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mercoledì 6 novembre 2024

Il tramonto della democrazia senza l’aurora? ( a cura di Enrico Corti)

 

da Enrico Corti

Posta in arrivo

Corti - Pirola

mar 5 nov, 14:12 (1 giorno fa)
a Ccn: me

Il tramonto della democrazia senza l’aurora?

Invitato nell’ultima trasmissione televisiva “la torre di Babele”, alla domanda se lo rende felice la decisione di Giorgia Meloni di ritirare la Querela a suo carico il Professore Luciano Canfora ha risposto; “sono stato sempre sereno d’animo, pertanto la decisione della Presidente non mi provoca alcuna reazione“.

Per un ’intervistatore rispettoso dell’ovvio approfondimento, era doveroso chiedere al Professore il suo parere sul perché della decisione di revocare la Querela; ma Corrado Augias si è ben guardato dal farlo; così gli utenti TV non son stati messi in condizione di riflettere sulla più che plausibile motivazione; “da scaltra propagandista di se stessa qualè, opportunisticamente nemica della oggettiva verità, “con la calcolatrice in mano, Giorgia Meloni ha realizzato che la celebrazione di un eventuale processo avrebbe prodotto un aumento della popolarità del Prof. Canfora; con una automatica riduzione della sua, anche in considerazione delle attuali difficoltà di Governo che, con i negativi nodi finalmente giunti al pettine, si sono ingarbugliati e peggiorati“.      

Alla domanda sul perché la “democrazia occidentale“ è in crisi, il Prof. Canfora ha lucidamente risposto; “con la fine della tregua internazionale post-bellica (denominata guerra fredda) e lo scioglimento dell’Unione Sovietica, la “democrazia occidentale non si è limitata a vincere, ma ha voluto stravincere“.  

Anche su questo tema, il “fare“ del conduttore non ci ha  dato modo di approfondire il perché del successo dello stravincere; così è mancata una analisi vera sullo cause primarie della crisi democratica occidentale, più che probabilmente è la seguente; “il cittadino elettore viene chiamato al voto una volta ogni cinque anni, compiuto il suo ipocritica rito, il popolo viene istituzionalmente abbandonato con delega ai poteri esecutivi (nemmeno a quelli legislativi), che come formazione politica da sistema non sanno nemmeno come fare per organizzare assemblee popolari; nemmeno sui temi principalmente vitali per i cittadini; è questo sistema che “educa“ i governati a non volere la costante coo-partecpazione loro ai temi di pubblico interesse.

Così la politica non la fanno i politici istituzionalmente preposti; ma i poteri economici e finanziari, il più delle volte di natura multi-nazionali ovviamente occidentali; tra questi e i lavoratori dipendenti  c’è un enorme abisso; è vero che la democrazia in quanto tale non è mai conclusa; ma almeno si facciano delle legge che, in tutti gli Stati in cui si applica, da l’arbitrario diritto a esigue minoranze di rappresentare tutto il popolo.         

            Quando si cita la Cina, non gli si riconoscono i grandi progressi realizzati in tecnologia, industria, commercio e socialità, rispetto alla quale gli si imputa di non essere “democratica all’occidentale“ senza conoscere il grado di partecipazione popolare; la quale da grande potenza non ha mai invaso altre nazioni; non è invasione la vicenda Amministrazione Centrale Tibetana, governata confessionalmente da una teocrazia buddista Dalai Lama che decide non consultando laicamente il popolo ma, stregonescamente, l’oracolo.

            Gli Usa invece si citano con un gran strombazzare sulle elezioni presidenziali, al voto odierno partecipa il candidato Donald Trump; pluri accusato e simbolo della “democrazia occidentale“ corrotta in mano agli affari corruttivi delle mafie e dei corruttori. La candidata avversaria “democratica popolana“; per la quale la maggioranza della stampa italiane fa il tifo: per partecipare ha raccolto quasi 300 milioni di dollari dagli “amici“ ricchi; sui bombardamenti a Gaza e Libano ha detto “Israele per difendersi ha il diritto di usare le armi

            A prescindere da che vincerà la puerile sfida a sciabolate all’OK Corral Far West; gli Usa manterranno le basi militai all’estero (323 in 31 Stati solo in Europa) e saranno coinvolti nella gran parte dei conflitti armati sul pianeta (direttamente 54 volte in 36 Stati). Sempre in nome della democrazia.  

            Enrico Corti

            5 novembre 2024

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