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mercoledì 26 giugno 2019

Salute, orticaria e prurito: con caldo possono rovinare vacanze

Salute, orticaria e prurito: con caldo possono rovinare vacanze Sole, sabbia e mare: estate momento critico per la pelle Roma, 26 giu. (askanews) - Una giornata in spiaggia, il caldo, la sabbia che gratta sulla pelle, l'acqua di mare che lascia addosso un velo di sale. Magari un pasto leggero con una macedonia di fragole o pesche e poi l'aperitivo con un bicchiere di vino bianco gelato. E poi alla sera eccoci coperti di ponfi arrossati e pruriginosi, vittime di un prurito che non dà tregua neppure di notte. È l'orticaria, un problema che almeno una volta nella vita colpisce circa 5 milioni di italiani e che in estate diventa molto più frequente per colpa della maggiore irritazione cutanea dovuta a caldo, sole e sudore e del consumo più frequente di alimenti che possono provocare orticaria come pesche, fragole o vini che contengono solfiti. L'essenziale è arrivare a una diagnosi accurata individuando la sostanza o la situazione associata ai sintomi, come sottolineano gli esperti della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) in occasione del XXXII Congresso Nazionale, a Milano dal 27 al 29 giugno: a volte però non si riesce a identificare la causa, l'orticaria dura a lungo e in questi casi si parla di orticaria cronica spontanea, di cui soffrono circa 600.000 italiani. Nel 30 per cento dei casi questa orticaria è insensibile agli antistaminici e si deve ricorrere al cortisone, gravato però da grossi effetti collaterali se la terapia diventa a lungo termine. Per circa 5000 pazienti, i più complessi, la soluzione potrebbe essere una terapia con farmaci biologici ma solo poco più di 2000 la stanno seguendo: erogare a tutti omalizumab, l'anticorpo monoclonale approvato per l'orticaria cronica, costerebbe da 15 milioni a un massimo di 25 milioni di euro, mentre i costi diretti e indiretti di un'orticaria trattata in maniera inefficiente ammontano a circa 40 milioni di euro l'anno fra eventi avversi da cortisonici e assenze dal lavoro per i disagi provocati dal prurito che non passa mai. A oggi il Sistema Sanitario purtroppo rimborsa la terapia per un massimo di 11 mesi, che per alcuni casi più complessi possono essere insufficienti: a seguito delle proteste dei pazienti AIFA si è impegnata a verificare se la rimborsabilità possa essere estesa oltre i 12 mesi in casi specifici e SIAAIC lancia un appello perché i piani terapeutici possano essere allungati e sia così tutelata al meglio la salute dei pazienti. (Segue) Cro-Mpd 20190626T190301Z

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