CONSIP. IN AULA NUOVA MOZIONE MDP: VICENDA LOTTI INTRECCIATA A MARRONI
(DIRE) Roma, 20 giu. - E' stata depositata in aula al Senato la
seconda versione della mozione Mdp sui vertici Consip. Dopo la
dichiarazione di "improponibilita'" del testo uno (la richiesta
di sospensione delle deleghe a Lotti non poteva essere inserita
tra gli impegni al governo per estraneita' della materia), il
nuovo testo fa cenno al caso Lotti nella premessa. Qui si
sostiene che la vicenda dell'attuale ministro allo Sport e'
"indissolubilmente intrecciate" a quella dell'ad Consip Luigi
Marroni.
La nuova mozione Mdp, a prima firma Miguel Gotor, impegna il
Governo:
1) a valutare la revoca dell'incarico di amministratore delegato
della Consip al dottor Luigi Marroni da parte del Ministero
dell'economia e delle finanze, al fine di assicurare la tutela
degli interessi pubblici e la corretta gestione delle risorse,
salvaguardando altresi' l'immagine del socio pubblico;
2) a procedere a nuove nomine dei vertici della Consip, seguendo
puntualmente e in modo trasparente, dandone conto al Parlamento,
i criteri e gli indirizzi della direttiva a firma del Ministro
dell'economia pro tempore Fabrizio Saccomanni del 24 giugno 2013,
che ha rafforzato i requisiti di onorabilita' e di
professionalita' richiesti agli amministratori e ha individuato
le tappe di un processo trasparente ed oggettivo di valutazione
di tali requisiti, preliminare alla designazione dei candidati da
parte del Ministro, nell'ambito delle sue funzioni di indirizzo
politico-amministrativo.......
(Mar/ Dire)
13:22 20-06-17
NNNN
CONSIP. IN AULA NUOVA MOZIONE MDP: VICENDA LOTTI INTRECCIATA A MARRONI -2-
(DIRE) Roma, 20 giu. - E' stata depositata in aula al Senato la
seconda versione della mozione Mdp sui vertici Consip. Dopo la
dichiarazione di "improponibilita'" del testo uno (la richiesta
di sospensione delle deleghe a Lotti non poteva essere inserita
tra gli impegni al governo per estraneita' della materia), il
nuovo testo fa cenno al caso Lotti nella premessa. Qui si
sostiene che la vicenda dell'attuale ministro allo Sport e'
"indissolubilmente intrecciate" a quella dell'ad Consip Luigi
Marroni.
La nuova mozione Mdp, a prima firma Miguel Gotor, impegna il
Governo:
1) a valutare la revoca dell'incarico di amministratore delegato
della Consip al dottor Luigi Marroni da parte del Ministero
dell'economia e delle finanze, al fine di assicurare la tutela
degli interessi pubblici e la corretta gestione delle risorse,
salvaguardando altresi' l'immagine del socio pubblico;
2) a procedere a nuove nomine dei vertici della Consip, seguendo
puntualmente e in modo trasparente, dandone conto al Parlamento,
i criteri e gli indirizzi della direttiva a firma del Ministro
dell'economia pro tempore Fabrizio Saccomanni del 24 giugno 2013,
che ha rafforzato i requisiti di onorabilita' e di
professionalita' richiesti agli amministratori e ha individuato
le tappe di un processo trasparente ed oggettivo di valutazione
di tali requisiti, preliminare alla designazione dei candidati da
parte del Ministro, nell'ambito delle sue funzioni di indirizzo
politico-amministrativo.......
(Mar/ Dire)
13:22 20-06-17
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CONSIP. IN AULA NUOVA MOZIONE MDP: VICENDA LOTTI INTRECCIATA A MARRONI -2-
CONSIP. IN AULA NUOVA MOZIONE MDP: VICENDA LOTTI INTRECCIATA A MARRONI -2-
(DIRE) Roma, 20 giu. - Ecco la premessa della nuova mozione Mdp,
a prima firma Miguel Gotor, depositata in aula al Senato.
Il Senato, premesso che: il 23 dicembre 2016 l'opinione
pubblica e' stata informata del fatto che il Ministro per lo
sport, con delega anche al Cipe, Luca Lotti, e' indagato per
favoreggiamento e rivelazione di segreto d'indagine in
un'inchiesta su un appalto Consip condotta dai pubblici ministeri
di Napoli. Lo stesso e' stato interrogato dall'autorita'
giudiziaria il 27 dicembre 2016; nei mesi scorsi, sui principali
giornali italiani, sono stati pubblicati ampi stralci di
dichiarazioni rese all'autorita' giudiziaria dal dottor Luigi
Marroni, amministratore delegato in carica della Consip, il quale
ha ribadito gravissime affermazioni nei confronti del Ministro
per lo sport Luca Lotti, del presidente della Consip Luigi
Ferrara, del dottor Filippo Vannoni e di alcuni ufficiali dei
Carabinieri, che lo avrebbero informato delle attivita'
investigative messe in atto dalle autorita' inquirenti, anche
attraverso intercettazioni ambientali negli uffici dei vertici
della Consip, affinche' 'le cimici' fossero rimosse, come
puntualmente avvenuto. Inoltre, il dottor Luigi Marroni ha
dichiarato di avere subito pressioni per orientare una gara
d'appalto indetta dalla Consip da parte del signor Tiziano Renzi
(padre dell'ex Presidente del Consiglio dei ministri Matteo
Renzi), anch'egli indagato nel medesimo procedimento con l'accusa
di concorso in traffico di influenza; il 9 giugno 2017, in
qualita' di testimone e dunque vincolato all'obbligo della
verita', il dottor Luigi Marroni ha confermato la sua versione
dei fatti all'autorita' giudiziaria; il 17 giugno si sono dimessi
dal consiglio di amministrazione della Consip il presidente Luigi
Ferrara e la consigliera Maria Laura Ferrigno; considerato che, a
giudizio dei proponenti: e' del tutto evidente che la vicenda del
Ministro per lo sport Luca Lotti e quella dell'amministratore
delegato dottor Luigi Marroni siano indissolubilmente
intrecciate, che uno dei due abbia mentito davanti all'autorita'
giudiziaria e davanti all'opinione pubblica, e che la loro
contemporanea permanenza in carica, nei rispettivi ruoli,
costituisca un inaccettabile segnale di arroganza politica che
contribuisce ad aumentare il discredito delle istituzioni
pubbliche; la fuga di notizie relativa all'attivita' di
intercettazione ha oggettivamente ostacolato e messo a rischio il
proseguimento di una promettente inchiesta giudiziaria sulla
commistione tra politica e affari, da quando gli intercettati
hanno avuto contezza di esserlo e hanno potuto regolarsi di
conseguenza; occorre prendere atto che il dottor Luigi Marroni,
quando fu avvisato dell'indagine, non ha pensato che fosse suo
dovere recarsi immediatamente dalla magistratura per informarla
di quanto avvenuto, ma ha fatto rimuovere le microspie, cosi' da
ostacolarne il proseguimento dell'azione. Tale comportamento
appare del tutto inopportuno da parte dell'amministratore
delegato di una societa' a totale partecipazione pubblica che
dovrebbe rispondere, in base allo statuto della Consip stessa, a
requisiti improntati alla massima professionalita', onorabilita'
e correttezza; le inchieste giudiziarie di questi mesi
riguardanti gli appalti gestiti dalla Consip interessano i
vertici e i dirigenti della societa' controllata dal Ministero
dell'economia e delle finanze come Marco Gasparri, accusato di
avere favorito l'imprenditore Alfredo Romeo, in cambio di una
congrua dazione di denaro, a partecipare ai bandi del 2012. Fermo
restando il principio della presunzione d'innocenza, tali
comportamenti inducono a nutrire dei seri dubbi sui comportamenti
degli amministratori della societa' a capitale interamente
pubblico; considerato, altresi', che non e' necessario attendere
che la giustizia faccia il suo corso per rendersi conto di come,
nella vicenda Consip, la commistione tra affari e politica abbia
dato luogo a un intreccio dannoso per l'autorevolezza e la
rispettabilita' delle istituzioni. Sarebbe opportuno che la
politica, in piena autonomia, si autoregolamentasse, elevando
l'asticella del rigore e della probita' dei comportamenti nella
gestione della cosa pubblica e si dotasse di standard di condotta
omogenei per non ingenerare il sospetto di una doppia morale e di
un garantismo a intermittenza, che trasformano quel principio di
civilta' in una mera condotta opportunistica, da rivendicare
soltanto quando sono coinvolti i propri amici o compagni di
partito. La vicenda Consip, a prescindere dal suo eventuale
rilievo penale, mette in luce comportamenti familistici e
clientelari nella gestione del potere, che disvelano come
questioni di interesse pubblico siano state affrontate grazie a
un ruolo preminente dei rapporti di origine familiare, personale,
privatistica e amicale basati su legami di solidarieta'
predominanti sugli interessi della collettivita' e sui principi
della libera concorrenza e della meritocrazia. La gestione del
potere pubblico, infatti, non puo' avvenire mediante la nomina di
soggetti di provata fedelta' personale o di una determinata
provenienza geografica a discapito di una verifica delle loro
intrinseche qualita' professionali. Tale comportamento rischia di
alimentare l'affermazione e di favorire interessi privati e
domestici in cui la famiglia, la fazione, la consorteria si
sovrappongono allo Stato, fino a confondersi con esso, a
detrimento della necessaria autorevolezza che deve accompagnare
l'esercizio della funzione pubblica; in piu' occasioni abbiamo
sottolineato l'opportunita' (se non la necessita') di procedere
alla sospensione delle deleghe al Ministro per lo sport Luca
Lotti fino al chiarimento della vicenda che lo vede coinvolto e
continuiamo a ritenere che il Governo deve poter operare al
riparo da ombre su comportamenti non irreprensibili dei suoi
componenti per portare avanti i suoi impegnativi obiettivi.
(Mar/ Dire)
13:22 20-06-17
NNNN (DIRE) Roma, 20 giu. - Ecco la premessa della nuova mozione Mdp,
a prima firma Miguel Gotor, depositata in aula al Senato.
Il Senato, premesso che: il 23 dicembre 2016 l'opinione
pubblica e' stata informata del fatto che il Ministro per lo
sport, con delega anche al Cipe, Luca Lotti, e' indagato per
favoreggiamento e rivelazione di segreto d'indagine in
un'inchiesta su un appalto Consip condotta dai pubblici ministeri
di Napoli. Lo stesso e' stato interrogato dall'autorita'
giudiziaria il 27 dicembre 2016; nei mesi scorsi, sui principali
giornali italiani, sono stati pubblicati ampi stralci di
dichiarazioni rese all'autorita' giudiziaria dal dottor Luigi
Marroni, amministratore delegato in carica della Consip, il quale
ha ribadito gravissime affermazioni nei confronti del Ministro
per lo sport Luca Lotti, del presidente della Consip Luigi
Ferrara, del dottor Filippo Vannoni e di alcuni ufficiali dei
Carabinieri, che lo avrebbero informato delle attivita'
investigative messe in atto dalle autorita' inquirenti, anche
attraverso intercettazioni ambientali negli uffici dei vertici
della Consip, affinche' 'le cimici' fossero rimosse, come
puntualmente avvenuto. Inoltre, il dottor Luigi Marroni ha
dichiarato di avere subito pressioni per orientare una gara
d'appalto indetta dalla Consip da parte del signor Tiziano Renzi
(padre dell'ex Presidente del Consiglio dei ministri Matteo
Renzi), anch'egli indagato nel medesimo procedimento con l'accusa
di concorso in traffico di influenza; il 9 giugno 2017, in
qualita' di testimone e dunque vincolato all'obbligo della
verita', il dottor Luigi Marroni ha confermato la sua versione
dei fatti all'autorita' giudiziaria; il 17 giugno si sono dimessi
dal consiglio di amministrazione della Consip il presidente Luigi
Ferrara e la consigliera Maria Laura Ferrigno; considerato che, a
giudizio dei proponenti: e' del tutto evidente che la vicenda del
Ministro per lo sport Luca Lotti e quella dell'amministratore
delegato dottor Luigi Marroni siano indissolubilmente
intrecciate, che uno dei due abbia mentito davanti all'autorita'
giudiziaria e davanti all'opinione pubblica, e che la loro
contemporanea permanenza in carica, nei rispettivi ruoli,
costituisca un inaccettabile segnale di arroganza politica che
contribuisce ad aumentare il discredito delle istituzioni
pubbliche; la fuga di notizie relativa all'attivita' di
intercettazione ha oggettivamente ostacolato e messo a rischio il
proseguimento di una promettente inchiesta giudiziaria sulla
commistione tra politica e affari, da quando gli intercettati
hanno avuto contezza di esserlo e hanno potuto regolarsi di
conseguenza; occorre prendere atto che il dottor Luigi Marroni,
quando fu avvisato dell'indagine, non ha pensato che fosse suo
dovere recarsi immediatamente dalla magistratura per informarla
di quanto avvenuto, ma ha fatto rimuovere le microspie, cosi' da
ostacolarne il proseguimento dell'azione. Tale comportamento
appare del tutto inopportuno da parte dell'amministratore
delegato di una societa' a totale partecipazione pubblica che
dovrebbe rispondere, in base allo statuto della Consip stessa, a
requisiti improntati alla massima professionalita', onorabilita'
e correttezza; le inchieste giudiziarie di questi mesi
riguardanti gli appalti gestiti dalla Consip interessano i
vertici e i dirigenti della societa' controllata dal Ministero
dell'economia e delle finanze come Marco Gasparri, accusato di
avere favorito l'imprenditore Alfredo Romeo, in cambio di una
congrua dazione di denaro, a partecipare ai bandi del 2012. Fermo
restando il principio della presunzione d'innocenza, tali
comportamenti inducono a nutrire dei seri dubbi sui comportamenti
degli amministratori della societa' a capitale interamente
pubblico; considerato, altresi', che non e' necessario attendere
che la giustizia faccia il suo corso per rendersi conto di come,
nella vicenda Consip, la commistione tra affari e politica abbia
dato luogo a un intreccio dannoso per l'autorevolezza e la
rispettabilita' delle istituzioni. Sarebbe opportuno che la
politica, in piena autonomia, si autoregolamentasse, elevando
l'asticella del rigore e della probita' dei comportamenti nella
gestione della cosa pubblica e si dotasse di standard di condotta
omogenei per non ingenerare il sospetto di una doppia morale e di
un garantismo a intermittenza, che trasformano quel principio di
civilta' in una mera condotta opportunistica, da rivendicare
soltanto quando sono coinvolti i propri amici o compagni di
partito. La vicenda Consip, a prescindere dal suo eventuale
rilievo penale, mette in luce comportamenti familistici e
clientelari nella gestione del potere, che disvelano come
questioni di interesse pubblico siano state affrontate grazie a
un ruolo preminente dei rapporti di origine familiare, personale,
privatistica e amicale basati su legami di solidarieta'
predominanti sugli interessi della collettivita' e sui principi
della libera concorrenza e della meritocrazia. La gestione del
potere pubblico, infatti, non puo' avvenire mediante la nomina di
soggetti di provata fedelta' personale o di una determinata
provenienza geografica a discapito di una verifica delle loro
intrinseche qualita' professionali. Tale comportamento rischia di
alimentare l'affermazione e di favorire interessi privati e
domestici in cui la famiglia, la fazione, la consorteria si
sovrappongono allo Stato, fino a confondersi con esso, a
detrimento della necessaria autorevolezza che deve accompagnare
l'esercizio della funzione pubblica; in piu' occasioni abbiamo
sottolineato l'opportunita' (se non la necessita') di procedere
alla sospensione delle deleghe al Ministro per lo sport Luca
Lotti fino al chiarimento della vicenda che lo vede coinvolto e
continuiamo a ritenere che il Governo deve poter operare al
riparo da ombre su comportamenti non irreprensibili dei suoi
componenti per portare avanti i suoi impegnativi obiettivi.
(Mar/ Dire)
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