrova così a essere complice, dopo aver riempito di armi il leader ucraino, dopo avergli promesso con l’Europa e con la Nato di fargli vincere la guerra. Ciò senza che il Parlamento ne sia informato, senza che il Presidente della Repubblica abbia dichiarato lo stato di guerra, senza che la Costituzione sia stata chiamata in causa. Il governo sta gettando l’Italia in una situazione di massimo pericolo e sta mettendo a rischio la pace stessa del mondo”. (Silvia Truzzi, Fatto Quotidiano)
T.me/GiuseppeSalamone
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