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sabato 28 maggio 2011

MILANO, COMELLINI (PDM): PDL FA PROPAGANDA ELETTORALE NELLE CASERME DELL'ARMA E DELLA FINANZA. COMPROMESSA ESTRANEITA' A COMPETIZIONE POLITICA - LA RUSSA DIA SPIEGAZIONI.

MILANO, COMELLINI (PDM): PDL FA PROPAGANDA ELETTORALE NELLE CASERME DELL'ARMA E DELLA FINANZA.
COMPROMESSA ESTRANEITA' A COMPETIZIONE POLITICA - LA RUSSA DIA SPIEGAZIONI.  
 
  Roma 28 maggio 2011    
"In questi giorni sono stato più volte informato che lo scorso 10 maggio due delegati della rappresentanza militare, uno del Cobar Lombardia della Guardia di Finanza, e uno del Cocer dell'Arma dei carabinieri, entrambi candidati nella lista del PdL avrebbero svolto attività di propaganda politica in modo contrario a quanto stabilito dagli articoli 1350, 1483 e 1484 del codice dell'ordinamento militare, (decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66). Infatti, n  on è possibile fare politica a favore di questo o quel candidato o partito quando ci si trova in determinate condizioni fra le quali rientrano quelle del divieto di qualificarsi come militare in servizio o fare propaganda all'interno delle caserme e degli uffici o comunque dei luoghi adibiti al servizio.    
Personalmente ho sempre sostenuto che chi indossa una divisa deve avere le stesse libertà e diritti degli altri cittadini ma ci sono degli obblighi per i militari che comportano di dover garantire l'assoluta estraneità del corpo di appartenenza alla competizione elettorale.
 
 
  Esporre il proprio programma politico e cercare consensi rappresenta un naturale e libero esercizio dei diritti costituzionali che devono essere garantiti a chi indossa una divisa al pari di qualsiasi altro cittadino ma quello che mi preoccupa è il metodo utilizzato e cioè, a quanto mi risulta, l'invio della loro propaganda elettorale sarebbe avvenuto direttamente agli indirizzi di posta elettronica istituzionale dei militari in forza ai comandi territoriali della Guardia di Finanza e dell'Arma dei carabinieri.   
   
   
La legalità dell'agire e il rispetto delle regole ci deve essere sempre e in ogni condizione, perché diversamente potrebbe verificarsi l'uso di apparati (armati) dello Stato per fini politici, a favore di questa o di quell'altra parte politica, e ciò non può essere accettabile in un paese democratico.   
E' ovvio, comunque, che questi "candidati" sono stati inseriti nella lista del PdL per raccattare qualche voto all'interno della compagine militare di appartenenza, ma è anche noto che dopo le recenti bastonate inflitte dal Governo chi indossa una divisa considera la maggioranza (PdL e Lega) e i suoi esponenti solo un branco di chiacchieroni buoni a fare solo propaganda.   
Più volte con interrogazioni parlamentari a firma del deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, abbiamo chiesto al Ministro della difesa per quale motivo i militari che militano apertamente nei partiti dell'opposizione - ma nel pieno rispetto dei regolamenti - vengono regolarmente sanzionati disciplinarmente o brutalmente invitati a dimettersi, mentre i delegati del Cocer - in particolare quelli dei carabinieri - che fanno politica a favore del partito di La Russa vengono tollerati ed anzi considerati degli intoccabili.   
E' comunque una strana coincidenza che lo stesso giorno - il 10 maggio - gli indirizzi istituzionali di posta elettronica di migliaia di finanzieri e carabinieri siano stati invasi dalla propaganda del PdL senza che i vertici militari abbiamo fatto qualcosa per impedire che ciò avvenisse.   
Credo che il Ministro della difesa dovrà dare delle spiegazioni su quanto accaduto perché diversamente non sarebbe possibile escludere una sua diretta responsabilità nel coinvolgimento dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza a favore della sua parte politica e, prescindere dalle possibili violazioni del Codice dell'Ordinamento militare, mi auguro che sulla questione la magistratura militare faccia degli accertamenti perché se fossero stati utilizzati i mezzi informatici delle amministrazioni per diffondere l'invito a votare e far votare i due delegati della rappresentanza militare, allora si potrebbe configurare anche l'esistenza di ipotesi di reato."   
Lo dichiara Luca Marco Comellini - Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm).    
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