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mercoledì 5 settembre 2018

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 17 maggio 2018, n. 102 Approvazione del regolamento di disciplina dell'area marina protetta «Capo Testa - Punta Falcone». (18G00132) (GU n.206 del 5-9-2018) Vigente al: 20-9-2018



MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
DECRETO 17 maggio 2018, n. 102
Approvazione del regolamento di disciplina dell'area marina  protetta
«Capo Testa - Punta Falcone». (18G00132)
(GU n.206 del 5-9-2018)
  Vigente al: 20-9-2018 



                      IL MINISTRO DELL'AMBIENTE
              E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

  Visto l'articolo 17, commi 3 e 4, della legge 23  agosto  1988,  n.
400;
  Vista la legge 6 dicembre 1991, n. 394 e in particolare  l'articolo
19, comma 5, che prevede  l'approvazione  con  decreto  del  Ministro
dell'ambiente di  un  Regolamento  delle  aree  marine  protette  che
disciplina i divieti e le eventuali deroghe in funzione del grado  di
protezione necessario;
  Vista   la   Convenzione   internazionale   per   la    prevenzione
dell'inquinamento causato da navi, Marpol 73/78, per  la  definizione
di requisiti di eco-compatibilita' per le unita' da diporto;
  Visto il regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del
Consiglio dell'11 dicembre 2013 relativo alla politica  comune  della
pesca, nonche' le modifiche  apportate  alla  politica  comune  della
pesca con il regolamento (UE) 2015/812 del Parlamento europeo  e  del
Consiglio del 20 maggio 2015;
  Vista la legge 31 dicembre 1982, n. 979, recante  disposizioni  per
la difesa del mare;
  Vista la legge 8 luglio 1986,  n.  349,  istitutiva  del  Ministero
dell'ambiente;
  Vista la legge 6 dicembre 1991, n. 394 e in particolare  l'articolo
36, comma 1, con il quale sono state previste le aree marine protette
di reperimento e, tra esse, alla lettera p), quella denominata  «Capo
Testa - Punta Falcone»;
  Vista la legge 9 dicembre 1998, n. 426, recante nuovi interventi in
campo ambientale e in particolare l'articolo 2;
  Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999,  n.  300,  di  riforma
dell'organizzazione del Governo;
  Vista la legge 31 luglio 2002, n. 179 e in particolare l'articolo 8
relativo al funzionamento delle aree marine protette;
  Vista la legge 23 marzo 2001, n. 93, recante disposizioni in  campo
ambientale;
  Visto il decreto legislativo 18 luglio 2005,  n.  171,  recante  il
nuovo codice della nautica da diporto ed attuazione  della  direttiva
2003/44/CE;
  Visto il decreto legislativo 13 ottobre 2010, n. 190, di attuazione
della direttiva 2008/56/CE, che istituisce  un  quadro  per  l'azione
comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino;
  Vista la legge 27 dicembre 2013, n.147, che all'articolo  1,  comma
117, prevede specifici incrementi  di  spesa  al  fine  di  garantire
l'istituzione delle aree marine protette di cui alle aree  marine  di
reperimento previste al comma 1, lettere h) e  p),  dell'articolo  36
della legge 6 dicembre 1991, n. 394;
  Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  Ministri  10
luglio 2014, n. 142, recante il  regolamento  di  organizzazione  del
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del  mare  e,
in  particolare,  l'articolo  6,  comma  1,  lettere  a)  e  o)   che
attribuisce alla Direzione generale per la protezione della natura  e
del mare le funzioni in materia di aree protette terrestri, montane e
marine, nonche' per le attivita' in materia di mare  e  biodiversita'
relativamente alla tutela degli ecosistemi terrestri e marini;
  Vista l'intesa stipulata il 14  luglio  2005  fra  il  Governo,  le
regioni,  le  province  autonome  e  le  autonomie  locali  ai  sensi
dell'articolo 8, comma 6, della legge  5  giugno  2003,  n.  131,  in
materia di concessioni di beni del demanio marittimo  e  di  zone  di
mare ricadenti nelle aree marine protette, pubblicata nella  Gazzetta
Ufficiale n. 174 del 28 luglio 2005;
  Considerato che e' stata stipulata una convenzione tra il Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del  mare  -  Direzione
generale per  la  protezione  della  natura  e  del  mare  (DGPNM)  e
l'Istituto superiore  per  la  protezione  ambientale  (ISPRA),  resa
esecutiva con decreto direttoriale  prot.  12112/PNM  del  16  giugno
2014, per l'aggiornamento degli  studi  conoscitivi  ed  il  supporto
all'iter istruttorio  per  l'istituzione,  tra  le  altre,  dell'area
marina protetta «Capo Testa - Punta Falcone»,  nel  Comune  di  Santa
Teresa di Gallura, Provincia di Sassari;
  Tenuto conto che, nel corso dell'iter istruttorio per l'istituzione
dell'area marina protetta,  sono  state  considerate  e  valutate  le
osservazioni degli Enti interessati e del pubblico e, in particolare,
l'ISPRA:
  ha presentato le risultanze delle attivita' conoscitive  agli  enti
interessati nel corso della riunione tenutasi  in  data  11  dicembre
2014;
  ha  presentato  la  proposta  preliminare  predisposta,  denominata
«Prima ipotesi dei livelli  di  zonazione»,  agli  Enti  interessati,
nella riunione del 25 marzo 2015, e, successivamente, trasmessa  agli
stessi in data 21 aprile 2015, in merito  alla  quale  il  Comune  di
Santa Teresa di Gallura ha avviato una consultazione pubblica;
  ha elaborato, sulla base delle osservazioni pervenute al Comune  di
Santa Teresa di Gallura e delle considerazioni valutative svolte,  la
proposta conclusiva  di  perimetrazione  e  zonazione,  con  relativa
disciplina di tutela dell'istituenda area marina protetta;
  ha trasmesso alla Direzione generale per la protezione della natura
e del mare, con nota prot. 44961 del  9  ottobre  2015,  una  sintesi
delle considerazioni elaborate in merito alle osservazioni pervenute;
  Considerato che la  Direzione  generale  per  la  protezione  della
natura e del mare, preso atto delle citate considerazioni,  con  nota
prot. 21742/PNM del 5 novembre 2015, ha chiesto a ISPRA di  elaborare
la proposta conclusiva di perimetrazione, zonazione e  disciplina  di
tutela dell'area marina protetta;
  Acquisita la proposta conclusiva  di  perimetrazione,  zonazione  e
disciplina di tutela dell'area marina protetta, trasmessa  dall'ISPRA
con nota prot. 54936 del 2 dicembre 2015;
  Considerato che,
    la Direzione generale per la protezione della natura e del  mare,
preso atto della citata proposta, con  nota  prot.  24321/PNM  del  4
dicembre 2015, ha convocato un incontro in data 16 dicembre 2015  con
gli enti interessati, per presentare  gli  schemi  dei  provvedimenti
ministeriali  per  l'istituzione  dell'area  marina  protetta  e   di
approvazione  del   Regolamento   di   disciplina   delle   attivita'
consentite, in uno con la cartografia di perimetrazione  e  zonazione
dell'area marina protetta;
    con nota prot. 8357/PNM del 21 aprile 2016 la Direzione  generale
per la protezione della natura e  del  mare  ha  invitato  l'ISPRA  a
concordare con il Comune di  Santa  Teresa  di  Gallura  un  incontro
pubblico per la presentazione della proposta elaborata;
    con  nota  prot.  35563  del   13   giugno   2016,   l'ISPRA   ha
sinteticamente relazionato in merito all'assemblea  pubblica,  tenuta
il 19 maggio 2015, per la presentazione della proposta conclusiva  di
perimetrazione  e  zonazione,  durante  la  quale  non  sono   emerse
argomentazioni di natura tecnica sulla proposta medesima;
  Preso atto delle  risultanze  dell'iter  istruttorio,  nonche'  del
processo partecipativo svolto, e che, pertanto, la Direzione generale
per la protezione della natura e  del  mare  ha  avviato  l'iter  per
acquisire  i  pareri  e  le  intese  necessarie  all'emanazione   dei
provvedimenti  ministeriali  per   l'istituzione   dell'area   marina
protetta e  di  approvazione  del  Regolamento  di  disciplina  delle
attivita' consentite;
  Acquisita l'intesa espressa dalla Regione autonoma  della  Sardegna
con nota prot. 7219 del 28 ottobre 2016,  richiesta  con  nota  prot.
18106/GAB del 31 agosto 2016, sullo schema di  decreto  istitutivo  e
sullo schema di decreto di approvazione del Regolamento di disciplina
delle attivita' consentite dell'area marina protetta  «Capo  Testa  -
Punta Falcone»;
  Acquisito il parere favorevole della Conferenza Unificata, espresso
in data 29 settembre 2016;
  Udito il parere del Consiglio di Stato - Sezione consultiva per gli
atti normativi emesso nell'Adunanza del 23 novembre 2017;
  Vista la comunicazione al Presidente  del  Consiglio  dei  ministri
effettuata con nota del 14 marzo 2018, ai sensi della legge 23 agosto
1988, n. 400;

                               Adotta
                        il seguente decreto:

                               Art. 1

  1. Ai sensi dell'articolo 19, comma 5, della legge 6 dicembre 1991,
n. 394, e' approvato il regolamento di  disciplina  dell'area  marina
protetta «Capo Testa - Punta Falcone»  di  cui  all'allegato  1,  che
costituisce parte integrante del presente decreto.
  Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.

    Roma, 17 maggio 2018

                                                Il Ministro: Galletti


Visto, il Guardasigilli: Bonafede


Registrato alla Corte dei conti il 3 agosto 2018
Ufficio di controllo Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e
del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del  mare,
reg. n. 1, foglio n. 2512
TITOLO I
DISPOSIZIONI GENERALI

                                                           Allegato 1

REGOLAMENTO RECANTE LA DISCIPLINA DELLE  ATTIVITA'  CONSENTITE  NELLE
  DIVERSE ZONE DELL'AREA MARINA PROTETTA «CAPO TESTA - PUNTA FALCONE»

                (ai sensi dell'articolo 19, comma 5,
                   legge 6 dicembre 1991, n. 394)


                               Art. 1.


                               Oggetto

    1. Il presente regolamento definisce la suddivisione in  zone  di
tutela all'interno dell'area marina  protetta  «Capo  Testa  -  Punta
Falcone», come  delimitata  ai  sensi  dell'articolo  4  del  decreto
istitutivo del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e
del mare, e individua le attivita' consentite all'interno di ciascuna
zona, anche in deroga ai divieti di cui  all'articolo  19,  comma  3,
della legge 6 dicembre 1991, n. 394.
                               Art. 2.


                             Definizioni

    1. Ai fini del presente decreto, si intende per:
      1. «accesso», l'ingresso,  da  terra  e  da  mare,  all'interno
dell'area marina protetta delle unita'  nautiche  al  solo  scopo  di
raggiungere porti, approdi,  aree  predisposte  all'ormeggio  o  aree
individuate dove e' consentito l'ancoraggio;
      2.  «acquacoltura»,  l'insieme  delle   pratiche   volte   alla
produzione di individui di specie  animali  e  vegetali  in  ambiente
acquatico  mediante  il  controllo,  parziale  o  totale,  diretto  o
indiretto, del ciclo di sviluppo degli organismi acquatici;
      3. «ancoraggio», l'insieme delle operazioni per  assicurare  la
tenuta al fondale  delle  unita'  navali,  effettuato  esclusivamente
dando fondo all'ancora;
      4. «balneazione», l'attivita' esercitata a fine ricreativo  che
consiste nel fare il bagno e nel nuotare, che puo'  essere  praticata
anche con l'impiego di  maschera  e  boccaglio,  pinne,  calzature  e
guanti e che puo' comportare il calpestio dei fondali e dei tratti di
costa fino alla massima escursione di marea;
      5. «campi ormeggio», detti anche campi boe, aree  adibite  alla
sosta delle unita' da diporto, attrezzate con gavitelli  ancorati  al
fondale, disposti in file ordinate e segnalati per la sicurezza della
navigazione;
      6. «decreto istitutivo», il decreto istitutivo dell'area marina
protetta «Capo Testa - Punta Falcone»  indicato  nelle  premesse  del
presente Regolamento;
      7. «immersione subacquea», l'insieme delle attivita' effettuate
con e senza l'utilizzo di apparecchi ausiliari  per  la  respirazione
(autorespiratori), in  modo  individuale  o  in  gruppo,  finalizzate
all'osservazione dell'ambiente marino, senza la conduzione di guide o
istruttori;
      8. «monitoraggio», l'osservazione costante  dell'andamento  dei
parametri indicatori dello stato e  dei  processi,  finalizzata  alla
valutazione delle deviazioni da uno standard determinato;
      9.  «navigazione»,  il  movimento   via   mare   di   qualsiasi
costruzione destinata al trasporto per acqua;
      10. «ormeggio», l'insieme delle operazioni  per  assicurare  le
unita' da diporto a un'opera portuale fissa, quale banchina,  molo  o
pontile,  ovvero  a  un'opera  mobile,   in   punti   localizzati   e
predisposti, quale pontile o gavitello;
      11.  «pesca  ricreativa  e  sportiva»,  l'attivita'  di   pesca
esercitata rispettivamente a scopo ricreativo e agonistico;
      12. «pesca subacquea», l'attivita' di pesca, sia  professionale
sia sportiva, esercitata in immersione;
      13. «pescaturismo», l'attivita' riconosciuta come piccola pesca
artigianale, disciplinata nel decreto ministeriale 13 aprile 1999, n.
293, e nel decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4, che definisce le
modalita' per gli operatori del settore di  ospitare  a  bordo  delle
proprie  imbarcazioni   un   certo   numero   di   persone,   diverse
dall'equipaggio,  per  lo  svolgimento  di  attivita'   turistico   -
ricreative;
      14.  «piccola  pesca  artigianale/piccola  pesca»,   la   pesca
praticata da unita' di lunghezza fuori tutto inferiore ai  12  metri,
abilitate all'esercizio della pesca  costiera  locale  (entro  le  12
miglia dalla costa) di cui all'articolo 1 decreto del Ministro  delle
politiche  agricole  alimentari  e  forestali  7  dicembre  2016,   e
successive modifiche e integrazioni, con i seguenti attrezzi: reti da
posta calate (ancorate) GNS, reti a  tremaglio  GTR,  incastellate  -
combinate GTN, nasse, lenze a  mano  e  a  canna  LHP,  arpione  HAR,
palangaro  fisso  LLS,  e  compatibilmente  a  quanto  disposto   dal
regolamento CE  n.  1380/2013  e  dal  regolamento  UE  812/2015  del
Parlamento europeo e del Consiglio,  relativo  alla  politica  comune
della pesca, e successive modifiche e integrazioni;
      15.  «ripopolamento  attivo»,  l'attivita'   di   traslocazione
artificiale di individui appartenenti ad una entita'  faunistica  che
e' gia' presente nell'area di rilascio;
      16. «unita' da diporto», ogni costruzione di qualunque  tipo  e
con qualunque mezzo di  propulsione  destinata  alla  navigazione  da
diporto,  come  definita  ai  sensi  dell'articolo  3   del   decreto
legislativo  18  luglio  2005,  n.  171,  e  successive  modifiche  e
integrazioni;
      17. «zonazione», la suddivisione dell'area marina  protetta  in
zone sottoposte a diverso regime di tutela ambientale.
                               Art. 3.


         Finalita', delimitazione dell'area marina protetta
                     e attivita' non consentite

    1. Sono fatte salve le finalita'  e  la  delimitazione  dell'area
marina protetta «Capo Testa -  Punta  Falcone»  e  le  attivita'  non
consentite, come previste  dagli  articoli  3,  4  e  5  del  decreto
istitutivo.
TITOLO II
DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' CONSENTITE

                               Art. 4.


                 Zonazione dell'area marina protetta

    1. L'area marina protetta e' suddivisa in zone, delimitate  dalla
congiungente  i  punti  di  seguito  elencati,  rappresentate   nella
rielaborazione grafica della carta n. 325  dell'Istituto  idrografico
della Marina, allegata al presente regolamento del quale  costituisce
parte  integrante;  le  zone,  tenuto  conto  delle   caratteristiche
ambientali e della  situazione  socio-economica  ivi  presenti,  sono
sottoposte a diverso regime di tutela ambientale.
    2. La zona A e' sottoposta a regime di riserva  integrale  ed  e'
costituita da un solo tratto di mare rappresentato nella  cartografia
allegata e di seguito descritto:
      2.1. tratto di mare a ovest  del  promontorio  di  Capo  Testa,
comprendente le Secche del Diavolo, delimitato dalla congiungente dei
seguenti punti:
   

  =================================================================
  |    Punto    |       Latitudine      |       Longitudine       |
  +=============+=======================+=========================+
  |      A      |   41° 14' 47.25'' N   |    009° 06' 25.33'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      B      |   41° 14' 55.22'' N   |    009° 07' 22.51'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      C      |   41° 13' 15.91'' N   |    009° 07' 22.33'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      D      |   41° 13' 22.00'' N   |    009° 06' 25.19'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+

    3. La zona B e' sottoposta a regime di  riserva  generale  ed  e'
costituita da due tratti di mare, alla stessa  zona  B  afferisce  la
sottozona Bs di riserva  generale  speciale  costituita  da  un  solo
tratto di mare; le zone sono rappresentate nella cartografia allegata
e sono di seguito descritte:
      3.1. zona B, tratto di mare prospiciente la costa compresa  tra
l'estremita' est di Porto Quadro e la punta ad est di Cala  Balcaccia
delimitato dalla congiungente i seguenti punti:
   

  =================================================================
  |    Punto    |       Latitudine      |       Longitudine       |
  +=============+=======================+=========================+
  | N (in costa)|   41° 15' 11.42'' N   |    009° 12' 47.77'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      J      |   41° 15' 32.25'' N   |    009° 12' 47.84'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      K      |   41° 16' 03.75'' N   |    009° 13' 59.16'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      L      |   41° 14' 56.89'' N   |    009° 16' 13.05'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  | M (in costa)|   41° 14' 21.74'' N   |    009° 16' 12.91'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+

    3.2. zona B, tratto di mare circostante il  promontorio  di  Capo
Testa delimitato dalla congiungente dei seguenti punti:
   

  =================================================================
  |    Punto    |       Latitudine      |       Longitudine       |
  +=============+=======================+=========================+
  | G (in costa)|   41° 13' 00.25'' N   |    009° 09' 48.83'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      C      |   41° 13' 15.91'' N   |    009° 07' 22.33' E    |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      B      |   41° 14' 55.22'' N   |    009° 07' 22.51'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      H      |   41° 15' 18.62'' N   |    009° 10' 10.87'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  | I (in costa)|   41° 14' 29.89'' N   |    009° 10' 10.75'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+

    3.3. sottozona Bs, tratto di mare prospiciente la costa  compresa
tra il limite est di Baia  Santa  Reparata  e  il  limite  est  della
Spiaggia di Rena Bianca delimitato dalla  congiungente  dei  seguenti
punti:
   

  =================================================================
  |    Punto    |       Latitudine      |       Longitudine       |
  +=============+=======================+=========================+
  | I (in costa)|   41° 14' 29.89'' N   |    009° 10' 10.75'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      H      |   41° 15' 18.62'' N   |    009° 10' 10.87'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      E      |   41° 15' 28.98'' N   |    009° 11' 25.57'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  | F (in costa)|   41° 14' 45.09'' N   |    009° 11' 25.44'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+

    4. La zona C, di riserva parziale, comprende  la  restante  parte
dell'area marina protetta, all'interno del perimetro,  costituita  da
due tratti di mare come di seguito descritti:
      4.1. tratto di mare ad ovest del Porto di Longosardo delimitato
dalla congiungente i seguenti punti:
   

  =================================================================
  |    Punto    |       Latitudine      |       Longitudine       |
  +=============+=======================+=========================+
  | T (in costa)|   41° 11' 52.27'' N   |    009° 09' 13.52'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      U      |   41° 13' 12.45'' N   |    009° 05' 57.98'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      P      |   41° 15' 25.96'' N   |    009° 05' 58.18'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      Q      |   41° 16' 12.01'' N   |    009° 11' 29.51'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      R      |   41° 15' 36.62'' N   |    009° 11' 42.01'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |S (in costa) |   41° 14' 33.06'' N   |   009° 11' 41.91'' E    |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+

    4.2. tratto di mare ad est del  Porto  di  Longosardo  delimitato
dalla congiungente i seguenti punti:
   

  =================================================================
  |    Punto    |       Latitudine      |       Longitudine       |
  +=============+=======================+=========================+
  | V (in costa)|   41° 14' 39.67'' N   |   009° 11' 55.74'' E    |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      W      |   41° 16' 21.36'' N   |   009° 12' 37.02'' E    |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      X      |   41° 16' 32.73'' N   |   009° 13' 59.26'' E    |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  |      Y      |   41° 15' 12.04'' N   |    009° 16' 40.92'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+
  | Z (in costa)|   41° 13' 49.79'' N   |    009° 16' 40.57'' E   |
  +-------------+-----------------------+-------------------------+

    5.  Il  canale  di  transito  individuato  nel  tratto  di   mare
antistante  al  Porto  di  Longosardo,   come   rappresentato   nella
rielaborazione grafica allegata al presente Regolamento,  e'  escluso
dalla perimetrazione dell'area marina protetta.
    6. Le coordinate geografiche indicate  nel  presente  regolamento
sono riferite al Sistema geodetico mondiale WGS  84  (World  Geodetic
System 1984).
                               Art. 5.


                        Attivita' consentite

    1. Nel rispetto  delle  caratteristiche  dell'ambiente  dell'area
marina protetta «Capo Testa - Punta Falcone» e  delle  sue  finalita'
istitutive, in deroga a quanto disposto all'articolo  5  del  decreto
istitutivo, sono consentite:
   

      =========================================================
      |                   |   a) le attivita' di soccorso e   |
      |                   | sorveglianza; b) le attivita' di  |
      |                   |   servizio svolte per conto del   |
      |                   | soggetto gestore; c) le attivita' |
      |                   |di ricerca scientifica debitamente |
      | Zona A di riserva | autorizzate dal soggetto gestore  |
      |     integrale     |    dell'area marina protetta;     |
      +===================+===================================+
      |                   |a) le attivita' consentite in Zona |
      |                   |A; b) la balneazione; c) la        |
      |                   |navigazione, esclusivamente in     |
      |                   |assetto dislocante, a velocita' non|
      |                   |superiore a 5 nodi, entro la       |
      |                   |distanza di 300 metri dalla costa, |
      |                   |e a velocita' non superiore a 10   |
      |                   |nodi, entro la fascia di mare      |
      |                   |compresa tra i 300 metri e i 600   |
      |                   |metri di distanza dalla costa; d)  |
      |                   |l'accesso, alle unita' a vela, a   |
      |                   |remi, a pedali o con propulsore    |
      |                   |elettrico; e) l'accesso, ai        |
      |                   |natanti, ad eccezione delle moto   |
      |                   |d'acqua o acquascooter e mezzi     |
      |                   |similari, e alle imbarcazioni in   |
      |                   |linea con i requisiti di           |
      |                   |eco-compatibilita' di cui al comma |
      |                   |2; f) l'accesso, alle imbarcazioni |
      |                   |che non sono in linea con i        |
      |                   |requisiti di eco-compatibilita' di |
      |                   |cui al comma 2, per dodici mesi a  |
      |                   |decorrere dalla data di            |
      |                   |pubblicazione del presente         |
      |                   |Regolamento; g) l'accesso, alle    |
      |                   |unita' nautiche adibite al         |
      |                   |trasporto passeggeri e alle visite |
      |                   |guidate, autorizzate dal soggetto  |
      |                   |gestore; h) l'ormeggio, ai natanti |
      |                   |e alle imbarcazioni, in siti       |
      |                   |individuati dal soggetto gestore   |
      |                   |mediante appositi campi boe,       |
      |                   |posizionati compatibilmente con    |
      |                   |l'esigenza di tutela dei fondali;  |
      |                   |i) l'ancoraggio ai natanti e alle  |
      |                   |imbarcazioni, al di fuori delle    |
      |                   |aree particolarmente sensibili,    |
      |                   |individuate e segnalate dal        |
      |                   |soggetto gestore, compatibilmente  |
      |                   |alle esigenze di tutela dei        |
      |                   |fondali; l) le visite guidate      |
      |                   |subacquee, svolte compatibilmente  |
      |                   |alle esigenze di tutela dei        |
      |                   |fondali, organizzate dai centri    |
      |                   |d'immersione subacquea autorizzati |
      |                   |dal soggetto gestore e aventi sede |
      |                   |legale nel comune di Santa Teresa  |
      |                   |di Gallura alla data di entrata in |
      |                   |vigore del presente Regolamento; m)|
      |                   |le immersioni subacquee, svolte    |
      |                   |compatibilmente alle esigenze di   |
      |                   |tutela dei fondali e autorizzate   |
      |                   |dal soggetto gestore; n)           |
      |                   |l'osservazione dei mammiferi       |
      |                   |marini, secondo il codice di       |
      |                   |condotta di cui al comma 3. o)     |
      |                   |l'esercizio della piccola pesca    |
      |                   |artigianale e l'attivita' di       |
      |                   |pescaturismo, riservate alle       |
      |                   |imprese di pesca che esercitano    |
      |                   |l'attivita' sia individualmente,   |
      |                   |sia in forma cooperativa, aventi   |
      |                   |sede legale nel Comune di Santa    |
      |                   |Teresa alla data di entrata in     |
      |                   |vigore del presente Regolamento, e |
      |                   |ai soci delle suddette cooperative |
      |                   |inseriti alla stessa data nel      |
      |                   |registro di ciascuna cooperativa;  |
      |                   |p) la pesca sportiva, con lenza e  |
      |                   |canna, autorizzata dal soggetto    |
      |Zona B di riserva  |gestore e riservata ai residenti   |
      |generale           |nel Comune di Santa Teresa.        |
      +-------------------+-----------------------------------+
      |Sottozona Bs       |a) le attivita' richiamate per la  |
      |riserva generale   |Zona B ai punti a), b), c), d), e),|
      |speciale           |f), g), h), i) l), m), n).         |
      +-------------------+-----------------------------------+
      |                   |b) le attivita' consentite in zona |
      |                   |B; c) l'accesso alle navi da       |
      |                   |diporto in linea con i requisiti di|
      |                   |eco-compatibilita' di cui al comma |
      |                   |2; d) l'ormeggio, alle unita' da   |
      |                   |diporto in linea con i requisiti di|
      |                   |eco-compatibilita' di cui al comma |
      |                   |2, in siti individuati dal soggetto|
      |                   |gestore mediante appositi campi    |
      |                   |boe, posizionati compatibilmente   |
      |                   |con l'esigenza di tutela dei       |
      |                   |fondali; e) la pesca sportiva, con |
      |                   |lenza e canna, autorizzata e       |
      |                   |contingentata dal soggetto gestore |
      |                   |sulla base delle esigenze di tutela|
      |                   |dell'area marina protetta, ai      |
      |                   |soggetti equiparati ai residenti   |
      |                   |nel Comune di Santa Teresa di      |
      |                   |Gallura sulla base delle discipline|
      |                   |adottate dal soggetto gestore con  |
      |Zona C di riserva  |il Regolamento di cui all'articolo |
      |parziale           |6.                                 |
      +-------------------+-----------------------------------+

    2. Ai fini del presente decreto e della previsione di  misure  di
premialita' ambientale nel Regolamento di cui  all'articolo  6,  sono
individuate le unita' da  diporto  in  linea  con  uno  dei  seguenti
requisiti di eco-compatibilita':
      a) unita' dotate di casse per la raccolta dei liquami di scolo;
      b) natanti e imbarcazioni equipaggiati con motore in linea  con
la direttiva 2003/44/CE;
      c) navi da diporto in linea con  gli  Annessi  IV  e  VI  della
MARPOL 73/78.
    3. Per le attivita' di  osservazione  dei  mammiferi  marini,  e'
individuata una fascia di osservazione,  entro  la  distanza  di  100
metri dai cetacei avvistati, ed una fascia di avvicinamento entro 300
metri dai cetacei avvistati. In tali fasce vige per le  attivita'  di
avvistamento cetacei e per l'osservazione  dei  cetacei  il  seguente
codice di condotta:
      a) non e' consentito avvicinarsi a  meno  di  100  metri  dagli
animali;
      b)  nella  fascia  di  osservazione  non   e'   consentita   la
balneazione e puo' essere presente una sola unita' da  diporto  o  un
solo velivolo, esclusivamente ad una quota superiore ai 150 metri sul
livello del mare;
      c) non e' consentito il sorvolo con elicotteri, salvo  che  per
attivita' di soccorso, sorveglianza e servizio;
      d) non e' consentito rimanere piu' di 20 minuti nella fascia di
osservazione;
      e) nelle fasce di osservazione e avvicinamento  la  navigazione
e' consentita alla velocita' massima di 5 nodi;
      f)  non  e'  consentito  stazionare  con  l'unita'  da  diporto
all'interno   di   un   gruppo   di    cetacei,    separando    anche
involontariamente  individui  o  gruppi  di  individui   dal   gruppo
principale,
      g) non e' consentito fornire cibo agli  animali  e  gettare  in
acqua altro materiale;
      h) non e' consentito l'avvicinamento frontale agli animali;
      i) non e' consentito interferire con il  normale  comportamento
degli animali, in particolare in presenza di femmine con cuccioli;
      l) non sono consentiti improvvisi cambiamenti  di  rotta  e  di
velocita' delle unita' da diporto;
      m) nel caso di volontario avvicinamento dei cetacei  all'unita'
navale da diporto,  e'  fatto  obbligo  di  mantenere  una  velocita'
costante, inferiore a 5 nodi, senza effettuare cambi di direzione;
      n) nella fascia di avvicinamento non  possono  essere  presenti
contemporaneamente piu' di  tre  unita'  da  diporto,  in  attesa  di
accedere alla fascia di osservazione, seguendo  l'ordine  cronologico
di arrivo nella zona di avvicinamento;
      o) nel caso che gli animali mostrino segni di intolleranza,  e'
fatto obbligo di allontanarsi  con  rotta  costante  dalle  fasce  di
osservazione e avvicinamento.
                               Art. 6.


            Regolamento di esecuzione e di organizzazione

    1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore  del  presente
regolamento di disciplina  delle  attivita'  consentite  il  Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e  del  mare  approva  il
regolamento  di  esecuzione  ed   organizzazione   dell'area   marina
protetta, ai sensi dell'articolo 28 della legge 31 dicembre 1982,  n.
979, avente ad oggetto  la  disciplina  di  organizzazione  dell'area
marina protetta, nonche' la normativa di  dettaglio  e  le  eventuali
condizioni di esercizio delle attivita' consentite
    2. Fino all'entrata in vigore del  regolamento  di  esecuzione  e
organizzazione di cui al presente articolo, non  sono  consentite  le
attivita' di cui all'articolo 5 per le quali e' previsto il  rilascio
di autorizzazione da parte del soggetto gestore.
                               Art. 7.


                            Sorveglianza

    1. La sorveglianza nell'area marina protetta e' effettuata  dalla
Capitaneria di porto competente, dal Comando  unita'  per  la  tutela
forestale, ambientale e  agroalimentare  dell'Arma  dei  carabinieri,
nonche' dalle polizie  degli  enti  locali  delegati  nella  gestione
dell'area.
                               Art. 8.


                              Sanzioni

    1. Per la violazione delle disposizioni  contenute  nel  presente
Regolamento e nel regolamento di esecuzione e organizzazione  di  cui
all'articolo 6, si applica quanto previsto dalla vigente normativa.
    2. Nel caso in cui l'accertata violazione delle  disposizioni  di
cui al comma 1 comporti una modificazione dello stato dell'ambiente e
dei luoghi,  il  soggetto  gestore  dispone  l'immediata  sospensione
dell'attivita' lesiva ed ordina, in ogni  caso,  la  restituzione  in
pristino o la ricostituzione e il reinsediamento di specie vegetali o
animali a spese del trasgressore, con la responsabilita' solidale del
committente, del titolare dell'impresa e del direttore dei lavori  in
caso  di  costruzione  e  trasformazione  di  opere.   In   caso   di
inottemperanza al  suddetto  ordine,  il  soggetto  gestore  provvede
all'esecuzione  in  danno  degli  obbligati,  secondo  la   procedura
prevista dall'articolo 29 della legge 6 dicembre 1991, n. 394.
    3. In caso di accertamento della  violazione  delle  disposizioni
previste dal presente decreto  e  dal  Regolamento  di  esecuzione  e
organizzazione di cui all'articolo 6, compreso  l'eventuale  utilizzo
improprio della documentazione autorizzativa, sono sospese o revocate
le autorizzazioni rilasciate dal soggetto gestore secondo i criteri e
le procedure  previste  nello  stesso  Regolamento  di  esecuzione  e
organizzazione, indipendentemente  dall'applicazione  delle  sanzioni
penali ed amministrative previste dalle norme vigenti.
    4. Il verbale attestante la violazione delle disposizioni di  cui
al comma  1,  redatto  dalle  autorita'  preposte  alla  sorveglianza
dell'area marina protetta, e' immediatamente  trasmesso  al  soggetto
gestore che irroga la relativa sanzione.
    5. Gli introiti derivanti dall'applicazione delle sanzioni di cui
al presente  articolo  saranno  imputati  al  bilancio  del  soggetto
gestore e destinati al finanziamento  delle  attivita'  di  gestione,
coerentemente  con  le  finalita'  istituzionali   dell'area   marina
protetta.
                               Art. 9.


                             Pubblicita'

    1. Il responsabile di  ogni  esercizio  a  carattere  commerciale
munito  di  concessione  demaniale  marittima  dovra'  assicurare   e
mantenere l'esposizione del presente decreto  e  del  regolamento  di
esecuzione e organizzazione di cui all'articolo 6  in  un  luogo  ben
visibile agli utenti.


              Parte di provvedimento in formato grafico

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
DECRETO 17 maggio 2018
Istituzione dell'area marina protetta «Capo Testa -  Punta  Falcone».
(18A05825)
(GU n.206 del 5-9-2018)



                      IL MINISTRO DELL'AMBIENTE
              E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE


                            d'intesa con


                      IL MINISTRO DELL'ECONOMIA
                           E DELLE FINANZE


  Vista la legge 31 dicembre 1982, n. 979 e  successive  modifiche  e
integrazioni, recante disposizioni per la difesa del mare;
  Vista la legge 8 luglio 1986,  n.  349,  istitutiva  del  Ministero
dell'ambiente;
  Vista la legge quadro sulle aree protette 6 dicembre 1991, n.  394,
e successive modifiche e integrazioni e, in particolare,  l'art.  36,
comma 1, con il quale sono state previste le aree marine protette  di
reperimento e, tra esse, alla lettera  p),  quella  denominata  «Capo
Testa - Punta Falcone»;
  Visto l'art. 2 della legge 9 dicembre 1998,  n.  426  e  successive
modifiche  e  integrazioni  recante   nuovi   interventi   in   campo
ambientale;
  Vista la legge 23 marzo 2001, n. 93 recante disposizioni  in  campo
ambientale;
  Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999,  n.  300,  di  riforma
dell'organizzazione del Governo;
  Visto l'art. 8 della legge 31 luglio 2002, n. 179;
  Visto l'art. 3, comma 339, della legge 21 dicembre  2007,  n.  244,
con il quale e' stata modificata la composizione della Commissione di
riserva di cui all'art. 28 della legge 31 dicembre 1982,  n.  979,  e
all'art. 2, comma 16, della legge 9 dicembre 1998, n. 426;
  Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  10
luglio 2014, n. 142, recante il  Regolamento  di  organizzazione  del
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del  mare  e,
in particolare, l'art. 6, comma 1, lettere a) e  o)  che  attribuisce
alla Direzione generale per la protezione della natura e del mare  le
funzioni in materia di aree protette  terrestri,  montane  e  marine,
nonche'  per  le  attivita'  in  materia  di  mare  e   biodiversita'
relativamente alla tutela degli ecosistemi terrestri e marini;
  Vista l'intesa stipulata il 14  luglio  2005  fra  il  Governo,  le
regioni,  le  province  autonome  e  le  autonomie  locali  ai  sensi
dell'art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131,  in  materia
di concessioni di beni del  demanio  marittimo  e  di  zone  di  mare
ricadenti nelle  aree  marine  protette,  pubblicata  nella  Gazzetta
Ufficiale n. 174 del 28 luglio 2005;
  Vista la legge del 27 dicembre 2013, n. 147, che all'art. 1,  comma
117, prevede specifici incrementi  di  spesa  al  fine  di  garantire
l'istituzione delle aree marine protette di cui alle aree  marine  di
reperimento previste al comma 1, lettere h) e p) dell'art.  36  della
legge 6 dicembre 1991, n. 394;
  Considerato che e' stata stipulata una convenzione tra il Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del  mare  -  Direzione
generale per la protezione della  natura  e  del  mare  e  l'Istituto
superiore per la protezione ambientale (ISPRA),  resa  esecutiva  con
decreto  direttoriale  prot.  12112/PNM  del  16  giugno  2014,   per
l'aggiornamento degli  studi  conoscitivi  ed  il  supporto  all'iter
istruttorio  per  l'istituzione,  tra  le  altre,  dell'area   marina
protetta «Capo Testa - Punta Falcone», nel Comune di Santa Teresa  di
Gallura, Provincia di Sassari;
  Tenuto conto che, nel corso dell'iter istruttorio per l'istituzione
dell'area marina protetta,  sono  state  considerate  e  valutate  le
osservazioni degli enti interessati e del pubblico e, in particolare,
l'ISPRA:
    ha presentato le risultanze delle attivita' conoscitive agli enti
interessati nel corso della riunione tenutasi  in  data  11  dicembre
2014;
    ha presentato la  proposta  preliminare  predisposta,  denominata
«Prima ipotesi dei livelli  di  zonazione»,  agli  Enti  interessati,
nella riunione del 25 marzo 2015 e, successivamente,  trasmessa  agli
stessi in data 21 aprile 2015, in merito  alla  quale  il  Comune  di
Santa Teresa di Gallura ha avviato una consultazione pubblica;
    ha elaborato, sulla base delle osservazioni pervenute  al  Comune
di Santa Teresa di Gallura e delle considerazioni valutative  svolte,
la proposta conclusiva di perimetrazione e  zonazione,  con  relativa
disciplina di tutela, dell'istituenda area marina protetta;
    ha trasmesso alla Direzione  generale  per  la  protezione  della
natura e del mare, con nota prot.  44961  del  9  ottobre  2015,  una
sintesi delle considerazioni elaborate in  merito  alle  osservazioni
pervenute;
  Considerato che la  Direzione  generale  per  la  protezione  della
natura e del mare, preso atto delle citate considerazioni,  con  nota
prot.  21742/PNM  del  5  novembre  2015,  ha  chiesto  all'ISPRA  di
elaborare la  proposta  conclusiva  di  perimetrazione,  zonazione  e
disciplina di tutela dell'area marina protetta;
  Acquisita la proposta conclusiva  di  perimetrazione,  zonazione  e
disciplina di tutela dell'area marina protetta, trasmessa  dall'ISPRA
con nota prot. 54936 del 2 dicembre 2015;
  Considerato che:
    la Direzione generale per la protezione della natura e del  mare,
preso atto della citata proposta, con  nota  prot.  24321/PNM  del  4
dicembre 2015, ha convocato, in data 16 dicembre  2015,  un  incontro
con gli enti interessati, per presentare gli schemi dei provvedimenti
ministeriali  per  l'istituzione  dell'area  marina  protetta  e   di
approvazione  del   regolamento   di   disciplina   delle   attivita'
consentite, in uno con la cartografia di perimetrazione  e  zonazione
dell'area marina protetta;
    con nota prot. 8357/PNM del 21 aprile 2016 la Direzione  generale
per la protezione della natura e  del  mare  ha  invitato  l'ISPRA  a
concordare con il Comune di  Santa  Teresa  di  Gallura  un  incontro
pubblico per la presentazione della proposta elaborata;
    con  nota  prot.  35563  del   13   giugno   2016,   l'ISPRA   ha
sinteticamente relazionato in merito all'assemblea pubblica,  che  si
e' tenuta il 19 maggio 2015,  per  la  presentazione  della  proposta
conclusiva di perimetrazione e zonazione durante la  quale  non  sono
emerse argomentazioni di natura tecnica sulla proposta medesima;
  Preso atto delle  risultanze  dell'iter  istruttorio,  nonche'  del
processo partecipativo svolto, e che, pertanto, la Direzione generale
per la protezione della natura e  del  mare  ha  avviato  l'iter  per
acquisire  i  pareri  e  le  intese  necessarie  all'emanazione   dei
provvedimenti  ministeriali  per   l'istituzione   dell'area   marina
protetta e  di  approvazione  del  regolamento  di  disciplina  delle
attivita' consentite;
  Acquisita l'intesa espressa dalla regione autonoma  della  Sardegna
con nota prot. 7219 del 28 ottobre 2016,  richiesta  con  nota  prot.
18106/GAB del 31 agosto 2016, sullo schema di  decreto  istitutivo  e
sullo schema di decreto di approvazione del Regolamento di disciplina
delle attivita' consentite dell'area marina protetta  «Capo  Testa  -
Punta Falcone»;
  Tenuto conto, che l'art. 77, comma 2, del  decreto  legislativo  31
marzo 1998, n. 112, dispone che l'individuazione, l'istituzione e  la
disciplina generale dei parchi e delle  riserve  nazionali,  comprese
quelle marine e l'adozione delle  relative  misure  di  salvaguardia,
siano operati sentita la Conferenza Unificata;
  Acquisito il parere favorevole della Conferenza Unificata,  chiesto
con nota prot. 18105/GAB del 31 agosto 2016, ai sensi del citato art.
77 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, ed espresso in data
29 settembre 2016, sullo schema  di  decreto  istitutivo,  repertorio
atti n. 122/CU,  e  sullo  schema  di  decreto  di  approvazione  del
Regolamento di disciplina delle attivita' consentite dell'area marina
protetta «Capo Testa - Punta Falcone», repertorio atti n. 123/CU;
  Vista la  nota  prot.  14591  del  20  luglio  2017  del  Ministero
dell'economia e finanze con la quale si esprime il  nulla  osta  alla
nuova formulazione del decreto  istitutivo  nelle  parti  oggetto  di
rilievi espressi con nota prot. 4546 del 14 ottobre 2016;
  Acquisito  il  parere  favorevole   della   Conferenza   Unificata,
richiesto con nota prot. 16086 del 25 luglio 2017 ed espresso in data
21 settembre 2017, repertorio atti n.  116/CU,  sulla  nuova  stesura
dello schema di  decreto  istitutivo,  concertata  con  il  Ministero
dell'economia e delle finanze, dell'area marina protetta «Capo  Testa
- Punta Falcone»;
  Ravvisata la necessita'  di  provvedere  all'istituzione  dell'area
marina protetta denominata «Capo Testa - Punta Falcone»;

                              Decreta:

                               Art. 1


                            Denominazione

  1. E' istituita l'area marina protetta  denominata  «Capo  Testa  -
Punta Falcone».
                               Art. 2


                             Definizioni

  1. Ai fini del presente decreto, si intende per:
    a)  «accesso»,  l'ingresso,  da  terra  e  da  mare,  all'interno
dell'area marina protetta delle unita'  nautiche  al  solo  scopo  di
raggiungere porti, approdi,  aree  predisposte  all'ormeggio  o  aree
individuate dove e' consentito l'ancoraggio;
    b) «acquacoltura», l'insieme delle pratiche volte alla produzione
di individui di specie  animali  e  vegetali  in  ambiente  acquatico
mediante il controllo, parziale o totale, diretto  o  indiretto,  del
ciclo di sviluppo degli organismi acquatici;
    c) «ancoraggio», l'insieme delle  operazioni  per  assicurare  la
tenuta al fondale  delle  unita'  navali,  effettuato  esclusivamente
dando fondo all'ancora;
    d) «balneazione», l'attivita' esercitata a  fine  ricreativo  che
consiste nel fare il bagno e nel nuotare, che puo'  essere  praticata
anche con l'impiego di  maschera  e  boccaglio,  pinne,  calzature  e
guanti e che puo' comportare il calpestio dei fondali e dei tratti di
costa fino alla massima escursione di marea;
    e) «campi ormeggio», detti anche campi  boe,  aree  adibite  alla
sosta delle unita' da diporto, attrezzate con gavitelli  ancorati  al
fondale, disposti in file ordinate e segnalati per la sicurezza della
navigazione;
    f) «immersione subacquea», l'insieme delle  attivita'  effettuate
con e senza l'utilizzo di apparecchi ausiliari  per  la  respirazione
(autorespiratori), in  modo  individuale  o  in  gruppo,  finalizzate
all'osservazione dell'ambiente marino, senza la conduzione di guide o
istruttori;
    g) «monitoraggio»,  l'osservazione  costante  dell'andamento  dei
parametri indicatori dello stato e  dei  processi,  finalizzata  alla
valutazione delle deviazioni da uno standard determinato;
    h) «navigazione», il movimento via mare di qualsiasi  costruzione
destinata al trasporto per acqua;
    i) «ormeggio»,  l'insieme  delle  operazioni  per  assicurare  le
unita' da diporto a un'opera portuale fissa, quale banchina,  molo  o
pontile,  ovvero  a  un'opera  mobile,   in   punti   localizzati   e
predisposti, quale pontile o gavitello;
    j) «pesca subacquea», l'attivita' di pesca, sia professionale sia
sportiva, esercitata in immersione;
    k) «pescaturismo», l'attivita' riconosciuta  come  piccola  pesca
artigianale, disciplinata nel decreto ministeriale 13 aprile 1999, n.
293 e nel decreto legislativo del 9 gennaio 2012, n. 4, che definisce
le modalita' per gli operatori del settore di ospitare a bordo  delle
proprie  imbarcazioni   un   certo   numero   di   persone,   diverse
dall'equipaggio,  per  lo  svolgimento  di  attivita'   turistico   -
ricreative;
    l) «piccola pesca artigianale», la pesca  costiera  esercitata  a
scopo professionale per mezzo di imbarcazioni aventi lunghezza  fuori
tutto  inferiore  a  12  metri  esercitata  con  attrezzi  da  posta,
ferrettara, palangari, lenze e arpioni,  come  previsto  dal  decreto
ministeriale 14 settembre 1999 e successive modifiche e  integrazioni
e compatibilmente a quanto disposto dal regolamento CE  n.  1967/2006
del Consiglio del 21 dicembre 2006, relativo alle misure di  gestione
della pesca nel Mar Mediterraneo e dai successivi Piani  di  Gestione
Nazionale  adottati  in  conformita'  degli  articoli  18  e  19  del
regolamento medesimo;
    m)   «ripopolamento   attivo»,   l'attivita'   di   traslocazione
artificiale di individui appartenenti ad una entita'  faunistica  che
e' gia' presente nell'area di rilascio;
    n) «unita' da diporto», ogni costruzione di qualunque tipo e  con
qualunque mezzo di propulsione destinata alla navigazione da diporto,
come definita ai sensi dell'art. 3 del decreto legislativo 18  luglio
2005, n. 171 e successive integrazioni;
    o) «zonazione», la suddivisione dell'area marina protetta in zone
sottoposte a diverso regime di tutela ambientale.
                               Art. 3


                              Finalita'

  1. L'istituzione dell'area marina  protetta  «Capo  Testa  -  Punta
Falcone» persegue la protezione ambientale dell'area interessata e si
prefigge le seguenti finalita':
    a) la tutela e la valorizzazione delle caratteristiche  naturali,
chimiche, fisiche  e  della  biodiversita'  marina  e  costiera,  con
particolare attenzione agli habitat prioritari di  substrato  duro  e
mobile ed alla Posidonia oceanica,  anche  attraverso  interventi  di
recupero ambientale;
    b) la promozione dell'educazione ambientale e la diffusione delle
conoscenze  degli  ambienti  marini  e  costieri   dell'area   marina
protetta, anche attraverso la realizzazione di programmi didattici  e
divulgativi;
    c) la  realizzazione  di  programmi  di  studio,  monitoraggio  e
ricerca scientifica nei settori delle scienze naturali e della tutela
ambientale,  al  fine  di  assicurare   la   conoscenza   sistematica
dell'area;
    d)  la  promozione  dello  sviluppo  sostenibile  dell'area,  con
particolare   riguardo   alla    valorizzazione    delle    attivita'
tradizionali, delle culture locali, del turismo ecocompatibile,  alla
canalizzazione dei  flussi  turistici  in  mare  e  lungo  la  fascia
costiera ed alla  fruizione  da  parte  delle  categorie  socialmente
sensibili.
                               Art. 4


               Delimitazione dell'area marina protetta

  1. L'area  marina  protetta  «Capo  Testa  -  Punta  Falcone»,  che
comprende anche i relativi territori costieri del demanio  marittimo,
e' delimitata dalla  congiungente  i  seguenti  punti,  riportati,  a
titolo indicativo, nella rielaborazione grafica della  carta  n.  325
dell'Istituto idrografico della Marina, allegata al presente decreto,
del quale costituisce parte integrante:
    1.1. zona ad ovest del Porto di Longosardo:
   

    =============================================================
    |    Punto    |     Latitudine      |      Longitudine      |
    +=============+=====================+=======================+
    |T (in costa) |  41° 11' 52.27" N   |   009° 09' 13.52" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |      U      |  41° 13' 12.45" N   |   009° 05' 57.98" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |      P      |  41° 15' 25.96" N   |   009° 05' 58.18" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |      Q      |  41° 16' 12.01" N   |   009° 11' 29.51" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |      R      |  41° 15' 36.62" N   |   009° 11' 42.01" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |S (in costa) |  41° 14' 33.06" N   |   009° 11' 41.91" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+

    1.2. zona ad est del Porto di Longosardo:
   

    =============================================================
    |    Punto    |     Latitudine      |      Longitudine      |
    +=============+=====================+=======================+
    |V (in costa) |  41° 14' 39.67" N   |   009° 11' 55.74" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |      W      |  41° 16' 21.36" N   |   009° 12' 37.02" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |      X      |  41° 16' 32.73" N   |   009° 13' 59.26" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |      Y      |  41° 15' 12.04" N   |   009° 16' 40.92" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+
    |Z (in costa) |  41° 13' 49.79" N   |   009° 16' 40.57" E   |
    +-------------+---------------------+-----------------------+

  2. Il canale di transito individuato nel tratto di mare  antistante
al Porto  di  Longosardo,  come  rappresentato  nella  rielaborazione
grafica  allegata  al  presente   regolamento,   e'   escluso   dalla
perimetrazione dell'area marina protetta.
  3. Le coordinate geografiche indicate  nel  presente  decreto  sono
riferite al Sistema geodetico mondiale WGS 84 (World Geodetic  System
1984).
                               Art. 5


                      Attivita' non consentite

  1. Nell'area marina protetta «Capo Testa - Punta Falcone» non  sono
consentite le  attivita'  che  possono  alterare  le  caratteristiche
dell'ambiente  e   comprometterne   le   finalita'   istitutive.   In
particolare, coerentemente a quanto previsto all'art.  19,  comma  3,
della legge 6 dicembre 1991, n. 394, e  salvo  quanto  stabilito  nel
Regolamento di cui all'art. 6, non e' consentita:
    a) qualunque attivita' che possa costituire pericolo o turbamento
delle specie vegetali e animali,  ivi  compresa  la  balneazione,  le
immersioni  subacquee,  la  navigazione,  l'ancoraggio,   l'ormeggio,
l'utilizzo di moto  d'acqua  o  acquascooter  e  mezzi  similari,  la
pratica dello sci  nautico  e  sport  acquatici  similari,  la  pesca
subacquea,  l'immissione  di  specie  alloctone  e  il  ripopolamento
attivo;
    b) qualunque attivita' di cattura, raccolta e  danneggiamento  di
esemplari delle specie animali e vegetali, ivi compresa la  caccia  e
la pesca;
    c) qualunque attivita' di  asportazione,  anche  parziale,  e  di
danneggiamento di reperti archeologici e  di  formazioni  geologiche,
nonche' il prelievo, l'asportazione e il commercio di sabbia,  ghiaia
e altro materiale proveniente dalle formazioni rocciose  subacquee  e
presenti nei territori costieri appartenenti al demanio marittimo;
    d) qualunque alterazione, anche transitoria, con qualsiasi mezzo,
diretta o indiretta, dell'ambiente geofisico e delle  caratteristiche
biochimiche  dell'acqua,  ivi  compresa  l'immissione  di   qualsiasi
sostanza tossica o inquinante,  la  discarica  di  rifiuti  solidi  o
liquidi, l'acquacoltura, l'immissione di scarichi non in  regola  con
le piu' restrittive prescrizioni previste dalla normativa vigente;
    e)  l'introduzione  di  armi,  esplosivi  e  di  qualsiasi  mezzo
distruttivo o di cattura, nonche' di sostanze tossiche o inquinanti;
    f) l'uso di fuochi all'aperto.
                               Art. 6


Regolamento di disciplina delle attivita'  consentite  nelle  diverse
                                zone

  1. La suddivisione in zone di tutela all'interno  dell'area  marina
protetta «Capo Testa - Punta Falcone», delimitata ai sensi  dell'art.
4, e le attivita' consentite in ciascuna zona,  anche  in  deroga  ai
divieti espressi di cui all'art. 5,  sono  determinate  dal  Ministro
dell'ambiente e della  tutela  del  territorio  e  del  mare  con  il
Regolamento di disciplina delle  attivita'  consentite,  adottato  ai
sensi dell'art. 19, comma 5, della legge n. 394 del 1991.
                               Art. 7


                 Gestione dell'area marina protetta

  1. La gestione  dell'area  marina  protetta  «Capo  Testa  -  Punta
Falcone», ai sensi dell'art. 19 della legge n.  394  del  1991,  come
integrato dall'art. 2, comma 37,  della  legge  n.  426  del  1998  e
successive modifiche e integrazioni, e' affidata provvisoriamente  al
Comune di Santa Teresa di Gallura.
  2. Entro  sessanta  giorni  dall'entrata  in  vigore  del  presente
decreto, il soggetto gestore provvede all'attivazione delle procedure
per l'acquisto e l'installazione  dei  segnalamenti  marittimi  e  di
quanto  necessiti  a  dare  precisa  conoscenza  della  delimitazione
dell'area  marina  protetta  e  della  sua  zonazione  prevista   dal
Regolamento di cui  all'art.  6,  conformemente  alle  direttive  del
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  3. Con successivo decreto ministeriale, il Ministro dell'ambiente e
della tutela del territorio  e  del  mare  provvede  ad  affidare  la
gestione definitiva dell'area marina protetta, sentiti la  regione  e
gli enti  locali  territorialmente  interessati,  ad  enti  pubblici,
istituzioni scientifiche o associazioni  ambientaliste  riconosciute,
anche consorziati tra loro,  secondo  quanto  previsto  dall'art.  2,
comma 37, della legge n. 426 del 1998, come modificato dall'art.  17,
comma 4, della legge 23 marzo 2001, n. 93;
  4. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio  e  del
mare definisce, con apposita convenzione, gli obblighi e le modalita'
per lo svolgimento  delle  attivita'  di  gestione  dell'area  marina
protetta «Capo Testa  -  Punta  Falcone»  a  cui  deve  attenersi  il
soggetto gestore.
  5. Costituiscono obblighi essenziali per il soggetto gestore:
    a) il rispetto degli impegni assunti in materia di reperimento ed
utilizzo delle risorse umane, ai sensi dell'art.  8  della  legge  31
luglio 2002, n. 179;
    b) il rispetto del termine per la predisposizione del regolamento
di esecuzione ed organizzazione  dell'area  marina  protetta  di  cui
all'art. 8;
    c) il rispetto degli obblighi previsti dalla vigente normativa in
materia di segnalazione delle aree marine protette.
  6. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del  territorio  e  del
mare, previa messa in mora del soggetto gestore,  puo'  revocare  con
proprio provvedimento l'affidamento in gestione in caso di comprovata
inadempienza,  inosservanza,  irregolarita'  da  parte  del  soggetto
gestore a quanto previsto dal presente  decreto  dal  Regolamento  di
disciplina di cui all'art. 6, dalla convenzione di cui  al  comma  4,
dal Regolamento di esecuzione e organizzazione di cui  all'art.  8  e
dalla normativa vigente in materia.
                               Art. 8


             Regolamento di esecuzione e organizzazione

  1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore del  Regolamento
di disciplina delle  attivita'  consentite  di  cui  all'art.  6,  su
proposta  dell'ente  gestore,  previo  parere  della  Commissione  di
riserva, il Ministro dell'ambiente e della tutela  del  territorio  e
del mare approva  il  Regolamento  di  esecuzione  ed  organizzazione
dell'area marina protetta, ai sensi dell'art. 28 della legge  n.  979
del 1982.
  2. Il  Regolamento  di  esecuzione  ed  organizzazione  di  cui  al
presente articolo ha  ad  oggetto  la  disciplina  di  organizzazione
dell'area marina protetta, nonche' la normativa  di  dettaglio  e  le
eventuali  condizioni  di  esercizio   delle   attivita'   consentite
nell'area marina protetta.
                               Art. 9


                       Commissione di riserva

  1. La Commissione di riserva, di cui all'art.  28,  comma  3  della
legge 31 dicembre 1982, n. 979, come modificata  dall'art.  2,  comma
339, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, istituita con decreto  del
Ministro dell'ambiente e della  tutela  del  territorio  e  del  mare
presso il soggetto cui  e'  delegata  la  gestione  dell'area  marina
protetta «Capo Testa - Punta Falcone», affianca il soggetto  delegato
nella gestione dell'area,  formulando  proposte  e  suggerimenti  per
tutto quanto attiene al funzionamento dell'area  marina  protetta  ed
esprimendo il proprio parere in merito a:
    il regolamento di esecuzione e di organizzazione di cui  all'art.
8, e le successive proposte di aggiornamento;
    la  proposta  di  aggiornamento  del  decreto  istitutivo  e  del
regolamento di disciplina delle attivita' consentite di cui  all'art.
11, comma 2;
    il programma annuale relativo alle spese di gestione;
    le relazioni  sul  funzionamento  e  lo  stato  dell'area  marina
protetta;
    gli atti e  le  procedure  comunque  incidenti  sull'area  marina
protetta.
  2. Il parere della Commissione di riserva e' reso  nel  termine  di
trenta giorni dal ricevimento della richiesta da parte  del  soggetto
gestore;  decorso  tale  termine,   il   soggetto   gestore   procede
indipendentemente dall'acquisizione del parere. Qualora, per esigenze
istruttorie, non  possa  essere  rispettato  il  termine  di  cui  al
presente comma, tale termine puo'  essere  interrotto  per  una  sola
volta e, in tal caso, il  parere  deve  essere  reso  definitivamente
entro quindici  giorni  dal  ricevimento  degli  elementi  istruttori
integrativi forniti dal soggetto gestore. Resta salva la possibilita'
per la Commissione di interrompere ulteriormente il termine di cui al
presente comma, per la  necessita'  di  ottenere  ulteriori  elementi
istruttori  conseguentemente   all'emersione   di   nuovi   fatti   o
circostanze successivamente conosciuti.
  3.  Ai  componenti  della  Commissione  di  riserva  non   spettano
compensi,  gettoni  o  emolumenti.  I  rimborsi  spese,  strettamente
connessi alle riunioni della  Commissione  e  al  suo  funzionamento,
gravano sui  capitoli  di  spesa  dell'area  marina  protetta  e  non
costituiscono ulteriori oneri a carico dello Stato.
                               Art. 10


                          Demanio marittimo

  1. I provvedimenti relativi all'uso del demanio marittimo dell'area
marina protetta «Capo Testa - Punta Falcone»,  anche  in  riferimento
alle opere e concessioni demaniali preesistenti all'istituzione della
stessa, sono disciplinati in funzione della  zonazione  prevista  nel
Regolamento di cui all'art. 6, con le seguenti modalita':
    a)  in  zona  A,  non  possono  essere   adottati   o   rinnovati
provvedimenti relativi all'uso del demanio marittimo, fatta eccezione
per quelli richiesti dal soggetto gestore  per  motivi  di  servizio,
sicurezza o ricerca scientifica;
    b) in zona  B,  i  provvedimenti  relativi  all'uso  del  demanio
marittimo sono adottati o rinnovati dalle regioni o dagli enti locali
competenti d'intesa con  il  soggetto  gestore,  tenuto  conto  delle
caratteristiche  dell'ambiente  oggetto  della  protezione  e   delle
finalita' istitutive;
    c) in zona  C,  i  provvedimenti  relativi  all'uso  del  demanio
marittimo sono adottati o rinnovati dalle regioni o dagli enti locali
competenti previo parere del soggetto  gestore,  tenuto  conto  delle
caratteristiche  dell'ambiente  oggetto  della  protezione  e   delle
finalita' istitutive.
  2. Al fine di assicurare  la  migliore  gestione  dell'area  marina
protetta «Capo Testa - Punta Falcone», nel termine di novanta  giorni
dall'entrata in vigore  del  presente  decreto  il  soggetto  gestore
richiede all'amministrazione competente la ricognizione dei documenti
anche catastali, del demanio  marittimo,  nonche'  delle  concessioni
demaniali in essere, con le rispettive date di scadenza, relative  al
suddetto territorio.
  3. Le opere eseguite in assenza di permesso di costruire, in totale
difformita' o con  variazioni  essenziali,  secondo  quanto  previsto
all'art. 2, comma 1, della  legge  9  dicembre  1998,  n.  426,  sono
acquisite  gratuitamente  al  patrimonio  del  soggetto  gestore,  in
conformita' alla loro natura giuridica e alla loro  destinazione,  il
quale  predispone  un  elenco  delle  demolizioni  da   eseguire   da
trasmettere al prefetto, ai sensi dell'art. 41 del testo unico di cui
al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380.
  4.  Gli  interventi  di  manutenzione  o  messa  in   sicurezza   e
completamento delle opere e degli  impianti  compresi  nel  perimetro
dell'area marina protetta «Capo  Testa  -  Punta  Falcone»,  previsti
dagli strumenti di programmazione territoriale vigenti alla  data  di
pubblicazione del  presente  decreto,  nonche'  i  programmi  per  la
gestione integrata della fascia costiera, sono realizzabili, d'intesa
con il soggetto gestore dell'area marina  protetta  e  del  Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel  rispetto
delle caratteristiche dell'ambiente dell'area marina protetta e delle
sue finalita' istitutive.
  5. Eventuali interventi di restauro  ambientale,  installazione  di
strutture antistrascico e a fini di ripopolamento,  ripristino  delle
condizioni naturali e  ripascimento  delle  spiagge,  progettati  nel
rispetto delle normative vigenti in  materia,  delle  caratteristiche
dell'ambiente  dell'area  marina  protetta  e  delle  sue   finalita'
istitutive, sono  realizzabili,  d'intesa  con  il  soggetto  gestore
dell'area marina protetta e il Ministero dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare.
                               Art. 11


                    Monitoraggio e aggiornamento

  1. Il soggetto gestore  effettua  un  monitoraggio  continuo  delle
condizioni ambientali e socio-economiche dell'area  marina  protetta,
secondo le direttive emanate  dal  Ministero  dell'ambiente  e  della
tutela del territorio e del mare e, su tale base, redige  annualmente
una relazione sullo stato dell'area marina protetta.
  2. Il soggetto gestore,  sulla  base  dei  dati  acquisiti  con  il
monitoraggio previsto al comma 1, verifica,  almeno  ogni  tre  anni,
l'adeguatezza delle disposizioni che concernono la perimetrazione, la
zonazione, i regimi di tutela e le finalita' istitutive alle esigenze
ambientali  e  socio-economiche  dell'area  marina  protetta  e,  ove
ritenuto opportuno, propone al Ministero dell'ambiente e della tutela
del  territorio  e  del  mare  le  necessarie  modifiche  al  decreto
istitutivo, al Regolamento di disciplina delle  attivita'  consentite
di cui all'art. 6 e al Regolamento di esecuzione e organizzazione  di
cui all'art. 8.
                               Art. 12


                            Finanziamenti

  1.  All'onere  derivante  dalle   spese   per   l'istituzione,   la
regolamentazione e l'avviamento dell'area marina protetta  denominata
«Capo  Testa  -  Punta  Falcone»,  relative   all'installazione   dei
segnalamenti e alle iniziative occorrenti a dare  precisa  conoscenza
della  delimitazione,  della  zonazione  e   della   regolamentazione
medesima dell'area marina protetta, nonche' all'individuazione  delle
strutture e dei mezzi sia terrestri  che  marini,  e'  attribuita  la
somma di € 500.000,00 per  l'esercizio  finanziario  2016,  a  valere
sull'autorizzazione di spesa di cui  all'art.  1,  comma  117,  della
legge 27 dicembre 2013, n. 147, dello stato di previsione della spesa
del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  2. Successivamente, il funzionamento dell'area marina  protetta  e'
finanziato, a decorrere  dall'esercizio  finanziario  2017,  mediante
utilizzo delle risorse disponibili a legislazione vigente nello stato
di  previsione  del  Ministero  dell'ambiente  e  della  tutela   del
territorio e del mare per la gestione  delle  aree  marine  protette,
anche  mediante  riprogrammazione  delle  somme  gia'  destinate   al
funzionamento delle altre aree marine protette.
                               Art. 13


                            Sorveglianza

  1. La sorveglianza nell'area marina protetta  e'  effettuata  dalla
Capitaneria di porto competente e dal Corpo  forestale  di  vigilanza
ambientale della  regione  autonoma  della  Sardegna,  nonche'  dalle
polizie degli enti locali delegati nella gestione dell'area.
                               Art. 14


                              Sanzioni

  1. Per la violazione  delle  disposizioni  contenute  nel  presente
decreto, nel Regolamento di disciplina delle attivita' consentite  di
cui all'art. 6 e nel Regolamento di esecuzione  e  organizzazione  di
cui all'art. 8 dell'area marina protetta «Capo Testa - Punta Falcone»
si applica quanto previsto dalla vigente normativa.
  Il presente decreto sara' trasmesso alla Corte  dei  conti  per  la
registrazione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della  Repubblica
italiana.

    Roma, 17 maggio 2018

                                          Il Ministro dell'ambiente 
                                        e della tutela del territorio
                                                  e del mare         
                                                   Galletti         


Registrato alla Corte dei conti il 28 agosto 2018
Ufficio controllo atti Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
e del Ministero dell'ambiente e della tutela  del  territorio  e  del
mare, reg. n. 1, foglio n. 2585
                                                            Allegato 

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