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mercoledì 28 marzo 2012

LAVORO:FAM.CRISTIANA, MONTI FORTE SU ART.18 DEBOLE SU BANCHE




LAVORO:FAM.CRISTIANA, MONTI FORTE SU ART.18 DEBOLE SU BANCHE =
(AGI) - Roma, 28 mar - Duro attacco di Famiglia Cristiana al
Presidente del Consiglio Mario Monti. Sull'edizione on line, il
settimanale cattolico accusa il Governo di essere forte con i
lavoratori e debole con le banche. "La modifica all'articolo 18
dello Statuto dei lavoratori e', certamente, la questione piu'
controversa del disegno di legge sul lavoro presentato dal
Governo. A fronte di numerose innovazioni a favore dei precari
(estensione degli ammortizzatori sociali, stop alle false
partite Iva, incremento delle aliquote contributive, contrasto
delle dimissioni in bianco, estensione dell'indennita' di
disoccupazione...), il premier Monti - si legge nel sito di
Famiglia Cristiana - si e' irrigidito sui licenziamenti
economici individuali. Una fermezza, pero', che non ha
dimostrato verso tassisti e banche. Queste hanno ottenuto di
far cancellare la norma che prevedeva i conti correnti gratuiti
per i pensionati. Se la riforma dovesse passare cosi' com'e',
chiunque in un'azienda sia ritenuto non compatibile con una
riorganizzazione del lavoro o con mansioni giudicate inadatte,
puo' essere mandato via dalla sera alla mattina. Senza nemmeno
la possibilita' di reintegro da parte di un giudice. Magari per
far da "capro espiatorio" alle responsabilita' di qualche
squalo o squaletto d'impresa".(AGI)
Mal (Segue)
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NNNN LAVORO:FAM.CRISTIANA, MONTI FORTE SU ART.18 DEBOLE SU BANCHE (2)=
(AGI) - Roma, 28 mar - "Il capo dello Stato Napolitano -
prosegue l'articolo sull'edizione on line di Famiglia Cristiana
- ha cercato di rassicurare l'opinione pubblica, spiegando che
non ci saranno "espulsioni di massa". Ma il problema che nelle
fabbriche e nelle aziende si possa creare uno stillicidio
silenzioso, con l'alibi della crisi, resta. Pierre Carniti, lo
storico segretario della Cisl e leader dei cristiano-sociali,
ha evocato i licenziamenti ad nutum, quelli che avvenivano
nelle fabbriche con un semplice cenno del caporeparto. Insomma,
come ha scritto il sociologo del lavoro Luciano Gallino, "lo
scenario e' pronto:da un lato, dinanzi al cospicuo vantaggio di
poter ridurre la forza lavoro senza nemmeno dover licenziare,
l'aumento dell'1,4% del costo contributivo dei contratti
atipici si configura come uno svantaggio quasi trascurabile.
Dall'altro lato, la liberta' concessa di licenziare ciascuno e
tutti per motivi economici,veri o presunti o inventati, di cui
chiunque abbia un'idea di come funziona un'impresa puo'
redigere un elenco infinito, costituisce un formidabile
incentivo a modulare quantita' e qualita' della forza lavoro
utilizzata a suon di licenziamenti. Magari assumendo giovani
freschi di studi, al posto di quarantenni o cinquantenni
tecnologicamente obsoleti, che tanto, una volta perso lo
stipendio, non dovranno aspettare piu' di dieci o quindici anni
per ricevere la pensione". Come ha ricordato monsignor
Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione lavoro della
Cei, basandosi su oltre cent'anni di dottrina sociale della
Chiesa, a partire dalla Rerum novarum, i lavoratori non
sono"merce". Non possono essere considerati "fuori produzione".
L'auspicio e' che il disegno di legge venga modificato nella
sua parte socialmente piu' ingiusta. Per evitare abusi. Non
sara' licenziando i padri e assumendo a meta' prezzo i loro
figli che risolveremo il problema della crisi in Italia".(AGI)
Mal
281900 MAR 12

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