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martedì 3 settembre 2013

ANSA/ Vicenda Baita: due arresti, anche funzionario polizia


ANSA/ Vicenda Baita: due arresti, anche funzionario polizia
Da fondi neri a corruzione per arginare lavoro fiamme gialle
(ANSA) - VENEZIA, 3 SET - Come un albero, la vicenda dei
fondi neri creati da Giorgio Baita, ex ad di Mantovani, si
allarga in rami che oggi, secondo un ulteriore filone di
inchiesta, ha portato all'arresto di due persone tra cui il
funzionario di polizia Giovanni Preziosa (fu assessore a Bologna
nella giunta Guazzaloca) e l'imprenditore felsineo Manuele
Marazzi.
La Guardia di finanza dopo una verifica fiscale alla
Mantovani (estranea ad ogni vicenda), ha allargato lo spettro
d'azione scoprendo la creazione di fondi neri con false
fatturazione da parte di un'agenzia di brokeraggio di San Marino
grazie anche alla connivenza di un'imprenditrice e del
responsabile della contabilita' dell'azienda. A guidare il tutto
Giorgio Baita che, scoppiato il caso con il suo arresto, si e'
dimesso dalla societa' di costruzioni.
Ora si scopre il tentativo da parte di Baita di arginare
l'azione delle fiamme gialle, cercando in tutti i modi di avere
informazioni su cio' che stava accadendo, nella speranza di
limitare i danni. Per farlo - come ha ricostruito la Guardia di
finanza di Venezia - Baita, sentendo il fiato sul collo delle
fiamme gialle, si e' rivolto all'imprenditore padovano Mirco
Voltazza, indagato, e al bolognese Manuele Marazzi, arrestato.
Proprio attraverso i due, Baita sarebbe stato messo in contatto
con Preziosa che, in cambio di denaro e grazie al suo ruolo,
sarebbe entrato nei database informatici delle forze dell'ordine
a caccia di notizie sull'indagine delle fiamme gialle da passare
al manager. Proprio questo gesto illecito ha portato all'arresto
dell'ex vice Questore con l'ipotesi di reato di accesso abusivo
a dati sensibili e corruzione.
Secondo le intercettazioni raccolte dalla Guardia di finanza
la vicenda, in un ulteriore ramo d'indagine, avrebbe visto
Preziosa e Voltazza tentare di ingannare la societa' Veneto
Strade. Secondo le intercettazioni tra gli arrestati e gli
indagati, Preziosa avrebbe fornito Voltazza di lampeggiante,
abiti e paletta per qualificarsi come uomo delle forze
dell'ordine utilizzando pure una vettura in modo da farla
sembrare di servizio. Cosi' 'bardato', Voltazza si sarebbe
presentato a Veneto Strade suggerendo di favorire una pratica a
vantaggio di Baita per evitare dei presunti, quanto inattuabili,
controlli.
Una vicenda, quest'ultima che e' stata immediatamente smentita
da Veneto Strade in una nota in cui, oltre a specificare di non
aver mai dato appalti alla Mantovani all'epoca dei fatti, si
sottolinea che ''l'amministratore delegato non ha mai ricevuto
minacce di indagini personali, ne' riguardanti la societa' Veneto
Strade e che se le avesse ricevute si sarebbe rivolto
immediatamente alle autorita' competenti''. (ANSA).

BCN
03-SET-13 18:37 NNNN
(ER) BOLOGNA. GDF: PREZIOSA 'PAGATO' CON MOTORE DA MOTOSCAFO
FORNÌ PALETTA E LAMPEGGIANTE PER FARE PRESSIONI PRO-MANTOVANI

(DIRE) Bologna, 3 set. - Tra i 'regali' e le ricompense che il
dirigente di Polizia Giovanni Preziosa (circa 150-160.000 euro
nel giro di un anno) secondo l'accusa avrebbe ricevuto in cambio
delle informazioni riservate carpite dal sito del ministero
dell'Interno c'e' anche un motore fuoribordo, nuovissimo, per il
suo motoscafo. Preziosa lo avrebbe ricevuto, secondo quanto
scoperto dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di
finanza di Venezia, in cambio di un 'servigio' fatto per aiutare
i vertici del colosso di costruttori Mantovani: forni' una
paletta e un lampeggiante appartenenti al commissariato Santa
Viola (di cui e' dirigente) che dovevano servire a rendere piu'
convincente una 'visita' fatta da uomini vicini ai Mantovani per
convincere Silvano Vernizzi, amministratore delegato di Veneto
Strade, a sbloccare una pratica a favore del gruppo edilizio.
Gli 'amici' della famiglia Mantovani presero una macchina a
noleggio e la equipaggiarono con la paletta e il lampeggiante
forniti da Preziosa. La 'spedizione', che risale al giugno 2012
ed e' stata filmata e 'registrata' dalla Guardia di finanza con
delle cimici nascoste, ebbe esito positivo (la pratica si
sblocco'). Poco tempo dopo a Preziosa arrivo' un motore da
motoscafo nuovo di zecca. In altre occasioni, le informazioni
(spesso parziali) che il vicequestore ricavava dai sistemi
informatici venivano ricompensate in contanti, con denaro che poi
finiva all'estero. Il tramite con cui la famiglia Mantovani e'
arrivata a Preziosa e' l'imprenditore Manuele Marazzi, attivo nel
settore delle investigazioni private. E' stato quest'ultimo,
secondo l'accusa, a coinvolgere Preziosa, presentandolo a persone
in contatto con i Mantovani come colui che avrebbe potuto fungere
da 'gola profonda' e ottenere informazioni sulle indagini in
corso. (SEGUE)
(Pir/ Dire)
15:53 03-09-13
(ER) BOLOGNA. GDF: PREZIOSA 'PAGATO' CON MOTORE DA MOTOSCAFO -2-


(DIRE) Bologna, 3 set. - Il 'contatto' tra Preziosa e le persone
vicine al gruppo Mantovani e' stato Marazzi, imprenditore e
titolare di alcune societa' a Bologna che operano anche nel campo
della sicurezza. Oggi anche lui e' stato arrestato. A rivolgersi
a Marazzi fu l'imprenditore Mirco Voltazza, che lo conosceva,
anche lui coinvolto nell'inchiesta sul gruppo Mantovani che
lavora alla costruzione del Mose a Venezia. Cosi' si arrivo' a
Preziosa, il quale si sarebbe prestato, secondo quanto
riscontrato dagli uomini del Nucleo di Polizia tributaria di
Venezia guidati dal colonnello Renzo Nisi, a consultare
sistematicamente il sistema informatico del ministero
dell'Interno per 'controllare' se ci fosse un'inchiesta sulle
presunte tangenti pagate dal colosso edilizio e come procedesse.
Oltre alle informazioni (parziali, spiegano dalla Finanza, ma
comunque reato) che Preziosa tramite Marazzi 'giro'' agli uomini
vicini al gruppo Mantovani, il vicequestore in un caso aiuto'
l'organizzazione fornendo appunto la paletta e il lampeggiante in
uso al commissariato Santa Viola. Gli accessi indebiti al sistema
informatico (e le successive 'ricompense' in denaro) sono
relativi agli anni 2012 e 2013. Dopo la perquisizione del marzo
scorso, poi, quando Preziosa scopri' di essere indagato, le
attivita' illecite non sono riprese, ne' il dirigente ha tentato
di inquinare le prove a suo carico. Secondo l'accusa Marazzi,
attraverso tre societa' a lui riconducibili (la Eracle spa, la
Ecg spa e la Linktobe) avrebbe partecipato alla creazione di
fondi neri, scoperti nell'indagine che ha portato all'arresto di
Piergiorgio Baita, presidente della societa' Mantovani. In
particolare, il gruppo Mantovani avrebbe pagato alle tre societa'
di Marazzi numerose fatture per operazioni inesistenti.
(Pir/ Dire)
16:33 03-09-13
 

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