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martedì 29 gennaio 2013

Il caso: PENSIONI, PER I MILITARI LA RIFORMA Ã^ BLOCCATA


riceviamo da ficiesse e pubblichiamo

26 gennaio 2013 - Corriere della Sera

Il caso: PENSIONI, PER I MILITARI LA RIFORMA Ã^ BLOCCATA


ROMA  Elsa Fornero non vede l'ora di lasciare la guida del ministero del Lavoro e ritornare all'insegnamento. Non ne può più degli attacchi che ora, in campagna elettorale, le arrivano da centrodestra e centrosinistra, cioè da quelle stesse forze politiche che in Parlamento hanno approvato sia la riforma delle pensioni sia quella del lavoro. Ã^ amareggiata per essere stata lasciata sola, dopo aver fatto quello che le è stato imposto da una situazione d'emergenza, con lo spread che viaggiava a quasi 600 punti, e dal programma di governo. Lo ha spiegato anche ieri durante una lezione all'Università di Firenze, mentre, fuori, un gruppo di studenti protestava: «Questa riforma del mercato del lavoro è una scommessa. Non ho elementi per dire se funzionerà , ma avevo il dovere di delineare un quadro». Molte cose restano incompiute, altre oggettivamente, dovranno essere corrette. Tra le prime ce n'è una che sta particolarmente a cuore al ministro: le pensioni dei mili tari e delle forze dell'ordine. Ecco, spiega Fornero ai suoi collaboratori di fronte alle critiche che le piovono addosso da tutte le parti, perché il Parlamento non ha dato corso alla riforma? Perché, nonostante lo schema di regolamento approvato in Consiglio dei ministri alla fine di ottobre sia estremamente soft prevedendo un leggero e graduale aumento dell'età pensionabile di militari e poliziotti da 60 a 62 anni, in Parlamento sono state alzate le barricate? Il provvedimento è stato licenziato dal Consiglio di Stato, ma le competenti commissioni di Camera e Senato non hanno dato il prescritto parere e così lo schema non può essere definitivamente approvato in Consiglio dei ministri. Intanto, per gli altri lavoratori la riforma è partita da un anno e l'età pensionabile salirà progressivamente a 70 anni e più. Un'altra incompiuta. Ma questa volta, sottolinea Fornero, «non è colpa mia».
Marro Enrico

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