ANSA/ Terrorismo: Genova crocevia terroristi, altri 3 arresti
Nei loro cellulari foto di adesione a Isis e di bambini soldato
(di Laura Nicastro)
(ANSA) - GENOVA, 5 GEN - Genova, con il suo porto e il suo
l' aeroporto, potrebbe essere il "crocevia di soggetti legati al
terrorismo internazionale". E lo dimostrerebbero i cinque
arresti in quattro giorni di presunti terroristi. Dopo i due
sedicenti fratelli iraniani bloccati al Colombo il 31 dicembre
mentre cercavano di imbarcarsi su un volo per Londra con falsi
documenti belgi, domenica notte sono stati arrestati tre libici
accusati di riciclaggio aggravato dalla finalità del terrorismo.
In manette sono finiti Abdel Kader Alkurbo (50 anni libico
con passaporto svedese), Muhamad Ali Mosa Lufty (43 anni libico
residente a Bruxelles) e Mohamed Abdel Mohamed Amar (39 anni,
libico con passaporto belga). Nei loro telefonini foto
dell' adesione all' Isis, di bambini soldato e scene che
inneggiano al Califfato, oltre che di guerre e feriti e sentenze
di condanna per terroristi emesse dalle autorità egiziane. I tre
erano appena sbarcati a Genova dal traghetto proveniente dalla
Tunisia, su tre Hyunday bianche identiche, ma senza regolari
documenti di immatricolazione. Ai loro legali hanno detto di
essere commercianti di auto e di essere diretti in Belgio. I pm
Pier Carlo Di Gennaro e Federico Manotti, invece, sospettano che
i tre siano ben altro. Fiancheggiatori o finanziatori dell' Isis
che avrebbero contatti con musulmani radicalizzati proprio in
Liguria. Il blitz in porto non sarebbe casuale: dalla Tunisia si
aspettava l' arrivo di Alkurbo perché avrebbe contatti con un
altro soggetto radicalizzato che vive in Liguria e che starebbe
intessendo una fitta rete di fondamentalisti.
La regione, sospettano gli inquirenti, potrebbe essere stata
scelta non a caso: porto collegato con il Nord Africa, vicina
alla Francia, un aeroporto "minore" e però collegato a scali
internazionali importanti.
I tre libici avrebbero fatto diversi viaggi da e per il Nord
Africa: i loro documenti sono stati memorizzati nei data base
delle compagnie di navigazione. A insospettire gli inquirenti
quello strano traffico di auto, nuove di zecca, dall' Africa
all' Italia, quando di solito la rotta che seguono é inversa. A
cosa servivano quelle macchine? Erano auto "pulite" che
sarebbero servite ai terroristi per spostarsi indisturbati o per
attentati oppure dovevano essere rivendute per foraggiare le
casse dell' Isis? Per i difensori dei libici i tre "non sono
terroristi. Sono passati dalla Libia alla Tunisia - dicono - ed
erano diretti a Bruxelles. Le auto le hanno comprate ed erano
sorpresi che la polizia abbia contestato loro che fossero
rubate. Loro non hanno contatti a Genova e con il territorio ma
erano solo in transito".
Anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenuta
a Genova per un incontro con gli esponenti locali del Pd ha
rimarcato come "l' idea che i terroristi potessero usare rotte
meno consuete, meno sotto i riflettori, come il porto di Genova,
era un' ipotesi che immaginavamo" e ha rivolto il suo elogio alle
forze dell' ordine. Il procuratore capo, facente funzioni, di
Genova Francesco Cozzi ha sottolineato come il porto possa
essere un "crocevia di persone legate al terrorismo
internazionale" ma ha ribadito come i controlli siano più che
serrati. Anche negli internet point (7000 in un anno). Controlli
che hanno permesso di scoprire che i due fratelli sedicenti
iraniani avevano a Genova un punto di riferimento: immagini
delle telecamere per la sicurezza li hanno ripresi in centro
mentre incontrano qualcuno. La Digos é al lavoro per dare un
nome a quei fotogrammi. (ANSA).
Y9L-MOI
05-GEN-16 19: 55 NNN
(di Laura Nicastro)
(ANSA) - GENOVA, 5 GEN - Genova, con il suo porto e il suo
l' aeroporto, potrebbe essere il "crocevia di soggetti legati al
terrorismo internazionale". E lo dimostrerebbero i cinque
arresti in quattro giorni di presunti terroristi. Dopo i due
sedicenti fratelli iraniani bloccati al Colombo il 31 dicembre
mentre cercavano di imbarcarsi su un volo per Londra con falsi
documenti belgi, domenica notte sono stati arrestati tre libici
accusati di riciclaggio aggravato dalla finalità del terrorismo.
In manette sono finiti Abdel Kader Alkurbo (50 anni libico
con passaporto svedese), Muhamad Ali Mosa Lufty (43 anni libico
residente a Bruxelles) e Mohamed Abdel Mohamed Amar (39 anni,
libico con passaporto belga). Nei loro telefonini foto
dell' adesione all' Isis, di bambini soldato e scene che
inneggiano al Califfato, oltre che di guerre e feriti e sentenze
di condanna per terroristi emesse dalle autorità egiziane. I tre
erano appena sbarcati a Genova dal traghetto proveniente dalla
Tunisia, su tre Hyunday bianche identiche, ma senza regolari
documenti di immatricolazione. Ai loro legali hanno detto di
essere commercianti di auto e di essere diretti in Belgio. I pm
Pier Carlo Di Gennaro e Federico Manotti, invece, sospettano che
i tre siano ben altro. Fiancheggiatori o finanziatori dell' Isis
che avrebbero contatti con musulmani radicalizzati proprio in
Liguria. Il blitz in porto non sarebbe casuale: dalla Tunisia si
aspettava l' arrivo di Alkurbo perché avrebbe contatti con un
altro soggetto radicalizzato che vive in Liguria e che starebbe
intessendo una fitta rete di fondamentalisti.
La regione, sospettano gli inquirenti, potrebbe essere stata
scelta non a caso: porto collegato con il Nord Africa, vicina
alla Francia, un aeroporto "minore" e però collegato a scali
internazionali importanti.
I tre libici avrebbero fatto diversi viaggi da e per il Nord
Africa: i loro documenti sono stati memorizzati nei data base
delle compagnie di navigazione. A insospettire gli inquirenti
quello strano traffico di auto, nuove di zecca, dall' Africa
all' Italia, quando di solito la rotta che seguono é inversa. A
cosa servivano quelle macchine? Erano auto "pulite" che
sarebbero servite ai terroristi per spostarsi indisturbati o per
attentati oppure dovevano essere rivendute per foraggiare le
casse dell' Isis? Per i difensori dei libici i tre "non sono
terroristi. Sono passati dalla Libia alla Tunisia - dicono - ed
erano diretti a Bruxelles. Le auto le hanno comprate ed erano
sorpresi che la polizia abbia contestato loro che fossero
rubate. Loro non hanno contatti a Genova e con il territorio ma
erano solo in transito".
Anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenuta
a Genova per un incontro con gli esponenti locali del Pd ha
rimarcato come "l' idea che i terroristi potessero usare rotte
meno consuete, meno sotto i riflettori, come il porto di Genova,
era un' ipotesi che immaginavamo" e ha rivolto il suo elogio alle
forze dell' ordine. Il procuratore capo, facente funzioni, di
Genova Francesco Cozzi ha sottolineato come il porto possa
essere un "crocevia di persone legate al terrorismo
internazionale" ma ha ribadito come i controlli siano più che
serrati. Anche negli internet point (7000 in un anno). Controlli
che hanno permesso di scoprire che i due fratelli sedicenti
iraniani avevano a Genova un punto di riferimento: immagini
delle telecamere per la sicurezza li hanno ripresi in centro
mentre incontrano qualcuno. La Digos é al lavoro per dare un
nome a quei fotogrammi. (ANSA).
Y9L-MOI
05-GEN-16 19: 55 NNN
Nessun commento:
Posta un commento