GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 10.36.54
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri Attese le decisioni della corte d'assise e dell'appello di Roma Roma, 14 nov. (askanews) - Oggi è il giorno delle sentenze, delle decisioni giudiziarie che potrebbero rimettere a posto al memoria di Stefano Cucchi, il giovane geometra arrestato per droga nell'ottobre 2009 e morto una settimana dopo nel padiglione penitenziario dell'ospedale 'Sandro Pertini' di Roma. A Rebibbia, nell'aula bunker, sono entrati in camera di consiglio di giudici della corte d'assise nel processo a cinque carabinieri, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale. A piazzale Clodio, invece, nell'edificio bianco della corte d'appello è atteso il verdetto in cui gli imputati sono cinque medici del reparto di detenzione del 'Pertini´. Il collegio, presieduto da Vincenzo Capozza, potrebbe comunicare la sentenza "verso le 18" e comunque nella serata di oggi. Secondo la pubblica accusa - si aggiunge - per le contestazioni di omicidio preterintenzionale e abuso d'autorità vuole il riconoscimento della penale responsabilità per Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro con una pena a 18 anni di reclusione; per il carabiniere Francesco Tedesco, imputato-accusatore, ha chiesto l'assoluzione dall'omicidio preterintenzionale e tre anni e mezzo di reclusione per l'accusa di falso; 8 anni di reclusione per falso sono stati richiesti per il maresciallo Roberto Mandolini; mentre per l'ulteriore imputazione di calunnia, contestata al carabiniere Vincenzo Nicolardi e ai colleghi Tedesco e Mandolini, il pm ha sollecitato una sentenza di non procedibilità per prescrizione del reato. Nel filone in cui sono chiamati in causa i medici si riparte dopo una decisione della Cassazione ed una superperizia che ha indicato una strada molto diversa rispetto alle attese. Oggi attendono di avere un responso il primario del Reparto di medicina protetta dell'Ospedale Pertini, Aldo Fierro, e altri quattro medici, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. Tutti furono portati a processo inizialmente per l'accusa di abbandono d'incapace (nello stesso processo c'erano imputati anche tre infermieri e tre agenti della Polizia penitenziaria, assolti in via definitiva): dopo la condanna, nel giugno 2013, per il reato di omicidio colposo, gli stessi medici sono stati poi assolti in appello. Dopo che la Suprema corte ha disposto il rinvio per una nuova attività dibattimentale il pg Mario Remus ha chiesto una dichiarazione di prescrizione, i difensori, l'assoluzione; domani anche per loro ci sarà la sentenza. "Oggi è un giorno importante", ha detto l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo. Il penalista Stefano Maccioni, che assiste la mamma del ragazzo la signora Rita Calore, ha aggiunto: "Ci attendiamo giustizia". Non finirà comunque oggi perché per i carabinieri è solo il primo grado e perché c'è terzo processo, istruito nei confronti di otto alti ufficiali dell'Arma per i depistaggi che secondo l'accusa sarebbero stati compiuti nel 2009 e nel 2015, ma in quel caso non è stata ancora aperta l'istruttoria dibattimentale. Nav 20191114T103643Z
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri Attese le decisioni della corte d'assise e dell'appello di Roma Roma, 14 nov. (askanews) - Oggi è il giorno delle sentenze, delle decisioni giudiziarie che potrebbero rimettere a posto al memoria di Stefano Cucchi, il giovane geometra arrestato per droga nell'ottobre 2009 e morto una settimana dopo nel padiglione penitenziario dell'ospedale 'Sandro Pertini' di Roma. A Rebibbia, nell'aula bunker, sono entrati in camera di consiglio di giudici della corte d'assise nel processo a cinque carabinieri, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale. A piazzale Clodio, invece, nell'edificio bianco della corte d'appello è atteso il verdetto in cui gli imputati sono cinque medici del reparto di detenzione del 'Pertini´. Il collegio, presieduto da Vincenzo Capozza, potrebbe comunicare la sentenza "verso le 18" e comunque nella serata di oggi. Secondo la pubblica accusa - si aggiunge - per le contestazioni di omicidio preterintenzionale e abuso d'autorità vuole il riconoscimento della penale responsabilità per Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro con una pena a 18 anni di reclusione; per il carabiniere Francesco Tedesco, imputato-accusatore, ha chiesto l'assoluzione dall'omicidio preterintenzionale e tre anni e mezzo di reclusione per l'accusa di falso; 8 anni di reclusione per falso sono stati richiesti per il maresciallo Roberto Mandolini; mentre per l'ulteriore imputazione di calunnia, contestata al carabiniere Vincenzo Nicolardi e ai colleghi Tedesco e Mandolini, il pm ha sollecitato una sentenza di non procedibilità per prescrizione del reato. Nel filone in cui sono chiamati in causa i medici si riparte dopo una decisione della Cassazione ed una superperizia che ha indicato una strada molto diversa rispetto alle attese. Oggi attendono di avere un responso il primario del Reparto di medicina protetta dell'Ospedale Pertini, Aldo Fierro, e altri quattro medici, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. Tutti furono portati a processo inizialmente per l'accusa di abbandono d'incapace (nello stesso processo c'erano imputati anche tre infermieri e tre agenti della Polizia penitenziaria, assolti in via definitiva): dopo la condanna, nel giugno 2013, per il reato di omicidio colposo, gli stessi medici sono stati poi assolti in appello. Dopo che la Suprema corte ha disposto il rinvio per una nuova attività dibattimentale il pg Mario Remus ha chiesto una dichiarazione di prescrizione, i difensori, l'assoluzione; domani anche per loro ci sarà la sentenza. "Oggi è un giorno importante", ha detto l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo. Il penalista Stefano Maccioni, che assiste la mamma del ragazzo la signora Rita Calore, ha aggiunto: "Ci attendiamo giustizia". Non finirà comunque oggi perché per i carabinieri è solo il primo grado e perché c'è terzo processo, istruito nei confronti di otto alti ufficiali dell'Arma per i depistaggi che secondo l'accusa sarebbero stati compiuti nel 2009 e nel 2015, ma in quel caso non è stata ancora aperta l'istruttoria dibattimentale. Nav 20191114T103643Z
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