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sabato 23 marzo 2013

Ricerca/ Italiano primo metodo diagnosi precoce tumore cutaneo


Ricerca/ Italiano primo metodo diagnosi precoce tumore cutaneo
Ricerca Iss in collaborazione con Idi e Sant'Andrea

Roma, 23 mar. (TMNews) - E' italiano un nuovo metodo basato sulla
proteomica, la scienza che studia l'insieme delle proteine, la
loro struttura e funzione e il loro modo di interagire
all'interno di un sistema biologico, consentirà per la prima
volta di diagnosticare il melanoma cutaneo in una fase precoce
attraverso un prelievo di sangue e l'analisi del siero. Lo
studio, realizzato in collaborazione con due ospedali romani,
l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata IDI-IRCCS di Roma e
l'Ospedale Sant'Andrea, pubblicato sulla rivista PLOS ONE,
rappresenta un'importante opportunità nel permettere una cura più
efficace del melanoma ed è stato messo a punto grazie a
un'analisi innovativa del siero di dieci pazienti affetti da
melanoma cutaneo in fase precoce.

Fino a pochi anni fa il melanoma era considerato una neoplasia
rara, addirittura rarissima fino all'adolescenza, mentre negli
ultimi 20 anni l'incidenza è aumentata di oltre il 4% all'anno in
entrambi i sessi. Negli ultimi anni si è avuto un aumento di casi
di melanoma tra gli uomini e una riduzione tra le donne. Il
melanoma cutaneo ha un'incidenza in Italia di 14,3 casi per
100.000 uomini e 13,6 casi per 100.000 donne, ed è al terzo posto
per numero di nuovi casi nella fascia di età da 0 a 44 anni.

"Il risultato conseguito oggi è uno dei più importanti tra i
tanti ottenuti grazie all'Accordo Italia-USA - spiega il
professor Enrico Garaci, Presidente dell'ISS - Mentre per altri
tumori sono noti marcatori nel sangue indicatori di malattia, per
il melanoma non ve ne erano ancora di efficaci. Questo messo a
punto dai ricercatori italiani è perciò un passo avanti decisivo
verso l'identificazione del primo marcatore diagnostico precoce.
E avere un marker affidabile per una diagnosi tempestiva è
fondamentale con questa malattia. L'asportazione chirurgica del
melanoma è, infatti, efficace nei casi diagnosticati
precocemente, mentre nelle forme più avanzate esistono sì opzioni
farmacologiche ma con efficacia limitata".(Segue)

Red/Apa

230700 mar 13

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Roma, 23 mar. (TMNews) - Si tratta di una metodologia molto
importante, dunque, per il futuro delle cure di uno dei più
aggressivi tumori cutanei la cui diagnosi precoce è stata fino ad
oggi affidata alla visita periodica dermoscopica dal dermatologo.
Questa metodologia è basata sull'applicazione dell'innovativa
tecnica denominata "TRIDENT", oggetto di brevetto da parte
dell'Istituto Superiore di Sanità, che ha reso "visibile" una
grande mole di informazioni presenti nel siero che normalmente
sono nascoste e trascurate.

"Grazie alle tecniche di analisi proteomica siamo riusciti ad
analizzare il siero in toto e a trovare alcune molecole
appartenenti alla famiglia delle apolipoproteine che in pazienti
affetti da melanoma cutaneo sono espresse in modo
significativamente differente rispetto ai controlli effettuati
sui pazienti sani - spiega Francesco Facchiano medico
ricercatore presso il Dipartimento di Ematologia, Oncologia e
Medicina Molecolare dell'ISS - La metodologia TRIDENT, infatti,
ci dà la possibilità di studiare interamente il siero del
paziente, comprese quelle grandi proteine trasportatrici di
segnali più piccoli che, con le tecniche tradizionali, vengono
eliminate per poter più agevolmente studiare le proteine più
piccole. Con queste procedure dette di 'deplezione' si rischia
però di scartare un segnale importante che si vuole cercare in
grado di indicare un'alterazione tumorale anche allo stadio
precoce, e che potrebbe essere proprio veicolato da quelle
molecole trasportatrici che vengono eliminate".

Red/Apa

230700 mar 13

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