Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-06769
presentato daInterrogazione a risposta scritta 4-06769
NESCI Dalila
testo di
Giovedì 6 novembre 2014, seduta n. 326
NESCI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la scuola per allievi agenti di polizia di Vibo Valentia è uno dei maggiori centri per la formazione di ingresso nei ruoli della polizia di Stato e per l'aggiornamento professionale anche di altre forze di polizia;
la scuola rappresenta una risorsa di fondamentale rilevanza sia per le funzioni di addestramento e formazione che svolge a favore del personale della polizia di Stato sia per il prestigio e l'impatto sulla economia locale e sui servizi offerti alla città;
secondo quanto denunciato dal sindacato di Polizia Siulp già nella lettera del 30 settembre 2014, l'immobile è di primaria importanza perché «ad oggi riesce ad ospitare circa 330 Allievi», cosa che rende l'istituto una «Scuola per il Sud». Come se non bastasse, la struttura ospita non solo la scuola allievi agenti, ma anche «il Reparto Prevenzione Crimine, l'Ufficio Amministrativo della Questura, la Squadra Cinofili e gli Artificieri»;
oltre ai servizi specifici e relativi alla formazione e all'addestramento degli agenti, si legge ancora nella missiva succitata, «vi è collocata l'unica mensa della città che eroga mediamente oltre 500 pasti al giorno (non solo per gli Allievi Agenti ma anche per tanti appartenenti alle forze dell'ordine della provincia); è presente l'unico erogatore di carburante «gasolio» che rifornisce tutti i veicoli Polizia della città e grazie alla vicinanza con l'A3, anche tantissimi veicoli di servizio in transito; la struttura è stata individuata quale Centro di Soccorso Pubblico per le emergenze ambientali, infatti è stata preziosissima nella gestione delle alluvioni nel 2006 a Vibo Marina e nel 2009 a Maierato per il salvataggio delle popolazioni colpite, avendo ospitato centinaia di persone che vi mangiavano e vi dormivano fino all'agibilità delle proprie abitazioni, ed i cui bambini frequentavano persino la scuola dell'obbligo all'interno dell'Istituto»;
il 4 marzo 2014, il vice capo vicario della polizia di Stato, prefetto Alessandro Marangoni, con una delegazione composta anche dal direttore dell'ufficio per le relazioni sindacali vice prefetto Ricciardi e dal direttore centrale degli affari generali prefetto Truzzi, ha illustrato le linee guida del progetto di spending review riguardante il comparto di sicurezza;
il «piano di razionalizzazione dei presidi sul territorio» comporterebbe la chiusura di 261 presidi territoriali di polizia. In particolare il piano porterebbe alla chiusura di 11 commissariati distaccati che espletano le funzioni di autorità locale di PS, 73 Uffici di polizia ferroviaria, 73 sezioni di polizia postale, 27 sezioni di polizia stradale, 4 nuclei artificieri, 11 squadre a cavallo, 4 sezioni sommozzatori, 50 squadre nautiche oltre agli accorpamenti e alla rimodulazione delle competenze di alcuni compartimenti in ambito stradale, ferroviario e della zona di polizia di frontiera;
già allora, a marzo, si presentava la possibilità concreta che la scuola di polizia potesse chiudere, come emerge dagli articoli di cronaca del periodo (Il Quotidiano della Calabria del 9 marzo 2014, Strettoweb del 10 marzo 2014);
tale rischio oggi torna d'attualità dopo le parole del dottor Vincenzo Roca, direttore centrale per gli istituti di istruzione, pronunciate in occasione della Cerimonia del giuramento degli Agenti del 189° corso. Nonostante il dottor Roca, infatti, abbia espresso lodi per la Scuola di Vibo Valentia, ritenuta un «fiore all'occhiello della formazione» degli allievi agenti, secondo quanto riportato da La Gazzetta del Sud del 20 settembre 2014, ha anche detto chiaramente che «il futuro di Vibo dipenderà dal sistema Italia perché la scelta seguirà una sua coerenza. L'intenzione è quella di riorganizzare nella totalità le strutture dedicate all'organizzazione del sistema sicurezza»;
tali dichiarazioni, ovviamente, hanno messo in allarme le forze dell'ordine e i sindacati di categoria in quanto, si legge ancora nella summenzionata missiva, «la scelta di chiudere l'Istituto di istruzione di piazza D'armi non arreca alcun vantaggio ai bilanci statali in termini di riduzione delle spese. La chiusura importerebbe, al contrario, solo svantaggi. Nessun vantaggio per la Polizia di Stato che perderebbe un Istituto di formazione di primordine nel panorama nazionale, pubblicamente e ripetutamente lodato da politici, amministratori, prefetti, autorità civili/militari, gente comune, ecc. Nessun vantaggio per i cittadini che si ritroverebbero meno sicuri, considerato il venir meno di 200 poliziotti sulle strade cittadine e nessun vantaggio per la comunità vibonese ed il suo substrato economico e produttivo che perderebbe la presenza dei «poliziotti corsisti». Ma soprattutto nessun vantaggio per lo Stato «colui che sta al di sopra», in quanto dimostrerebbe la debolezza nel cancellare un presidio che inculca la cultura della legalità in un territorio dove viene collocata una delle principali cosche di ‘ndrangheta del panorama nazionale»;
è necessario tener conto del fatto che prima del 2004 l'immobile era di proprietà demaniale. È stato poi ceduto al fondo comune di investimento immobiliare «Patrimonio Uno», gestito allora dalla BNL Fondi Immobiliari SGR Spa, per un valore di apporto di euro 9.630.000. Da allora lo Stato è costretto a pagare un canone di locazione che ammonta a euro 1.010.000, verrà pagato. Qui andrebbero ritrovate le ragioni del perché il Governo sia intenzionato a tagliare questa struttura;
come denunciato dal Siulp, però, tale cifra verrebbe comunque versata al fondo immobiliare «Patrimonio Uno», dato che «il contratto di locazione di nove anni pur scadente nel dicembre 2014, non è stato disdetto (nei termini indicati) e quindi verrà rinnovato automaticamente fino al dicembre 2023»;
a parere dell'interrogante, dunque, non ci sarebbero nemmeno le ragioni economiche per chiudere una scuola essenziale, in una terra martoriata, peraltro, dalle pesanti infiltrazioni mafiose. Senza dimenticare che la chiusura di tale struttura, come denunciato dai sindacati di categoria, comporterebbe la perdita di 80 posti di lavoro;
nonostante quanto detto sino ad ora, è notizia di questi giorni il fatto che il ministero dell'Interno ha intanto previsto corsi per Allievi Agenti solo nelle sedi del Nord Italia di Alessandria, Trieste e Brescia. Secondo quanto riportato da Il Quotidiano della Calabria del 3 novembre 2014, «notizie poco confortanti giungono sul destino della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato. Il ministero dell'interno ha infatti provveduto all'assegnazione degli Allievi del 192° corso e del 193° corso alle scuole di Alessandria, Brescia e Trieste, lasciando fuori dunque la struttura vibonese»;
a giudizio dell'interrogante, avere assegnato i corsi (192 e 193) solo alle scuole di Alessandria (395 allievi), Brescia (113 allievi) e Trieste (345 allievi) significa che di fatto viene sempre meno per il ministero dell'interno, nonostante quanto detto in premessa, la volontà di continuare a mantenere nel circuito degli istituti di formazione la caserma Andrea Campagna –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta e quali iniziative intenda adottare per evitare la chiusura della scuola di polizia di Vibo, in considerazione sia dell'eccellenza della struttura nella formazione del personale delle forze dell'ordine e sia dell'apporto socio-economico che la scuola stessa garantisce ad una terra condizionata dalla forte presenza criminale;
se sia intenzione del Governo promuovere un tavolo di trattative con la società proprietaria dell'immobile al fine di individuare una soluzione condivisa per valorizzare la struttura e il personale operante e ottimizzare i costi. (4-06769)
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