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martedì 17 luglio 2018

Cucchi, la sorella Ilaria: non dimenticherò grida miei genitori




MARTEDÌ 17 LUGLIO 2018 14.10.57
POLIZIA

Cucchi, la sorella Ilaria cerca in aula imputato con sguardo

Cucchi, la sorella Ilaria cerca in aula imputato con sguardo Momento di tensione davanti a giudici della corte d'assise Roma, 17 lug. (askanews) - E' stato un momento di tensione quando Ilaria Cucchi ha rivolto lo sguardo, tenendolo fisso per alcuni, interminabili secondi, verso il maresciallo Roberto Mandolini, già comandante della stazione dell'Arma in via Appia. Il sottufficiale, oggi, è stato l'unico dei cinque carabinieri imputati nel processo bis per la morte di Stefano Cucchi, presente in udienza, nell'aula della corte d'assise. Mandolini risponde di falso (per non aver verbalizzato la resistenza opposta dal geometra in caserma dove venne portato per il fotosegnalamento e aver "attestato falsamente" che Cucchi non aveva voluto nominare un difensore di fiducia) e di calunnia, per aver coinvolto i tre agenti della polizia penitenziaria nel pestaggio. Nav 20180717T141037Z  
MARTEDÌ 17 LUGLIO 2018 13.13.32 

Cucchi, la sorella Ilaria: non dimenticherò grida miei genitori 

Cucchi, la sorella Ilaria: non dimenticherò grida miei genitori La testimonianza in aula Roma, 17 lug. (askanews) - "Non posso dimenticare le urla disperate dei miei genitori quando ebbero la possibilità di vedere il cadavere del figlio. Piangevano, imprecavano, io non avrei voluto vederlo, preferivo ricordarlo con il suo sorriso. Ma poi ho ceduto e ho visto una scena pietosa: un corpo irriconoscibile, non sembrava neppure Stefano. Aveva il volto tumefatto, un occhio fuori dall'orbita, la mascella rotta, l'espressione del volto segnato da sofferenza e solitudine nella quale era morto. Ero pietrificata, non era possibile che un essere umano fosse ridotto in quelle condizioni". Così ha detto Ilaria Cucchi davanti alla corte d'assise ricordando il fratello Stefano, deceduto il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Sandro Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per possesso di droga dai carabinieri Nav 20180717T131326Z 
MARTEDÌ 17 LUGLIO 2018 13.54.08 
POLIZIASALUTE

Cucchi, la sorella Ilaria: non dimenticherò grida miei genitori -2- 

Cucchi, la sorella Ilaria: non dimenticherò grida miei genitori -2- "La nostra era una famiglia fantastica" Roma, 17 lug. (askanews) - "La nostra era una famiglia fantastica e meravigliosa, sempre unita, nonostante le tante batoste dovute ai problemi di tossicodipendenza di Stefano. Non c'era Natale o compleanno che non festeggiassimo sempre assieme". Così ha detto Ilaria Cucchi rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò, nel processo bis per la morte del fratello. "Stefano era come me, non tollerava le ingiustizie. Spesso litigavamo anche pesantemente, ma da parte sua non ricordo mai un gesto di violenza fisica. Aveva un bel caratterino... La sera prima dell'arresto era andato in palestra. Stava bene, era magro come me, ma non aveva alcun problema di salute. Fino all'ultimo istante della sua vita, ha combattuto e lottato per essere aiutato", ha continuato. "Non mi sono persa una battuta di quello che io chiamo il 'processo sbagliato' per la morte di Stefano. Sono stata presente a tutte e 73 le udienze, nelle quali si parlava del carattere di mio fratello, si diceva che era morto di suo, che erano stati gli agenti di polizia penitenziaria a picchiarlo. E tutto ciò per colpa di una persona presente in aula", ha detto ancora Ilaria. Nav 20180717T135356Z 
MARTEDÌ 17 LUGLIO 2018 14.00.21 
SALUTE

CASO CUCCHI: SORELLA, NON DIMENTICHERO' MAI URLA MIEI GENITORI IN OBITORIO… = 

Roma, 17 lug. (Adnkronos) - "Non posso dimenticare le urla disperate dei miei genitori all'obitorio quando ebbero la possibilità di vedere il cadavere del figlio. Piangevano, li sentii gridare 'Dio mio, che ti hanno fatto'. Io non avrei voluto vederlo, preferivo ricordarlo con il suo sorriso. Ma poi ho ceduto e ho visto una scena pietosa: un corpo irriconoscibile, non sembrava neppure Stefano. Aveva il volto tumefatto, un occhio fuori dall'orbita, la mascella rotta, l'espressione del volto segnato dalla sofferenza e solitudine nella quale era morto". Sono le parole di Ilaria Cucchi ascoltata in aula oggi davanti alla Corte d'assise al processo sulla morte del fratello Stefano, il geometra di 31 anni deceduto il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Sandro Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per possesso di droga dai carabinieri che, secondo la Procura, lo hanno massacrato di botte. "La nostra era una famiglia fantastica e meravigliosa, sempre unita, nonostante le tante batoste dovute ai problemi di tossicodipendenza di Stefano - ha detto ancora - Non c'era Natale o compleanno che non festeggiassimo sempre assieme. Stefano era come me, non tollerava le ingiustizie. Spesso litigavamo anche pesantemente, ma da parte sua non ricordo mai un gesto di violenza fisica. Aveva un bel caratterino. La sera prima dell'arresto era andato in palestra. Stava bene, era magro come me, ma non aveva alcun problema di salute. Fino all'ultimo istante della sua vita ha combattuto e lottato per essere aiutato". (Dan/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 17-LUG-18 13:59 NNNN 
MARTEDÌ 17 LUGLIO 2018 14.01.22 
POLIZIA

CASO CUCCHI: SORELLA, PROCESSO 'SBAGLIATO' PER COLPA DI UNA PERSONA IN AULA = 

Ilaria durante deposizione guarda negli occhi l'unico dei carabinieri imputati presente Roma, 17 lug. (Adnkronos) - "Non mi sono persa una battuta di quello che io chiamo il 'processo sbagliato' per la morte di Stefano. Sono stata presente a tutte e 73 le udienze, nelle quali si parlava del carattere di mio fratello, si diceva che era morto di suo, che erano stati gli agenti di polizia penitenziaria a picchiarlo. E tutto questo per colpa di una persona che è presente in aula". Lo ha detto Ilaria Cucchi ascoltata davanti alla corte d'assise di Roma al processo sulla morte del fratello Stefano, morto il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Sandro Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per possesso di droga dai carabinieri che, secondo la Procura, lo hanno massacrato di botte.  La sorella di Cucchi ha fissato per diversi secondi negli occhi il maresciallo Roberto Mandolini, comandante all'epoca della stazione di via Appia, l'unico presente in udienza fra i cinque carabinieri imputati nel processo bis per la morte di Stefano, accusato di falso e di calunnia verso i tre agenti del pestaggio. (Dan/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 17-LUG-18 14:01 NNNN 
MARTEDÌ 17 LUGLIO 2018 14.16.53 

Cucchi, la mamma: l'ho partorito ma da morto non l'ho riconosciuto 

Cucchi, la mamma: l'ho partorito ma da morto non l'ho riconosciuto La signora Rita: non dimenticherò mai quella disperazione Roma, 17 lug. (askanews) - "L'ho partorito, l'ho cresciuto l'ho portato per mano, quando l'ho visto cadavere non l'ho riconosciuto". Lo ha detto la mamma di Stefano Cucchi, la signora Rita Calore. La donna, 69 anni, ha parlato cedendo un po' alla commozione davanti ai giudici della corte d'assise nel processo bis per la morte del giovane geometra avvenuta nell'ottobre del 2009 all'ospedale Sandro Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per possesso di droga e, secondo l'accusa, a causa delle botte da parte dei militari dell'Arma. Ricordando la sofferenza del giorno in cui le fu comunicata la morte di Stefano la signora si è lasciata andare alle lacrime. Quando poi lo ha visto in obitorio, all'istituto di medicina legale, ha ricordato: "Era uno scheletro, tutto nero, aveva una mascella rotta, un occhio fuori dall'orbita, un bozzo sulla testa. C'erano poliziotti che giravano dappertutto e uno di loro scuoteva la testa". La signora Rita ha poi ricordato il comportamento del marito: "Mi disse che aveva visto Stefano, che era tutto gonfio e rosso, nero sotto gli occhi. La sera prima quando lo aveva visto non era così. Disse che era una cosa davvero inaccettabile". La signora Rita ha aggiunto non aver "mai definito Stefano come un delinquente, neanche nei momenti di crisi più nere a causa della sua tossicodipendenza" a differenza di quanto apparso su un quotidiano che pubblicò una presunta intercettazione. Rispondendo infine alla domanda se qualcuno delle istituzioni l'avesse mai contattata, la donna ha concluso: "Mi contattò dopo la morte di Stefano il generale Vittorio Tomasone, all'epoca comandante provinciale dei carabinieri. Ci fece le condoglianze e ci disse che ci doveva parlare; 'se potete venite voi, altrimenti vengo io', disse, ci lasciò il suo numero di cellulare ma quella telefonata non ebbe più alcun seguito". Nav 20180717T141641Z 
MARTEDÌ 17 LUGLIO 2018 14.25.51 

CASO CUCCHI: MAMMA PIANGE IN AULA, QUANDO L'HO VISTO MORTO ERA UNO SCHELETRO = 

Roma, 17 lug. (Adnkronos) - "L'ho partorito, l'ho cresciuto l'ho portato per mano, quando l'ho visto cadavere non l'ho riconosciuto". Momenti di forte commozione oggi in aula in Tribunale a Roma durante la deposizione della madre di Stefano Cucchi, Rita Calore, in corte d'assise al processo sulla morte del geometra di 31 anni, deceduto il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Sandro Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per possesso di droga e, secondo l'accusa, a causa delle botte da parte dei carabinieri. La mamma di Cucchi è scoppiata in lacrime ricordando quando venne a sapere che il figlio era morto. Ma ancora più duro fu quando con il marito andarono in obitorio a vedere il corpo di Stefano. "Era uno scheletro, tutto nero, aveva una mascella rotta, un occhio fuori dall'orbita. C'erano poliziotti che giravano dappertutto e uno di loro scuoteva la testa".  La donna ha ricordato lo shock del marito quando alcuni giorni prima andò a trovare il figlio dopo l'arresto. "Mi disse che aveva visto Stefano, che era tutto gonfio e rosso, nero sotto gli occhi. La sera prima quando lo aveva visto non era così. Disse che era una cosa davvero inaccettabile". (segue) (Dan/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 17-LUG-18 14:25 NNNN 
MARTEDÌ 17 LUGLIO 2018 14.25.51 

CASO CUCCHI: MAMMA PIANGE IN AULA, QUANDO L'HO VISTO MORTO ERA UNO SCHELETRO (2) = 


(Adnkronos) - La mamma di Cucchi ha poi ribadito in aula di non aver "mai definito Stefano come un delinquente, neanche nei momenti di crisi più nere a causa della sua tossicodipendenza" a differenza di quanto apparso su un quotidiano che pubblicò una presunta intercettazione. Rispondendo infine alla domanda se qualcuno delle istituzioni l'avesse mai contattata, la donna ha concluso: "Mi contattò dopo la morte di Stefano il generale Vittorio Tomasone, all'epoca comandante provinciale dei carabinieri. Ci fece le condoglianze e ci disse che ci doveva parlare; 'se potete venite voi, altrimenti vengo io', disse, ci lasciò il suo numero di cellulare ma quella telefonata non ebbe più alcun seguito".  (Dan/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 17-LUG-18 14:25 NNNN 

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