LUNEDÌ 29 LUGLIO 2019 18.50.02
>>>ANSA/ Boris sfida la Scozia e il business e sale nei sondaggi
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>>>ANSA/ Boris sfida la Scozia e il business e sale nei sondaggi
Premier rilancia ultimatum su Brexit. No deal resta sul tavolo
(di Alessandro Logroscino)
(ANSA) - LONDRA, 29 LUG - Polemiche e contestazioni in
Scozia, allarmi e moniti dal mondo del business, sterlina ai
minimi da 28 mesi. Un altro leader avrebbe da tremare: non Boris
Johnson, che non solo fa spallucce, ma rilancia il suo ultimatum
a Bruxelles sulla Brexit (nuovo accordo o divorzio no deal il 31
ottobre), insiste a spargere ottimismo a pioggia sul fronte
interno britannico e vola nei sondaggi. Almeno per ora.
Incoraggiato dall'effetto rimbalzo della sua ascesa su quelle
rilevazioni che tornano a indicare i Tories come primo partito
dell'isola al 30%, davanti al Labour di Jeremy Corbyn in vista
d'ipotetiche elezioni anticipate ravvicinate, Johnson
ufficializza l'arrivo nell'alloggio di Downing Street anche
della giovane fidanzata Carrie Symonds. E intanto compie la
prima missione da premier fuori dal fortino dell'Inghilterra,
andando a sfidare l'opposizione degli scozzesi all'uscita
dall'Ue in casa loro. "Sono pronto a tendere la mano" all'Ue, a
"far migliaia di miglia di sforzi supplementari" per raggiungere
un nuovo accordo, premette visitando la base della Royal Navy di
Falsane. Ma, incalza, l'intesa raggiunta con Theresa May "e'
morta" e il vincolo del backstop sul confine irlandese "non e'
buono", deve "sparire". Solo a queste condizioni - lascia capire
precisando di non voler neppure sedersi al tavolo con i leader
europei fino a quando il backstop restera' per loro non
negoziabile - "ci sono tutte le chance di poter avere un deal".
A rafforzare il concetto, trapela poi l'email inviata dal suo
nuovo sherpa David Frost alle controparti europee, per avvertire
che sarebbe "un errore mettere in dubbio" le intenzioni del
nuovo premier o pensare a un bluff. Tanto piu' a dare ascolto al
ministro degli Esteri entrante, il super falco Dominic Raab, che
alla Bbc attribuisce fin d'ora all'atteggiamento "cocciuto"
dell'Ue l'eventuale sbocco del no deal. Non senza aggiungere di
essere del resto convinto che un accordo potra' materializzarsi
anche dopo: anzi, sara' persino "piu' facile" da "Paese terzo".
Non tutti sono pero' pronti a correre il rischio. La Cbi, la
Confindustria britannica, torna a evocare la paura concreta di
contraccolpi pesantissimi per l'economia con una hard Brexit,
sostenendo che, a dispetto delle rassicurazioni, ne' Londra ne' i
governi dei 27 sono davvero preparati per gli effetti immediati.
Mentre Carlos Tavares, ceo del colosso Peugeot-Citroen (Psa),
proprietario fra gli altri dei marchi Vauxhall e Opel, non
esclude di poter liquidare lo stabilimento di Ellesmere Port
(1000 addetti) e trasferire la produzione dei modelli Astra
laddove un no deal la dovesse rendere "non piu' redditizia".
Sulla trincea politica, a contrattaccare oggi sono invece
soprattutto gli indipendentisti scozzesi dell'Snp di Nicola
Sturgeon: la numero uno del governo locale di Edimburgo riceve
Johnson accusandolo a muso duro di rappresentare "l'estrema
destra" e d'essere disposto a portare il Paese al "disastro" pur
di tenere il punto con l'Ue; mentre coglie la palla al balzo per
riproporre l'obiettivo di un secondo referendum sulla secessione
dal Regno, prima e piu' che d'una rivincita sulla Brexit.
L'interessato risponde promettendo di voler "rinnovare i
legami fra le 4 nazioni" dell'Union Jack a partire dallo
stanziamento di 300 milioni di fondi extra per la Scozia, come
per l'altrettanto inquieta Irlanda del Nord e per il Galles.
Boris Johnson "suona la cetra mentre Roma brucia",
controreplica sarcastico un portavoce dell'esecutivo scozzese:
paragonando a Nerone il premier che ama la classicita'.(ANSA).
LR
29-LUG-19 18:49 NNNN
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