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venerdì 19 ottobre 2012

DISABILITÀ. COSTRETTA SU SEDIA A ROTELLE, LAVORA IN SOTTOSCALA

DISABILITÀ. COSTRETTA SU SEDIA A ROTELLE, LAVORA IN SOTTOSCALA
CAVARZERE, DIPENDENTE GIUDICE PACE NON PUÒ SALIRE IN UFFICIO.

(DIRE) Roma, 19 ott. - Pochi metri ricavati in un sottoscala, un
piccolo tavolo per appoggiare i fogli e un armadietto per
appoggiare una lampada e conservare atti giudiziari. È l'ambiente
in cui e' costretta a lavorare Eleonora Callegaro, 28 anni,
disabile costretta su una carrozzina e assunta a luglio
nell'ufficio del Giudice di pace, in provincia di Venezia, a
Cavarzere, in un edificio in pieno centro.
Come racconta il 'Gazzettino', per lei la rampa di scale che
le permetterebbe di raggiungere gli uffici al primo piano, e' una
vera e propria barriera insormontabile e al piano terra non ci
sono spazi per allestire un ufficio. Ovviamente il punto in cui
si trova la espone a qualsiasi condizione meteo: "La porta deve
rimanere aperta, nonostante tutto siamo in un ufficio pubblico-
spiega la giovane, laureata in medicina- ma la settimana scorsa
sono stata costretta a chiudere perche' pioveva dentro". Per i
primi 15 giorni di lavoro, spiega, "sono stata mandata al
pianterreno di un altro palazzo. Ero quasi totalmente inutile,
visto che il mio ufficio si trova in un altro posto. Poi sono
stata mandata qui". Ed e' cominciato l'incubo: il suo compito,
spiega il quotidiano veneto, sarebbe quello di fare fotocopie e
anticamera, archiviare gli atti e rispondere alle telefonate, ma
e' del tutto impossibile. "Le fotocopie le faccio in cartoleria
perche' qui non c'e' la fotocopiatrice, anzi qui non c'e'
niente", afferma con desolazione. Mancherebbe anche il telefono e
se non fosse per la solidarieta' delle colleghe, che le passano i
fascicoli da sistemare, non farebbe neanche quello. (SEGUE)

(Gas/ Dire)
13:40 19-10-12 
DISABILITÀ. COSTRETTA SU SEDIA A ROTELLE, LAVORA IN SOTTOSCALA -2-


(DIRE) Roma, 19 ott. - Ma non solo: "Il computer me lo porto da
casa e qualcosa riesco a fare". Ma un altro problema sono i
servizi igienici, ogni volta deve raggiungere il bar percorrendo
una superficie sconnessa. Anche una provocazione, caduta pero'
nel vuoto: "Ho proposto di fare le scale con il sedere, pur di
raggiungere il posto di lavoro". Un montascale, valore 1.000 euro
circa, le permetterebbe di salire al primo piano: "Ho anche detto
che sarei stata disposta a mettere la meta' del prezzo, ma in
Comune dicono che non ci sono soldi". È il Comune infatti che
dovrebbe adeguare la struttura.
"Mi sono attrezzata con una stufetta, ma potro' andare avanti
cosi'? È questo il diritto al lavoro? Dov'e' la dignita' della
persona?- si chiede- Vorrei sapere cosa intendono fare. Io il mio
posto non lo mollo. Penso di essere competente e di poter
svolgere dignitosamente la mia funzione. Ho scritto a tutti: al
prefetto, al ministero della Giustizia, ai servizi sociali, al
sindaco, ma al di la' delle belle parole non ho ottenuto niente".

(Gas/ Dire)
13:40 19-10-12 

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