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giovedì 20 settembre 2012

SALUTE: L'INDAGINE, DISFUNZIONE ERETTILE 'TABU'' SOLO PER 9,5% ITALIANI


SALUTE: L'INDAGINE, DISFUNZIONE ERETTILE 'TABU'' SOLO PER 9,5% ITALIANI =
GLI ALTRI NE PARLANO E VANNO DAL MEDICO, NEL 2011 VENDUTI 18 MLN
PILLOLE

Roma, 20 set. (Adnkronos Salute) - Solo il 9,5% gli uomini
considera la disfunzione erettile un argomento tabu' di cui non voler
discutere. Per tutti gli altri, invece, questo disturbo 'sotto le
lenzuola' puo' essere considerato una malattia al pari delle altre e,
pertanto, da poter affrontare con visite specialistiche e risolvere
con farmaci mirati. E infatti i medicinali anti-impotenza non fanno
piu' paura, rispetto al passato: in Italia il mercato, solo nel 2011,
ha registrato la vendita di oltre 18 milioni di pillole. Lo rivela il
Libro bianco 'La DE: cambiamenti nell'immaginario e nella realta'':
l'indagine, condotta da Datanalysis in collaborazione con Lilly
Italia, pone a confronto la situazione medico-sociale del 2001 con
quella del 2012 attraverso interviste telefoniche rivolte a un
campione di 200 uro-andrologi, 100 cardiologi, 100 diabetologi, 400
medici di medicina generale, 1.000 pazienti e 600 loro partner.

Cosa e' cambiato in 10 anni? Gli uomini che soffrono di
disfunzione erettile, che in Italia sono oltre 3 milioni, sono oggi
piu' stressati rispetto al passato: se nel 2001 solo un quinto di loro
(19%) considerava ansia e stress poco influenti sulle prestazioni
sessuali maschili, oggi sono quasi la meta' (44,8%) quelli che si
ritengono condizionati dalla frenesia della vita quotidiana anche tra
le lenzuola. Con un grande impatto negativo sulla vita di coppia, per
se' e per le loro partner che, in alcuni casi, spronano l'uomo a
rivolgersi al medico.

"In soli 10 anni e' aumentata in modo netto nella popolazione in
generale la percezione, e forse anche la sopravvalutazione, del valore
della felicita' sessuale - commenta Alessandra Graziottin, direttore
del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell'ospedale San
Raffaele-Resnati di Milano - Mentre 30 anni fa il progetto di famiglia
era piu' importante, oggi la felicita' sessuale per la gran parte
delle persone e' il valore numero uno. Questo spiega perche', quando
ci sono dei problemi di natura sessuale, le ripercussioni siano molto
piu' importanti: infatti, in 10 anni, vediamo in chi e' affetto da
deficit erettivo un maggiore contraccolpo depressivo, cioe' la perdita
del proprio valore come uomo, e una piu' evidente ansia di
performance". (segue)

(Red-Bdc/Ct/Adnkronos)
20-SET-12 17:11

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SALUTE: L'INDAGINE, DISFUNZIONE ERETTILE 'TABU'' SOLO PER 9,5% ITALIANI (2) =

(Adnkronos Salute) - Anche le donne sono oggi piu' partecipi per
affrontare la malattia insieme al partner (nel 36,8% dei casi) e si
consolida la visita di coppia dallo specialista uro-andrologo. Se il
partner soffre di disfunzione erettile, non c'e' da vergognarsi: se
dieci anni fa ben il 17,7% delle donne taceva di fronte al problema
erettile (dato oggi sceso al 10,6%), quasi a voler difendere la
virilita' del compagno, oggi poche sono restie a parlarne mentre ci si
confida di piu' con le amiche (nel 20,2% dei casi) e lo specialista
uro-andrologo (nel 15,1% dei casi).

Gli uomini oggi parlano di piu', nel 32,8% dei casi si confidano
con le partner, nel 30% dei casi con il medico specialista e, grazie a
una maggiore apertura verso questo tema, oggi il 20% dei pazienti
sente l'esigenza di confrontarsi anche con altri uomini colpiti dallo
stesso disturbo (nel 2011 lo faceva solo l'8,7% di loro). "Una volta
non ci si confrontava, era un tabu' ed era inammissibile parlarne.
Oggi si parla di disfunzione erettile, le campagne di informazione
hanno avuto un forte impatto e si ha coscienza che la problematica
esiste, non si ha paura di confrontarsi e di dichiararla nella
maggioranza dei casi e questo e' una grande vittoria rispetto al
passato", spiega Vincenzo Gentile, direttore del Dipartimento di
Urologia dell'Universita' La Sapienza di Roma.

Se 10 anni fa alcuni medici specialisti ancora credevano in un
approccio piu' olistico con il ricorso a rimedi alternativi per la
reversione dei problemi erettili (il 2,7% nel 2001, percentuale
dimezzata all'1,1% nel 2012), oggi il 74,7% ha fiducia consolidata nei
farmaci a disposizione e li prescrive come terapia primaria ai propri
pazienti. In Italia il mercato dei farmaci a base di Pde-5
(fosfodiesterasi-5), ha coperto la vendita di oltre 18 milioni di
pillole nel 20112, in netto aumento anno dopo anno. Conclude
Graziottin: "Sempre di piu' si e' creata nella popolazione la
consapevolezza della base organica del problema a cui dare, quindi,
una risposta di merito farmacologica. Mentre per i problemi femminili
si fa ricorso alla terapia alternativa, anche in maniera
inappropriata, nel caso della disfunzione erettile c'e' un principio
ispiratore della lettura razionale del problema tipica del mondo
maschile: se c'e' un problema con base medica, la soluzione non puo'
altro che essere medica".

(Red-Bdc/Ct/Adnkronos)
20-SET-12 17:14

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