SABATO 24 MARZO 2018 08.22.11
SICUREZZA
NEWS REGIONI. Pompei, nuove meraviglie affiorano dagli scavi della Regio V
NEWS REGIONI. Pompei, nuove meraviglie affiorano dagli scavi della Regio V (DIRE - Notiziario settimanale Regioni) Napoli, 24 mar. - Nuove meraviglie, grazie agli scavi archeologici della Regio V - a 270 anni dalla scoperta di Pompei -, tornano alla luce nel sito all'ombra del Vesuvio. Si tratta di un importante intervento nell'area non indagata della citta' antica dal dopoguerra su una superficie di oltre 1000 quadri, il cosiddetto "cuneo", posto tra la casa delle Nozze d'Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone. Il cantiere rientra nel piu' grande intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo, che delimitano l'area non scavata di Pompei, di circa 22 ettari. Oltre 2,5 km di muri antichi saranno messi in sicurezza, mentre l'area non scavata alle spalle dei fronti di scavo, nelle Regiones I-III-IV-V-IX, sara' oggetto di intervento di mitigazione del rischio idrogeologico, che assicurando un adeguato drenaggio del suolo consentira' di ridurre la spinta del terreno sui muri antichi, problema particolarmente insistente nel periodo delle piogge. L'intervento globale su tutti i fronti della citta' antica rientra nel Grande Progetto Pompei e durera' circa due anni per un costo complessivo di circa 8,5 mln di euro. I lavori procederanno per sottocantieri al fine di continuare a garantire la fruibilita' del sito. Periodicamente verranno forniti aggiornamenti sull'avanzamento dei lavori. Lo scavo del cuneo sta portando in luce strutture e reperti di ambienti privati e pubblici che contribuiranno ad arricchire la conoscenza del sito e lo stato di avanzamento della ricerca archeologica. Il primo stadio di intervento ha previsto la rimozione di tutta quella parte di terreno proveniente dagli scavi di fine '800 e '900, che veniva riversato nella zona del cuneo. Al di sotto di questi livelli e' stata riportata in evidenza la stratigrafia vulcanica, con il livello di cenere sovrapposto agli strati di lapillo. Tra gli ambienti al momento emersi in adiacenza alla Casa della Soffitta, e' stata individuata un'area aperta, probabilmente destinata a giardino, la cui funzione potra' essere meglio definita grazie a indagini e analisi paleobotaniche che il Parco Archeologico di Pompei condurra' contestualmente allo scavo. Nell'angolo sud-orientale di questo spazio gia' affiorano alcune anfore, di cui si sta studiando la tipologia e il contenuto. Poco oltre, sta emergendo il vicolo che partendo da via di Nola fiancheggiava la Casa delle nozze d'Argento. Leggermente in salita, si presenta nella sua originaria configurazione con lo zoccolo dei marciapiedi e gli ingressi degli edifici che vi si affacciavano. Nel Vicolo delle Nozze d'Argento stanno venendo alla luce alcune strutture archeologiche, tra le quali l'ingresso di una domus, con pareti affrescate a riquadri su fondo rosso con al centro l'immagine dipinta di una coppia di delfini. Nell'area logistica appositamente realizzata sul pianoro delle regiones IV e V e' stato, invece, predisposto un grande deposito archeologico con annesso laboratorio, per assicurare il lavaggio, la siglatura, lo studio preliminare e la conservazione temporanea dei reperti emersi dagli scavi. Un aspetto inatteso delle indagini archeologiche finora condotte e' stato il rinvenimento di un gran numero di reperti, quali antefisse e decorazioni fittili, frammenti di affreschi e di stucchi, frammenti di anfore e mattoni bollati, nella terra di risulta proveniente dagli scavi ottocenteschi e primo-novecenteschi svolti nelle adiacenze. Probabilmente all'epoca non c'era stato interesse al recupero di oggetti frammentari o non ricostruibili, che venivano pertanto scartati. A partire da questo momento gli scavi, proseguendo in strati mai manomessi dopo l'eruzione del 79 d.C., potranno restituire sorprendenti reperti che saranno oggetto di studio multidisciplinare e di nuove metodologie di analisi. "Si torna a scavare a Pompei su vasta scala, ma soprattutto con l'impiego di strumenti di nuova tecnologia messi al servizio dell'archeologia (dal drone al georadar) e il supporto di un team interdisciplinare", dichiara Massimo Osanna, direttore generale del Parco archeologico di Pompei. "Oltre ai tecnici della conservazione, anche vulcanologi, paleobotanici, antropologi e archeozoologi. Questo confronto costante di professionalita' consentira' di documentare in modo approfondito ogni fase di scavo e comprendere tutti gli aspetti che contribuiscono alla ricostruzione della vita e del paesaggio vesuviano al 79 d.C.. La messa in sicurezza globale dei fronti di scavo e l'indagine del cuneo rappresentano il piu' grande intervento nell'area non scavata di Pompei, dal dopoguerra. Finora si era sempre proceduto per piccoli interventi di tamponamento nei punti piu' critici. Si sta procedendo in maniera radicale al consolidamento dei fronti e all'individuazione di una soluzione definitiva al problema dell'acqua che si accumula nei terreni. Entro il 2019 - assicura il direttore - l'area archeologica di Pompei sara' interamente consolidata". "L'intervento GPP M (intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo e mitigazione del rischio idrogeologico delle regiones I III IX IV V del sito archeologico) rimane - sottolinea il neo direttore denerale di Progetto il generale dei carabinieri Mauro Cipolletta - uno degli ultimi cantieri avviati nell'ambito del Grande Progetto Pompei con copertura comunitaria, bandito ad agosto 2015 e aggiudicato nel maggio 2016. Si tratta di uno degli interventi facenti parte del Piano delle Opere del GPP finanziariamente piu' rilevanti che si concludera' presumibilmente entro maggio 2019 e comunque nei termini di chiusura del PON 2017-2020. Nonostante la complessa articolazione del cantiere, la Direzione Generale di Progetto in sinergia con il Parco Archeologico di Pompei assicurera' il pieno rispetto del Protocollo di Legalita', attraverso i controlli degli accessi e dei pagamenti ed il costante monitoraggio dei flussi finanziari tra tutti i soggetti interni alla filiera, supportando il lavoro del Dipartimento per la Programmazione e il coordinamento della Politica Economica (DIPE) della Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso il riversamento dei dati acquisiti nel sistema informatico Monitoraggio delle Grandi Opere". (Red/ Dire) 08:21 24-03-18 NNNN
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