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giovedì 4 dicembre 2025

SANITA' MILITARE, MOSAC: UNA RIFORMA CHE CI UMILIA

9CO1738915 4 POL ITA R01 SANITA' MILITARE, MOSAC: UNA RIFORMA CHE CI UMILIA (9Colonne) Roma, 4 dic - La riforma del Servizio Sanitario Militare "è un atto d'accusa contro la professionalità", "la farsa dei 10 giorni concessi ai soli Sindacati rappresentativi per emendare e miliare la bozza di legge è nei fatti un vile tradimento", "il nostro onore non è in vendita né è sacrificabile. Si pretende lealtà e dedizione eterna al Paese, ma si risponde con l'incertezza sul futuro e l'umiliazione professionale. Il Ministro Crosetto e le Istituzioni mantengano gli impegni presi pubblicamente: questa riforma deve essere un atto di rispetto e riconoscimento, non un veicolo di iniquità". Così Luca Spagnolo, rappresentante del MOSAC - Movimento Sindacale Autonomo Carabinieri che parla di "danno (irreparabile) ai sanitari dei Carabinieri considerati con questa proposta dei lavoratori di "Serie B". "Il rischio che il MOSAC aveva paventato è ora realtà - si legge in una nota -: il personale sanitario dell'Arma, non inquadrato nel ruolo tecnico, ma che da anni ne assolve le mansioni, viene trattato come una merce di scambio, una pedina sacrificabile in una partita che non comprende le loro esigenze, ma solo i calcoli burocratici del 'contabile improvvisato' di turno, con conseguente spogliazione totale: il transito nel Servizio Sanitario unificato comporta la perdita dell'identità e dello status di Carabiniere. Chi si è formato per difendere la Legge in uniforme sarà spogliato delle qualifiche vitali di Polizia Giudiziaria (PG) e Pubblica Sicurezza (PS). Un danno professionale che grida vendetta. Demansionamento sanzionatorio: Infermieri e Fisioterapisti dei ruoli Sovrintendenti, Appuntati e Carabinieri CC si vedranno affibbiare un possibile demansionamento professionale, poiché nelle altre Forze Armate queste figure rivestono già da anni gradi superiori. La loro competenza viene penalizzata per puro arbitrio burocratico". Inoltre "l'introduzione del limite di età (52 anni) per i concorsi interni è l'ennesima pugnalata alle spalle. Un'imposizione inaccettabile che blocca ogni prospettiva di carriera per chi ha speso la vita in prima linea. È questo il 'riconoscimento' che lo Stato riserva ai suoi uomini? Il personale sarà costretto a un salto nel buio tramite transito a domanda". Il MOSAC chiede quindi la conferma Immediata della sede di servizio, il reimpiego garantito in ruoli logistico/amministrativi presso gli stessi Comandi al fine di conservare la formazione acquisita nel corso della loro carriera, l'istituzione di un ruolo ad esaurimento per il personale sanitario dell'Arma già in servizio, per garantire continuità funzionale, riconoscimento delle competenze e stabilità professionale, chiarezza e trasparenza per gli Ufficiali che transiteranno d'ufficio e che ad oggi non conoscono il loro futuro professionale sia militare che sanitario ed il riconoscimento del Personale Psicologo. "Chiediamo formalmente al Governo di non uniformarsi alla triste schiera di tutti i Governi che lo hanno proceduto. Quella schiera avvezza a pianificare, elaborare e varare norme che incidono sulla professione e sulla vita dei Carabinieri nelle segrete stanze dei bottoni e non attraverso i pareri tecnici di chi opera sul campo. Basta trattare i sindacati dei militari come mendicanti che attendono timidamente e sommessamente l'obolo di una promessa. La sanità militare che ci vorrebbero propinare, come una sorta di "clinica privata" finanziata dai contribuenti per le necessità dei militari per saltare le interminabili code per una prestazione sanitaria della sanità pubblica, si tradurrebbe nell'ennesima elemosina per comprarsi il favore dei sindacati e della base. Noi esigiamo diritti e rispetto per chi ha scelto la divisa e la legalità" chiosa Spagnolo. (redm) 040823 DIC 25  

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