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martedì 22 maggio 2012

CASSAZIONE: ATTENTATO A FINI, PROCESSO BIS PER BELPIETRO


CASSAZIONE: ATTENTATO A FINI, PROCESSO BIS PER BELPIETRO
ANNULLATA ASSOLUZIONE DIRETTORE 'LIBERO' DA PROCURATO ALLARME
(ANSA) - ROMA, 22 MAG - Il direttore di 'Libero', Maurizio
Belpietro, aveva il dovere di controllare la veridicita' della
notizia su un presunto progetto di attentato al presidente della
Camera Gianfranco Fini, prima di veicolare questa informazione
nell'editoriale a sua firma, pubblicato il 27 dicembre 2010, in
mancanza di precisi riscontri al riguardo. Lo sottolinea la
Cassazione che ha annullato l'assoluzione di Belpietro
dall'accusa di ''procurato allarme'' pronunciata dal gip del
Tribunale di Milano il 16 maggio 2011. Lo stesso gip, invece,
aveva condannato Emanuele Catino, l'uomo che racconto' del
presunto attentato a Belpietro. I supremi giudici - con la
sentenza 19367 depositata oggi e relativa all'udienza svoltasi
lo scorso 20 aprile - hanno accolto il ricorso della Procura di
Milano contro il proscioglimento di Belpietro. Secondo il gip,
Belpietro aveva ''prudentemente espresso dubbi sulla
veridicita', o meno, di quanto appreso, dicendo espressamente di
non essere in grado di dire se la notizia avesse un fondamento o
fosse stata inventata''. Invece, per la Cassazione, ''nel caso
in esame la colpa e' del tutto evidente, poiche' il giornalista,
prima di pubblicare una notizia, ha l'obbligo professionale di
accertare la veridicita' della stessa, tanto piu' se la notizia
e' di particolare gravita' e idonea a suscitare allarme non solo
nella pubblica opinione, ma anche nelle autorita' preposte alla
tutela dell'ordine pubblico''. ''Del tutto illogica - ad avviso
della Suprema Corte - risulta la giustificazione che l'imputato
non sarebbe stato in grado di compiere alcuna verifica sulla
fondatezza della notizia ricevuta, poiche' e' di tutta evidenza
che una notizia non verificabile, soprattutto se idonea a
suscitare allarme presso l'autorita', non deve essere
pubblicata''. A seguito dell'allarme sul presunto attentato, si
misero a lavoro le Procure di Milano, Bari ed Andria, disponendo
''plurime attivita' di indagini''. Belpietro aveva pubblicato
l'editoriale senza avvertire le autorita' di pubblica sicurezza
o l'autorita' giudiziaria - ricorda la sentenza - di quanto
appreso da Catino. Secondo il suo racconto ci sarebbe stato ''un
progetto di attentato che doveva essere compiuto ai danni di
Fini da persone collegate alla criminalita' pugliese, al fine di
farne ricadere la responsabilita' sull'allora premier Silvio
Berlusconi''.(ANSA).

NM/IMP
22-MAG-12 16:16 NNNN

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