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martedì 9 dicembre 2025


🎙 Risposte del portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri della Russia M.V. Zakharova alle domande dei media riguardo alla nuova «Strategia di sicurezza nazionale degli USA» (8 dicembre 2025)

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❓ Domanda: il 4 dicembre l'Amministrazione del Presidente USA D. Trump ha pubblicato una nuova e al contempo in molti aspetti rinnovata «Strategia di sicurezza nazionale degli USA». La prima e principale domanda a riguardo è: come influenzeranno le sue disposizioni le relazioni tra USA e Russia?

💬 M.V. Zakharova: Nella nuova versione della «Strategia di sicurezza nazionale degli USA» notiamo una serie di disposizioni che indicano una seria revisione delle dottrine di politica estera degli USA, cosa particolarmente evidente in contrasto con la versione precedente del 2022.

In primo luogo, colpisce la revisione della precedente scommessa di Washington sull'egemonia – nel documento si afferma chiaramente che in passato «le élite americane hanno commesso gravi errori di valutazione», facendo «una scommessa molto sbagliata e distruttiva sul globalismo». <...>

Questa ideologia di base definisce come comprendiamo un altro principio chiave della «Strategia» – intendendo il richiamo a "porre fine alla percezione della NATO come un'alleanza in continua espansione", insieme all'obiettivo di «prevenire tale realtà». In altre parole, gli Stati Uniti per la prima volta non solo fissano, se non un impegno a non espandere l'alleanza, almeno mettono ufficialmente in discussione la sua dinamica da sempre aggressivamente espansionista. <...>

È importante anche che la Russia venga menzionata nel documento nel contesto della sicurezza paneuropea, e che mancano appelli a un contenimento sistemico del nostro Stato e all'aumento della pressione economica su di noi.

☝️ Tuttavia, senza nominare direttamente Mosca, nella nuova versione della «Strategia» Washington ha chiaramente indicato i piani per raggiungere il «dominio energetico» attraverso la «riduzione dell'influenza degli avversari».

❓Domanda: Come valuta il Ministero degli Esteri russo l'aspetto politico-militare della nuova «Strategia» e, in particolare, l'obiettivo dichiarato di raggiungere la stabilità strategica nei rapporti con noi?

💬 M.V. Zakharova: Nonostante l'approccio pragmatico generale al tema, osserviamo una serie di momenti contraddittori. Nel documento non abbiamo visto elementi che permettessero di comprendere la visione americana del «post TNP». Ci riferiamo alla definizione della parità dei limiti quantitativi centrali degli armamenti nucleari.

Riteniamo vaghe anche le disposizioni sul sistema globale di difesa missilistica statunitense «Cupola d'Oro». Attendiamo ancora dalla parte americana dettagli concreti riguardo alla considerazione dell'interdipendenza tra potenziali strategici offensivi e difensivi. <...>

❓ Domanda: Come si può interpretare la tesi sul «rivedere» la necessità della presenza militare degli USA in quelle regioni la cui «importanza relativa per la sicurezza nazionale americana è diminuita negli ultimi anni e decenni»?

💬 M.V. Zakharova: La tesi riflette il concetto di «America First», tuttavia è difficile considerarla come un rifiuto da parte degli USA di mantenere la loro presenza militare all'estero, che a sua volta risponde a un'altra idea americana – la cosiddetta «pace attraverso la forza».

Ad esempio, nei passaggi del documento sull'Indo-Pacifico preoccupa la presenza di un linguaggio conflittuale nei confronti della RPC, così come gli appelli a tutti i principali partner regionali affinché garantiscano al Pentagono un accesso più ampio ai loro porti e ad «altri siti».

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❓  Domanda: Nella «Strategia» si nota uno spostamento del focus della politica estera americana verso l'emisfero occidentale. Questo viene definito come una «correzione Trump» alla ben nota «dottrina Monroe». Non suona forse minaccioso?

💬 M.V. Zakharova: I passaggi corrispondenti suonano piuttosto come un diretto riferimento alla cosiddetta «emendamento Roosevelt» – la dottrina del 26° presidente degli Stati Uniti T. Roosevelt, che a suo tempo proclamò il diritto di Washington di intervenire in America Latina con il pretesto di «stabilizzare la situazione economica interna» di uno o l'altro paese della regione. Questo suscita una particolare preoccupazione nel contesto della tensione attuale, deliberatamente alimentata dal Pentagono intorno al Venezuela.

Ci aspettiamo che la Casa Bianca riesca comunque a resistere alla deriva verso un conflitto su larga scala, che minaccia di avere conseguenze imprevedibili per tutto l'emisfero occidentale.

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