Mafia: DIA sequestra beni per 1,1 mln a ex parlamentare Matacena =
(AGI) - Reggio Calabria, 11 lug. - La DIA di Reggio Calabria ha
sequestrato beni per 1,1 milioni di euro ad Amedeo Matacena Junior,
53enne imprenditore catanese ed ex parlamentare della Repubblica.
Attualmente latitante a Dubai, Matacena e' figlio del defunto Amadeo
Matacena: entrambi personaggi noti a Reggio Calabria per la loro
attivita' di armatori svolta in passato per il traghettamento dei
veicoli e dei passeggeri sulle sponde dello Stretto.
Matacena jr nel 2014 e' stato condannato definitivamente a 3 anni
di reclusione dalla Cassazione per il reato di concorso esterno in
associazione mafiosa in seguito alle risultanze investigative emerse
nella cosideetta Operazione "Nautilus" confluite poi nel procedimento
penale "Olimpia 2 e 3".
Secondo la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino,
riassumendo le emergenze del predetto procedimento penale, snodatosi
in un lunghissimo arco temporale, e' stato riconosciuto che Matacena
jr era l'uomo politico prescelto dalle cosche reggine al fine di
salvaguardare gli interessi da queste perseguite. Dal vasto compendio
probatorio e' emerso che Matacena jr, "pur di riuscire nel suo
intento di essere eletto alla Camera dei Deputati nelle elezioni del
1994, abbia stipulato una sorta di 'patto con il diavolo' con le piu'
rappresentative organizzazioni 'ndranghetistiche di questa citta'".
Convergono in tal senso anche le dichiarazioni di diversi
collaboratori di giustizia tra cui Antonino Roda' e Giuseppe Lombardo
mentre un altro, Umberto Munao', ha evidenziato la consapevolezza di
Matacena jr di aver favorito la cosca Rosmini nella vicenda dei
lavori di rifacimento della via Marina, a Reggio Calabria.
Nell'anno 2015, nell'ambito di un altro procedimento penale, la
Corte d'Appello di Reggio Calabria ha inflitto a Matacena jr
un'ulteriore condanna a quattro anni per il reato di corruzione in
atti giudiziari, confermando la sentenza di condanna emessa dal
Tribunale di Reggio Calabria nel 2012. Con sentenza del 4 novembre
2016, la Corte di Cassazione annullava senza rinvio la sentenza di
condanna per intervenuta prescrizione. (AGI)
Mot (Segue)
110726 LUG 17
NNNN
sequestrato beni per 1,1 milioni di euro ad Amedeo Matacena Junior,
53enne imprenditore catanese ed ex parlamentare della Repubblica.
Attualmente latitante a Dubai, Matacena e' figlio del defunto Amadeo
Matacena: entrambi personaggi noti a Reggio Calabria per la loro
attivita' di armatori svolta in passato per il traghettamento dei
veicoli e dei passeggeri sulle sponde dello Stretto.
Matacena jr nel 2014 e' stato condannato definitivamente a 3 anni
di reclusione dalla Cassazione per il reato di concorso esterno in
associazione mafiosa in seguito alle risultanze investigative emerse
nella cosideetta Operazione "Nautilus" confluite poi nel procedimento
penale "Olimpia 2 e 3".
Secondo la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino,
riassumendo le emergenze del predetto procedimento penale, snodatosi
in un lunghissimo arco temporale, e' stato riconosciuto che Matacena
jr era l'uomo politico prescelto dalle cosche reggine al fine di
salvaguardare gli interessi da queste perseguite. Dal vasto compendio
probatorio e' emerso che Matacena jr, "pur di riuscire nel suo
intento di essere eletto alla Camera dei Deputati nelle elezioni del
1994, abbia stipulato una sorta di 'patto con il diavolo' con le piu'
rappresentative organizzazioni 'ndranghetistiche di questa citta'".
Convergono in tal senso anche le dichiarazioni di diversi
collaboratori di giustizia tra cui Antonino Roda' e Giuseppe Lombardo
mentre un altro, Umberto Munao', ha evidenziato la consapevolezza di
Matacena jr di aver favorito la cosca Rosmini nella vicenda dei
lavori di rifacimento della via Marina, a Reggio Calabria.
Nell'anno 2015, nell'ambito di un altro procedimento penale, la
Corte d'Appello di Reggio Calabria ha inflitto a Matacena jr
un'ulteriore condanna a quattro anni per il reato di corruzione in
atti giudiziari, confermando la sentenza di condanna emessa dal
Tribunale di Reggio Calabria nel 2012. Con sentenza del 4 novembre
2016, la Corte di Cassazione annullava senza rinvio la sentenza di
condanna per intervenuta prescrizione. (AGI)
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