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π§π₯ππ£π£π’ππ πππππ ππ¦π¦ππ§ π₯π¨π¦π¦π [PARTE 1]
Ursula
Guerrafonderleyen e il suo circo di sonnambuli bellicisti insistono. Ci
martellano i cabbasisi giorno e notte con l’idea malsana di trasformare
gli asset sovrani russi “congelati” in un grande fondo di guerra per
alimentare l’insaziabile buco nero delle cosche di Kiev. La presentano
come un atto di “giustizia”, addirittura come una leva per costringere
Mosca al tavolo dei negoziati. In realtΓ siamo di fronte a una delle
operazioni politiche piΓΉ irresponsabili e destabilizzanti che si
potessero concepire nel momento piΓΉ fragile dell’ordine globale.
La
fiducia internazionale Γ¨ giΓ un casino che la metΓ basta. Di certo non Γ¨
un bene ornamentale. Dovrebbe essere la struttura portante su cui si
reggono mercati, scambi, riserve valutarie, interdipendenze commerciali e
stabilitΓ geopolitica. Se l’Europa decidesse di rompere unilateralmente
quel principio fondamentale – la sicurezza delle riserve sovrane
depositate in mano a Paesi che si dicono “civilizzati” – si aprirebbe
una ferita insanabile. Da un giorno all’altro, decine di Stati non
occidentali sarebbero incentivati a ritirare ogni disponibilitΓ
finanziaria dai mercati europei. Non tanto per simpatia verso Mosca,
quanto per semplice autodifesa. Crollerebbe l’immagine dell’Europa come
spazio prevedibile e affidabile. Le facce di Ursula, di Merz, di Macron,
di Starmer, giΓ vicine alla totale impresentabilitΓ , diventerebbero un
marchio d’infamia assoluto. Si aprirebbe una fuga di capitali senza
precedenti, capace di erodere ogni tenuta monetaria europea e di
scuotere a fondo i sistemi bancari e industriali del continente, con
effetti a catena letteralmente “imprevedibili”.
Nel secolo
dell’economicismo ottuso e dei suoi Draghi va precisato una volta di piΓΉ
– a scanso di equivoci - che in questo caso non si tratta solo di
economia. Un simile atto creerebbe un precedente legale tossico, che
nessuna potenza emergente potrebbe accettare: basterebbe una maggioranza
politica del momento per dichiarare un Paese “aggressore” e requisirne
le riserve. Γ la legalizzazione del saccheggio. Per questo le potenze
dell’Eurasia, dall’India alla Cina fino ai Paesi del Golfo, considerano
l’idea di Bruxelles una minaccia diretta alla propria sovranitΓ , un
avvertimento brutale a diversificare e soprattutto ad allontanare i
propri capitali dall’Occidente. Non che gli impieghi alternativi
sarebbero automatici, anche perchΓ© i recenti usi del dollaro come arma
hanno creato sfiducia anche verso la moneta piΓΉ importante. Ma di certo
si creerebbe un’ondata sconvolgente che lascerebbe soprattutto l’Europa
in braghe di tela.
Le ritorsioni, poi, sarebbero inevitabili. Non
esiste Stato al mondo che subisca un esproprio di questa portata senza
reagire. Mosca nazionalizzerebbe gli asset europei sul proprio
territorio, taglierebbe selettivamente esportazioni cruciali (uranio,
combustibili, metalli rari), chiuderebbe valvole energetiche e rotte
logistiche, e aprirebbe allora sΓ¬ i tanto paventati fronti “ibridi”:
dopo tante bufale sulla guerra ibrida usate come “false flag” al
rallentatore per spillarci soldi per darli alle industrie belliche,
allora sì che un ampio spettro di misure ostili entrerebbe in campo su
ogni vulnerabilitΓ , resa piΓΉ grave proprio dai presunti fanatici della
sicurezza. E soprattutto: si chiuderebbe ogni varco di negoziato. PerchΓ©
nessuno si siede a un tavolo mentre gli stanno rubando sfrontatamente
la cassaforte.
[…] [FINE PARTE 1]
[SEGUE…]

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