A Belgrado ricordato 81/mo della liberazione dal nazismo Firmato accordo per rafforzare collaborazione con Mosca (ANSA) - BELGRADO, 20 OTT - A Belgrado è stato ricordato oggi l'81/mo anniversario della liberazione della città dall'occupazione nazista con cerimonie commemorative, mostre e dibattiti. Corone di fiori sono state deposte da esponenti del governo serbo e rappresentanti della municipalità della capitale ai memoriali e monumenti che ricordano il sacrificio di migliaia di combattenti dell'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia (Novj), appoggiati dalle truppe dell'Armata rossa sovietica. L'operazione militare per la liberazioine di Belgrado, dopo tre anni e sette mesi di occupazione nazista, prese il via il 12 ottobre 1944 e si concluse il 20 ottobre dopo furiosi combattimenti, con un bilancio di quasi 3 mila morti tra le formazioni di difesa e resistenza jugoslava e quali mille caduti dell'Armata rossa. In coincidenza con l'anniversario della liberazione, nella capitale serba è stata organizzata per oggi e domani la manifestazione 'Giornate di Mosca a Belgrado', con un programma che prevede mostre, concerti, conferenze, incontri fra organizzazioni serbe e russe. Nell'ambito di tale iniziativa, a Belgrado è stato firmato un memorandum che prevede il rafforzamento della collaborazione fra le due capitali nel periodo 2026-2029. A siglare il documento sono stati il presidente del consiglio comunale di Belgrado Nikola Nikodijevic e il responsabile per i rapporti internazionali del Comune di Mosca Serghiei Ceriomin. L'obiettivo è intensificare i rapporti e gli scambi tra le due capitali in particolare nei settori dei trasporti e delle comunicazioni, dell'istruzione, della cultura, dello sport. Per Nikodijevic, tale accordo favorirà l'afflusso di nuovi investimenti russi a Belgrado e nel resto della Serbia, consentendo al tempo stesso l'ingresso di aziende e imprenditori serbi sul mercato della Federazione russa. La Serbia, con la Bielorussia, è l'unico Paese europeo a non aver imposto sanzioni alla Russia, e Belgrado è la sola capitale del vecchio continente ad aver mantenuto collegamenti aerei diretti con Mosca e San Pietroburgo, e ciò senza l'obbligo di visto per i cittadini dei due Paesi. Per le difficoltà finanziarie causate dalle sanzioni, decine di migliaia di russi - professionisti, informatici, imprenditori - si sono trasferiti negli ultimi anni in Serbia, Paese considerato amico e non ostile come il blocco occidentale, dando vita, in particolare a Belgrado e Novi Sad, a nuove società, aprendo negozi e ristoranti e intervenendo massicciamente sul mercato immobiliare con l'acquisto di appartamenti e interi edifici. (ANSA).
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