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domenica 19 febbraio 2012

STIPENDI, PENSIONI E LICENZIAMENTI, E QUELL'IRRESPONSABILE EMENDAMENTO (SCANU-SALTAMARTINI) CHE RISCHIA DI FAR SCOPPIARE LA “BOMBA MILITARI" - di Gianluca Taccalozzi


Di seguito, una libera manifestazione di pensiero di Gianluca Taccalozzi. Il titolo è della redazione del sito.

Dopo tassisti, ministeriali, scuola, professionisti e lavoratori, in mano al Governo sta per scoppiare un’altra grana, quella dei militari. La questione è davvero spinosa, vista la portata delle riforme, il numero dei soggetti interessati e la delicata funzione che i militari svolgono (sicurezza e difesa).
Con l’art. 19 della legge 183/2010 c.d. specificità i militari credevano di poter stare tranquilli ed esenti dai tagli che stavano per investire tutto il settore pubblico, ma in realtà quella stessa norma e la filosofia che c’è dietro (meno diritti certi con la promessa di più soldi), rischia oggi di essere un autentico boomerang, con conseguenze oscure e pericolose.
Ma veniamo ai fatti. Dopo l’approvazione della specificità i militari sono stati inclusi in tutto e per tutto nei tagli stipendiali e previdenziali del pubblico impiego, pagando un dazio addirittura superiore rispetto ai colleghi civili. Ora il nuovo Governo tecnico, nella persona del Ministro della Difesa, ha illustrato il piano di intervento del nuovo modello di Difesa con oltre 40.000 esuberi di cui oltre 30.000 nella componente militare.
La sensazione che ne stanno ricavando i militari e che in Italia le riforme strutturali, quelle vere “lacrime e sangue” si fanno solo sulla pelle dei lavoratori privi di strumenti di tutela indipendenti e forti (sindacati, corporazioni, ordini, ecc.). Un sentimento pericoloso ed insidioso che potrebbe portare  oggi a far divenire protesta il malcontento che già serpeggia tra i militari e domani a palesi richieste di sindacalizzazione. Un ritorno agli anni ’70.
La responsabilità in mano di Governo e forze politiche sono enormi, la posta in gioco è altissima per addetti e cittadini e le recenti regole irresponsabilmente introdotte alla rappresentanza militare con l’ormai famoso emendamento 8.1 (Scanu, Saltamartini), rischiano seriamente di accorciare una miccia già accesa.
Non c’è un solo giorno da perdere, si cancelli quell’emendamento ed inizi un serio, pubblico e trasparente dibattito sull’organizzazione e sulla democraticità delle amministrazioni militari, prima che la situazioni deflagri in maniera irreparabile con conseguenze oscure ed ingestibile.
Gianluca Taccalozzi
Presidente del Direttivo Nazionale Ficiesse
gianlucataccalozzi@alice.it

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