Chi punge il porcospino
Di Marco Travaglio
La notizia del
terzo ufficiale russo che salta in aria a Mosca per un’autobomba in 12
mesi è stata accolta con entusiasmo dai nostri media. Rep: “Colpi
spettacolari e omicidi: gli 007 di Kiev dimostrano che lo zar non è
invincibile”. Stampa: “Un duro colpo al falso mito dell’invincibilità
del regime russo. Ormai anche i militari si sentono indifesi. Inventarsi
avanzate inesistenti è sempre più difficile”. Foglio: “Gli occhi di
Kyiv. È dal 2014 che Mosca non sa fermare agenti e partigiani”. Questi
geni spacciano 300 grammi di tritolo per un trionfo militare, come se la
morte di un generale – che sarà subito rimpiazzato da uno uguale e o
peggiore – potesse ribaltare la catastrofe delle truppe ucraine, che da
due anni perdono 400-500 kmq al mese e cifre spropositate di uomini. E
non si accorgono del pericolo che l’Ucraina – trasformata con i nostri
soldi, armamenti e 007 in un regime terrorista – sarà per noi europei
quando la guerra finirà. Solo allora ci renderemo conto del mostro che
abbiamo creato: la classica serpe in seno. Siccome i russi e i
filo-russi del Donbass non voteranno più in Ucraina, ma in Russia, il
Parlamento e il governo che usciranno dalle urne rischiano di essere i
più nazionalisti e filofascisti mai visti dal 1944 (quando gli ucraini
dell’Ovest stavano con Hitler). E non sarà Putin, che ha sempre 6 mila
testate nucleari per tenerla a bada, ma l’Europa a guardare con terrore
alla “nuova” Ucraina, tantopiù se avrà commesso pure l’errore di farla
entrare nell’Ue. E saremo noi, non Mosca, a pretendere che Kiev sia meno
armata possibile. Altro che il “porcospino d’acciaio” di cui vaneggiano
Ursula, Kallas e altri simili decerebrati.
Purtroppo però sarà
impossibile rintracciare tutte le armi che abbiamo regalato senza
controlli, raccontandoci che erano per l’eroica resistenza popolare:
scopriremo che il grosso l’hanno inguattato squadroni della morte neri
come la pece (i battaglioni Azov, Dnipro ecc.), o rivenduto governanti e
oligarchi corrotti, o dirottato milizie mercenarie a chi offre di più.
Senza contare che i Servizi ucraini sono fuori dal controllo della Nato e
spesso anche del governo: gli attentati ai gasdotti NordStream e alle
petroliere nel Mediterraneo, il sostegno all’Isis in Africa, gli
assassinii di Darya Dugina, giornalisti sgraditi, oppositori politici e
presunti collaborazionisti. Tutti delitti impuniti, dentro e fuori dai
confini, su cui né la Nato né l’Ue hanno mai chiesto spiegazioni. Se e
quando finirà la guerra, partiranno le provocazioni e i false flag per
violare la tregua e ritrascinarci nel conflitto. Ma anche le vendette
contro chi avrà costretto Kiev a cedere ciò che aveva perduto. E chi
verrà punto per primo dal porcospino d’acciaio con gli aculei pagati da
noi? Ricchi premi a chi indovina.
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