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domenica 2 dicembre 2012

PEDOFILIA: STORIA CRUDA E ATROCE VITTIME DON RUGGERO CONTI


PEDOFILIA: STORIA CRUDA E ATROCE VITTIME DON RUGGERO CONTI
IN UN LIBRO VICENDA PRETE CONDANNATO PER ABUSI A ALMENO 7 BIMBI
(ANSA) - ROMA, 2 DIC - ''Ogni tanto pensavo che mi stavo
confessando con un pedofilo, ma pur di lavarmi la coscienza lo
facevo lo stesso''. ''Ascoltando la predica di un prete mi
veniva il vomito: se Dio sceglieva le persone con la vocazione e
se la vocazione era questo, cos'era Dio?''. Per le vittime di
don Ruggero Conti, parroco della periferia romana condannato in
primo grado a 15 anni e 4 mesi per aver abusato di almeno sette
minorenni, oltre alla lacerazione psicologica e alle ricadute
sulla sessualita', al sentirsi sporchi e colpevoli, al pensare
che gli altri stiano sempre ''per fregarti'', c'e' anche la
perdita di fede, se non in Dio, almeno nella Chiesa.
''Questo non e' un libro contro la Chiesa'', scrive forse
senza rendersi conto di quanto abbia ragione Angela Camuso, nel
suo ''La preda'', edito da ''La terra vista dalla terra'', 283
pagine, 17,50 euro, prefato da Dario Fo e che verra' presentato
domani nella sede della stampa estera a Roma.
Alternando resoconti da atti giudiziari alla narrazione in
prima delle vittime, Camuso racconta una vicenda grave, sia
perche' ha diviso una comunita' tra innocentisti e colpevolisti,
coinvolgendo un sacerdote carismatico ritenuto capace di portare
tanti giovani a Dio e considerato anche ''con appoggi potenti in
curia'', sia in quanto consulente del sindaco di Roma Gianni
Alemanno per problematiche e disagi, amico di don Giovanni
D'Ercole ai tempi in cui questi prestava servizio in segreteria
di Stato. E sia perche', dando voce alle vittime e a quanti
credettero a queste, in particolare i catechisti di Selva
Candida, formatisi alla scuola salesiana, racconta i meccanismi
di rimozione, insabbiamenti per timore di ledere il buon nome
della istituzione che frenarono anche chi avrebbe dovuto
vigilare e proteggere i piccoli. In primis il vescovo di don
Ruggero, mons. Gino Reali, e il suo predecessore a Santa Rufina,
mons. Diego Bona, informato in confessione dalla zia di una
delle vittime. O l'anziano prelato che tanti anni fa, quando
Ruggero non era ancora prete ma abuso' di un ragazzo a Legnano,
ignoro' la denuncia, o una serie di preti collaboratori dei
vescovi sempre pronti a non credere alle vittime, magari
cestinando le loro denunce dopo aver detto che le avrebbero
consegnate al vescovo.
L'abuso, soprattutto se da parte di un sacerdote, che
consideri un padre, e' una violenza indelebile, in particolare
in ragazzi gia' fragili o soli, e scelti per questo come prede
ideali.
La vita ne rimane sconvolta, spesso irrimediabilmente
compromessa, come raccontano le vittime a Angela Camuso e come
emerge dalle indagini, basate su intercettazioni telefoniche,
analisi dei computer, raccolta di testimonianze. La difesa dei
piccoli e la giustizia alle vittime - hanno chiesto Benedetto
XVI e prima di lui Giovanni Paolo II - devono essere al primo
posto, e non e' degno di essere prete chi fa male ai bambini.
Stanare i colpevoli, impedirgli di nuocere, compiere la
giustizia e difendere i piccoli sono le priorita'. Questo libro
dunque, crudo e atroce, potrebbe far bene alla Chiesa
italiana.(giovanna.chirri@ansa.it).

CHR
02-DIC-12 14:25 NNNN

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