>>>ANSA/ SPUNTA 'CORVO' MIUR, ACCERTAMENTI SU 'CRICCA APPALTI'
DOSSIER DENUNCIA TRUFFE, PROFUMO CHIEDE ISPEZIONI SU FONDI
(ANSA) - ROMA, 17 NOV - Dopo quello del Viminale, ecco il
'corvo' del Miur che ha recapitato un dossier di un centinaio di
pagine a 'Il Fatto quotidiano' raccontando di una presunta
'cricca' di dirigenti del ministero, collaboratori e consulenti
che in cambio di tangenti, scambi di favori e assunzioni,
avrebbero dirottato centinaia di milioni di euro in favore di
aziende amiche formulando bandi di gara su misura e anche
ripescando quelle scartate perche' non qualificate.
Subito il Ministero dell'Istruzione, allertato dalle notizie
- anche se afferma di non essere a conoscenza del dossier - ha
chiesto, al Ragioniere generale dello Stato, ''l'intervento dei
servizi ispettivi di finanza pubblica'' per accertare
''eventuali anomalie'' nella ''gestione dei fondi nazionali e
comunitari degli ultimi anni''. E' stata anche avviata, sempre
su input del ministro Francesco Profumo, ''l'analisi delle
procedure interne all'amministrazione, nonche' del ruolo e delle
modalita' di funzionamento degli organismi interni variamente
denominati, istituiti in varie epoche e composti prevalentemente
da soggetti esterni''.
L'Idv, con il presidente dei deputati Antonio Borghesi, ha
annunciato una interrogazione urgente al governo per fare luce
sui presunti appalti nel business della ricerca pubblica.
Stando al dossier anonimo, nel cuore del ministero ci sarebbe
un ''sistema'' che ''avrebbe infettato da tempo uno dei centri
di spesa principali del governo: la Direzione generale della
Ricerca'', che gestisce ''una montagna di soldi''. Pari a 6,2
miliardi di contributi comunitari a fondo perduto, 3 miliardi di
budget statale e un miliardo di fondi ordinari per gli enti di
ricerca. La denuncia viene definita come ''molto
circostanziata'' da Emanuele Fidora, un alto dirigente del Miur
interpellato da Il Fatto. Questo flusso di denaro, in parte, e'
gia' finito al centro di alcune inchieste per truffa ''dal
dissesto dell'Idi romana al Gruppo Silva che dirottava al nord i
fondi europei per il meridione'': ma il 'corvo' del Miur indica
''decine di altre aziende che avrebbero beneficiato di
finanziamenti pur non avendo i requisiti''. Simili pratiche
sarebbero ''rese possibili da una sistematica forzatura delle
norme e dei ruoli nelle strutture deputate alla validazione dei
progetti e al successivo controllo, in cambio di utilita'
diverse, dal semplice far carriera all'ottenimento di denaro o
consulenze dalle stesse imprese''. Nel 'giro' ricorrono
''parentele, amicizie, legami tra professionisti e consulenti in
palese conflitto di interessi, spesso cementati dalle stesse
origini calabresi''.
Tra i nomi spunterebbero anche quelli ''dei piu' stretti
collaboratori dei ministri Gelmini e Profumo'', e il dossier
segnala ''societa' in quota a partiti e singoli politici, sulle
quali sarebbe piovuta una pioggia di quattrini grazie a
meccanismi oliati di corruzione e scambio''.
Del dossier si sarebbero subito interessati i magistrati che
stanno indagando sulle truffe con i fondi europei in diverse
regioni d' Italia. In allerta ci sono ''gli inquirenti di Roma e
la Guardia di Finanza di Catanzaro'', ma anche la Procura di
Mondovi' che ha le carte sul gruppo Silva. Il 'Miur-leaks'
potrebbe aiutare a individuare il terzo livello, quello delle
stanze dei bottoni ministeriali. Fonti investigative sperano di
poter ''accertare complicita' ai piani alti''.
Fidora - direttore generale del Miur - premette: ''abbiamo
avuto problemi con alcuni casi specifici come l'Idi, ma sono qui
da marzo e non ho avuto sentore di altre anomalie''. ''La
denuncia anonima va prese con le pinze - prosegue l'alto
dirigente della ricerca - ma la casistica che riporta sembra
cosi' circostanziata da far temere che qualcosa di vero ci
sia''. (ANSA).
NM
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