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venerdì 24 ottobre 2014

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06574 presentato da PILI Mauro testo di Giovedì 23 ottobre 2014, seduta n. 316   PILI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:    dall'analisi qui di seguito riportata emerge a parere dell'interrogante una preoccupante contiguità tra i vertici della Difesa e l'industria bellica e degli armamenti militari;    è il caso ad esempio del generale Nazzareno Cardinali, capo del Corpo del genio aeronautico, direttore dell'amministrazione organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti) in Germania (Bonn), direttore generale della direzione generale armamenti aeronautici (Armaereo) sino al 2004/2007 e poi nominato presidente (non operativo) di Setex Communicatic società di comunicazioni per la Difesa; ..



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06574
presentato da
PILI Mauro
testo di
Giovedì 23 ottobre 2014, seduta n. 316
PILI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   dall'analisi qui di seguito riportata emerge a parere dell'interrogante una preoccupante contiguità tra i vertici della Difesa e l'industria bellica e degli armamenti militari;
   è il caso ad esempio del generale Nazzareno Cardinali, capo del Corpo del genio aeronautico, direttore dell'amministrazione organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti) in Germania (Bonn), direttore generale della direzione generale armamenti aeronautici (Armaereo) sino al 2004/2007 e poi nominato presidente (non operativo) di Setex Communicatic società di comunicazioni per la Difesa;
   risultano in posizione apicale e poi destinati a società di primo piano nella produzione di armi anche i seguenti esponenti di primo piano della Difesa:
    a) generale C. Alberto Zignani comandante della Guardia di finanza ottobre 2003 e Presidente consorzio guerra elettronica Finmeccanica 2005;
    b) generale Sandro Ferracuti Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica nel 2004 e Presidente della Setex Sistemi integrali;
    c) ammiraglio Marcello De Donno Capo di Stato Maggiore Marina febbraio 2004 e Presidente dell'Agusta Spa dal novembre 2004;
    d) generale Mario Arpino Capo di Stato maggiore della difesa nel 2001, presidente operativo della Vitrociset dal 2003 al 2012, la società che di fatto governa gran parte degli approvvigionamenti delle basi militari della Sardegna;
    e) ammiraglio Umberto Guarnieri Capo di stato maggiore della Marina dal 1998 al 2001 e oggi presso Orizzonti Sistemi Navali dal 2003;
    f) generale Guido Bellini Capo di Stato Maggiore dei Carabinieri dal 2002 al 2004 e Presidente della società Marconi Selenia (oggi Selex);
    g) ammiraglio Guido Venturoni Capo di stato maggiore della Marina dal 1992, Capo di stato maggiore della difesa dal 1994 Presidente della Commissione militare Nato dal 1999 e Presidente della società Marconi Selenia (oggi Selex) dal 2002 e Finmeccanica 2008;
   i dati e i riferimenti oggetto di questo quadro d'insieme dimostrano secondo l'interrogante quanto sia indispensabile intervenire in una urgente quanto inderogabile azione di trasparenza al fine di fare chiarezza sulla gestione del rapporto pubblico privato, tra la difesa e l'industria bellica in Italia;
   appare evidente che tale rilevata situazione appare oggettivamente non solo discutibile sul piano politico ma riveste un rilievo istituzionale davvero preoccupante;
   i vertici di primo piano del Ministero della difesa hanno assunto con continuità che appare all'interrogante persino spregiudicata incarichi diretti e di primo piano nelle principali industrie belliche non solo italiane;
   appare a chi esamina nel dettaglio funzioni e ruoli in molti casi una coincidenza totale tra chi prima comprava e poi vendeva;
   incarichi di approvvigionamento degli armamenti per conto della difesa e non solo e poi a capo delle stesse società che vendevano gli armamenti;
   in questo caso emerge chiaro un riferimento ai missili di fabbricazione italiana, il Milan (Missile d'Infanterie Léger Antichar) un missile anticarro sviluppato a partire dal 1962 da Euromissile, joint-venture tra la francese Aérospatiale e la tedesca Deutsche Aerospace;
   si tratta di un missile subsonico filoguidato con testata HEAT normalmente utilizzato da un lanciatore su trepiede dalla fanteria. Il sistema di guida è SACLOS (Semi-Automatic Command to Line Of Sight), il che significa che, una volta lanciato, il lanciatore comunica attraverso le fibre ottiche collegate al missile, le correzioni che l'operatore apporta, mantenendo il mirino sul bersaglio. Il missile viene stoccato in un contenitore ermetico che viene inserito al momento dell'utilizzo sul lanciatore;
   in Italia il sistema è prodotto su licenza dall'Oto Melara. L'Esercito italiano ne acquistò un gran numero negli anni novanta, aggiornandolo poi alla versione Milan 2T. Gli Alpini li ebbero in dotazione nelle compagnie controcarri, affiancati ai TOW. Entrambi i sistemi sono stati teoricamente sostituiti dal sistema SPIKE. Nel giugno 2013 ad esempio la Brigata Meccanizzata «Granatieri di Sardegna» durante l'esercitazione «Quick Impact», utilizzò ancora i sistemi d'arma Milan;
   l'Esercito italiano ne acquista da Oto Melara migliaia;
   secondo alcune stime sarebbero 714 lanciatori con 17.163 missili consegnati nel 1990, 807 MILANO 2T ordinato nel 2004 e consegnato nel 2005;
   quest'ultimo approvvigionamento di Missili Milan 2T avviene nel 2004 quando alla guida dell'esercito in qualità di Capo Stato maggiore dell'esercito vi era il generale Giulio Fraticelli che assume l'incarico nel luglio del 2003 e lo lascia nel luglio del 2005;
   è lo stesso generale, già Capo di Stato maggiore dell'Esercito, ad assumere appena 8 mesi dopo la carica di Presidente della società Oto Melara, la stessa società produttrice del Missile Milan;
   è, dunque, accertato che vertici di primo piano del Ministero della difesa hanno assunto dopo pochi mesi dalla cessazione dell'incarico un ruolo chiave in società per azioni, passando quindi dalla funzione di utilizzatori/acquirenti a quello di venditori di armi;
   tutto questo anche per i risvolti legati all'utilizzo del Missile Milan e le possibili cause di patologie gravi sui militari che sono state più volte denunciate e documentate costituisce un elemento che merita un approfondimento terzo proprio per fare piena chiarezza sui rapporti intercorsi tra i vertici militari nelle rispettive posizioni apicali e le stesse società di produzione bellica;
   in questo contesto vanno attentamente esaminate le restrizioni della legge sul commercio delle armi, (legge n. 185 del 1990) che all'articolo 22 dispone:
    «Art. 22. Divieti a conferire cariche. I dipendenti pubblici civili e militari, preposti a qualsiasi titolo all'esercizio di funzioni amministrative connesse all'applicazione della presente legge nei due anni precedenti alla cessazione del rapporto di pubblico impiego non possono, per un periodo di tre anni successivo alla cessazione del rapporto stesso, a qualunque causa dovuta, far parte di consigli di amministrazione, assumere cariche di presidente, vice presidente, amministratore delegato, consigliere delegato, amministratore unico, e direttore generale nonché assumere incarichi di consulenza, fatti salvi quelli di carattere specificamente tecnico-operativo, relativi a progettazioni o collaudi, in imprese operanti nel settore degli armamenti.
  2. Le imprese che violano la disposizione del comma 1 sono sospese per due anni dal registro nazionale di cui all'articolo 3»;
   appare evidente che le date sulle cessazioni di incarico e l'assunzione del ruolo societario devono essere attentamente vagliate anche per valutare le eventuali sanzioni da comminare;
   in questo quadro riveste particolare attenzione anche il ruolo internazionale dei vari vertici militari, collocati anche in questo caso, in ruoli funzionali all'approvvigionamento di armi e armamenti vari;
   la gravissima sovrapposizione di ruoli tra carriera militare e cessazione della stessa rischia di ingenerare un conflitto d'interessi ben più rilevante per il sistema della difesa che di fatto risulta essere governato da un rapporto interno esterno davvero poco giustificabile;
   appare evidente che il mancato di rispetto di norme apposite o la stessa carenza di norme adeguate rende vulnerabile l'intero sistema che sfugge già per sua articolazione ad un controllo trasparente che risulta invece assolutamente necessario, urgente e indispensabile –:
   se non intenda fornire un elenco dettagliato delle funzioni ricoperte dai vertici militari cessati dal mandato in società legate e connesse all'industria bellica italiana ed estera;
   se non intenda accertare i rapporti intercorsi tra i richiamati vertici militari e le società nelle quali poi hanno assunto incarichi dirigenziali;
   se non ritenga di dover assumere un'iniziativa normativa che vieti l'assunzione a fine carriera di incarichi nell'ambito dell'industria bellica per tutti coloro che hanno avuto ruoli di rilievo nell'amministrazione della difesa;
   se non ritenga di dover fornire i rapporti di comando relativi all'acquisto dei missili Milan richiamati e le date relative agli ultimi ordini effettuati, con relativo costo e quantitativo. (4-06574)

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